In Puglia, l’olivo è la specie più colpita da Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53. Tuttavia, in Puglia, sono state identificate, oltre Olea europaea, altre 34 “piante specificate”, cioè specie sensibili a tale ceppo di Xyella, delle quali è vietata la coltivazione nelle zone infette e in quelle di contenimento per evitare l’estendersi dell’infestazione. Inizialmente, dell’ampio genere dei gerani (Pelargonium), solo Pelargonium x fragrans era compreso nella lista delle piante specificate sensibili a X. fastidiosa subsp. pauca ST53. Ora, la problematica si è estesa a tutte le specie di gerani.
Tutti i gerani nella lista delle piante specificate
È quanto si evince dalla recente pubblicazione e adozione del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/1688 della Commissione del 20 settembre 2021 che modifica gli allegati I e II del Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1201 relativo alle misure per prevenire l'introduzione e la diffusione nell'Unione europea della X. fastidiosa, per quanto riguarda gli elenchi delle piante ospiti e delle piante specificate e i metodi di prova per l’identificazione del batterio.
Prima dell’aggiornamento solo Pelargonium × fragrans
Prima dell’aggiornamento, commenta Leonardo Capitanio, titolare dei Vivai Capitanio di Monopoli (Bari) e presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve), l’unico geranio compreso nella lista delle piante specificate sensibili a X. fastidiosa subsp. pauca era Pelargonium × fragrans.
«È un ibrido tra Pelargonium odoratissimum e Pelargonium exstipulatum: una specie piccola e diffusa che cresce solo fino a 30 cm di altezza e 60 cm di larghezza, ha piccoli fiori bianchi, foglie cerose, verdi e ovate con margini leggermente sfrangiati e un profumo dolce, leggermente piccante, simile all’eucalipto. Una specie, comunque, di non grande impatto commerciale.
Invece la produzione complessiva dei gerani è molto importante per i florovivaisti operanti nelle zone demarcate come infetta e di contenimento: il suo blocco è un grave colpo per gli operatori. Comprendo in pieno le motivazioni scientifiche a supporto dell’elenco delle piante specificate, ma ritengo che si possa stimolare un dialogo Regione-Mipaaf per circoscrivere la voce “Pelargonium” alle specie che sono effettivamente più sensibili, senza arrivare a escludere l’intera famiglia botanica».
Come mai Salvia rosmarinus non è più in elenco?
Ma le novità non riguardano solo il genere Pelargonium, aggiunge Capitanio. «All’interno dell’elenco aggiornato delle piante specificate per Xylella fastidiosa subsp. pauca presente nell’allegato II, oltre al divieto di produzione e vendita esteso a tutta la famiglia del Pelargonium, sono state inserite come piante specificate anche Ulmus parviflorus e Pistacia vera. Invece non è più presente in elenco Salvia rosmarinus (ex Rosmarinus officinalis), pianta da sempre considerata particolarmente sensibile all’organismo nocivo. Come associazione esprimiamo entusiasmo per questa novità, ma, al contempo, nutriamo forti perplessità poiché fino a tempo fa il rosmarino è stato segnalato come sensibile a X. fastidiosa subsp. pauca. Per questo motivo abbiamo già richiesto al Servizio fitosanitario competente di verificare la questione e capire se si tratta di un refuso, dato l’enorme impatto economico che il rosmarino ha a livello produttivo. In modo da evitare di creare inutili aspettative e generare ulteriori danni alle imprese che potrebbero riattivare la produzione e commercializzazione di questa importante specie».
Anve: “Pericolo di creare all’estero immagine distorta”
Come vivaisti esportatori, conclude Capitanio, «sappiamo bene come queste decisioni contribuiscano a creare all’estero un’immagine distorta della produzione florovivaistica italiana (non solo pugliese!) e questo non è accettabile. Ricordo infatti come su tutto il territorio italiano e in particolare in Puglia sia presente un avanzato sistema di monitoraggio e contenimento dell’organismo nocivo, che ci ha permesso in questi anni di rallentare al massimo la diffusione del batterio».