Da un lato la difesa del territorio e del valore sociale dell’olivicoltura, dall’altro l’aumento della produzione nazionale in un’ottica di innovazione e l’apertura a nuovi e più efficienti sistemi olivicoli, investendo anche nella ricerca di cultivar italiane adattabili alle nuove esigenze agronomiche. È su questo due linee di intervento che deve passare il rilancio del comparto olivicolo-oleario italiano. Le ha sostenute il sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Patrizio La Pietra in occasione del primo incontro del Tavolo di filiera che ha promosso e organizzato fra tutti gli attori del comparto, allo scopo di costruire una strategia unitaria per la sua ripresa. Sugli esiti del primo incontro hanno espresso soddisfazione sia Assitol sia Copagri.
Assitol: «Soddisfazione per il Tavolo di filiera»
Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha plaudito all’iniziativa di La Pietra, manifestando piena disponibilità a collaborare con il Masaf per affrontare i problemi del comparto.
«Condividiamo le linee strategiche proposte dal sottosegretario – ha commentato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol – e il ruolo centrale dell’unità di filiera nel raggiungimento degli obiettivi indicati. Da tempo invochiamo la necessità di fare squadra contro la progressiva perdita di posizioni dell’Italia olearia rispetto ai suoi competitor. Da questo tavolo crediamo che debba e possa nascere invece un percorso virtuoso, capace di rivitalizzare l’intero comparto».
Assitol è totalmente d’accordo con il sottosegretario La Pietra riguardo all’urgenza di lavorare insieme con una Interprofessione unica per tutto il comparto. «Concordiamo in pieno anche su questo punto – ha osservato Cane –. È impossibile lavorare al rafforzamento del nostro comparto se non lo facciamo tutti insieme».
Copagri: «Bene Tavolo di filiera al Masaf»
Copagri, attraverso il presidente nazionale Tommaso Battista, ha condiviso e fatto proprio l’appello di La Pietra a fare squadra per tutelare territorio e comparto.
«L’olivicoltura italiana sta vivendo una fase molto complessa, caratterizzata da una congiuntura negativa che ha portato a un sensibile calo della produzione, dovuto all’andamento climatico sfavorevole, alla delicata situazione di mercato, con rincari record dei costi di produzione e dell’energia, e non da ultimo alle ripercussioni ancora tangibili della drammatica epidemia della Xylella, che non accenna a placarsi. È per tali ragioni – ha sottolineato Battista dopo la riunione del Tavolo di filiera – che ringraziamo il sottosegretario La Pietra per essersi prontamente attivato a convocare, a distanza di svariati mesi dall’ultimo confronto sul tema, una nuova riunione di filiera».
Copagri: «Fare squadra all’interno della filiera»
Per Battista il comparto necessita di un rapido e deciso intervento che riporti la barra a dritta sulla necessità di incrementare la produzione, recuperando il terreno perduto nei confronti dei competitor comunitari, e punti con sempre maggiore decisione sulle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicata all’agricoltura. «Proprio per questo condividiamo pienamente e facciamo nostro l’appello del sottosegretario a fare squadra all’interno della filiera per aumentare la produttività, andando al contempo a tutelare il territorio e il valore sociale dell’olivicoltura. Per fare ciò – ha suggerito Battista – riteniamo fondamentale strutturare e rendere permanente il Tavolo di filiera, facendo sì che si riunisca e si confronti periodicamente per valutare le strategie da attuare per incrementare la produzione di olio extra vergine d’oliva italiano».
Copagri: «Presto il Piano olivicolo nazionale»
Copagri ha chiesto, in particolare, che il Tavolo di filiera «si occupi di redigere il tanto atteso Piano olivicolo nazionale, strumento principe nel quale incardinare tutte le iniziative da mettere in campo per tutelare un prodotto simbolo della produzione nazionale e vero e proprio ambasciatore del made in Italy nel mondo. Con uno strumento simile a disposizione dei produttori, sarebbe certamente più semplice programmare il futuro del comparto, ragionando non solo su misure tampone che vadano a contenere le conseguenze della fase emergenziale, ma anche e soprattutto su politiche di medio-lungo periodo che consentano di stabilizzare la produzione, e in particolare i prezzi, agendo al contempo sulle numerose questioni che da anni frenano lo sviluppo del comparto. Riteniamo necessario intervenire con urgenza sulle difficoltà legate al reperimento della manodopera, sul recupero dei terreni abbandonati e sull’eccessiva burocrazia a carico delle aziende operanti nel comparto».