La produzione di piante di olivo in vivaio è oggi possibile anche utilizzando tecniche di micropropagazione, che assicurano una maggiore omogeneità del materiale di partenza, consentono di ottenere numeri molto elevati di piante prodotte contenendo i costi e garantendo l’assenza di patologie. Poiché un lungo periodo improduttivo dopo l’impianto rischia di rendere difficile la gestione e antieconomico l’investimento dell’oliveto ad alta densità, sono da ricercarsi varietà con produzioni precoci ed abbondanti anche nel caso delle piante micropropagate.
Per questo è molto importante verificare se gli alberi micropropagati esprimano o meno tratti giovanili, quanto duri l’eventuale giovanilità e se il vigore vegetativo o il potenziale produttivo dopo l’impianto siano influenzati dalla metodologia di propagazione. (…) Da qui, la necessità di studiare il comportamento delle varietà di olivo idonee ad essere coltivate in alta densità in risposta alla micropropagazione nei primi anni dopo l’impianto, descrivendo l’impatto della tecnica di moltiplicazione sull’architettura degli alberi e l’entrata in produzione rispetto ad alberi propagati per talea.
La sperimentazione
Piantine micropropagate della varietà Arbequina, prodotte presso i laboratori della Vitroplant S.p.A. di Cesena, sono state suddivise in due gruppi in base al numero di foglie per nodo (2 o 3) lungo l’asse principale supponendo che un numero più elevato indichi un grado più profondo di giovanilità. Quindi, le piante sono state trapiantate in campo in un oliveto ad alta densità (sesto 4 m × 2 m, 1250 piante per ettaro) a Senigallia (Ancona) e confrontate con altre di dimensioni simili ottenute da talea semi-legnosa. Tutte le piante hanno ricevuto le stesse cure colturali.
Maggiore vigore nelle piante di olivo micropropagate
A un anno dall’impianto, le piante con tre foglie per nodo mostravano un calibro basale del fusto e un’altezza maggiori rispetto a quelle da talea. Le piante di olivo micropropagate, inoltre, presentavano un numero più elevato di branche primarie lungo l’asse principale con una distribuzione più uniforme rispetto a quelle da talea. Le piante micropropagate mostravano un numero inferiore di rami fertili nella porzione basale dell’asse principale, mentre nelle porzioni mediana e distale il numero era più alto nelle piante con tre foglie per nodo (…)
L’articolo completo è pubblicato su Olivo e Olio n. 3/2021
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