Non uno scarto, ma un’autentica risorsa dai molteplici utilizzi. Ecco che cosa è la sansa delle olive, sottoprodotto del processo di estrazione dell’olio d’oliva composto da buccette, residuo della polpa e frammenti di nocciolino. E con l’avvicinarsi della nuova campagna di raccolta e molitura delle olive riprende il dibattito sulle modalità più sostenibili di utilizzazione della sansa.
Sansa olive, risorsa dai molteplici impieghi
La sansa di olive può costituire, in effetti, un’alternativa sostenibile utilizzabile in molti campi, diventando così una risorsa economica per i produttori di olio d’oliva. Ad esempio:
- il conferimento in sansificio per l’estrazione dell’olio di sansa di oliva,
- la distribuzione sui terreni agrari come ammendante,
- l’alimentazione di impianti per la produzione di biogas,
- l’impiego come combustibile per riscaldamento,
- la separazione del nocciolino e la seconda pressione della polpa,
- la produzione di alimenti.
Alla sperimentazione e valutazione delle diverse forme di impiego della sansa di olive sono stati dedicati numerosi studi. Alcuni fra i più recenti riguardano il suo positivo impiego per la pavimentazione stradale.
Sansa di olive per un nuovo asfalto sperimentale
In Spagna, infatti, la Junta de Castilla y León ha provato un nuovo asfalto sperimentale, ottenuto con l’impiego di sansa quale additivo legante di materiali bituminosi tradizionali, per rifare parte del manto stradale dell’autostrada A-601 che collega Segovia e Valladolid.
Questo nuovo tipo di asfalto è costituito da una miscela di bitume semicaldo, che è un prodotto del processo di raffinazione del petrolio, di sansa di olive e di olio vegetale riciclato.
Per 1.000 litri di bitume sono stati utilizzati 300 litri di sansa e 400 litri di olio vegetale.
Asfalto sperimentale più sostenibile e resistente
L’asfalto sperimentale è chiaramente più sostenibile dell’asfalto tradizionale. Per la sua produzione richiede meno energia, infatti può essere prodotto a una temperatura di 40 °C più bassa, con emissioni più ridotte di gas serra.
Inoltre la sua applicazione è più agevole, poiché ha una temperatura più bassa ed emette una minore quantità di fumi tossici e di odori sgradevoli.
Oltre che più sostenibile l’asfalto sperimentale sembra anche essere più resistente di quello tradizionale alle crepe e ai danni da agenti atmosferici e quindi più duraturo nel tempo.