Sostenibilità a tutto tondo per la filiera olivicola

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I partecipanti al convegno presso Uc Davis.
Il tema della sostenibilità economica, ambientale e sociale è stato affrontato in un convegno internazionale tenutosi presso l’Università della California a Davis, ove sono stati presentate e discusse le problematiche e le soluzioni a livello agronomico, tecnologico e del marketing

Dal 5 al 7 settembre l’Olive Center dell’Università della California ha ospitato ricercatori ed esperti provenienti dai principali paesi olivicoli. Il convegno dal titolo “International Olive Sustainability Conference” si è articolato in tre giorni di presentazioni in aula, poster, una visita presso l’Istituto Gastronomico d’America (Culinary Institute of America) nella Napa Valley e due giorni dedicati a visite tecniche in campo e in frantoio per conoscere da vicino alcune delle aziende e delle ricerche più importanti della California. Ad accogliere gli oltre 200 partecipanti da 13 paesi Javier Fernandez Salvador, Adele Amico Roxas e Alexandra Kicenik Devarenne, che hanno costituito e diretto il comitato scientifico ed organizzativo dell’evento.

L’introduzione al convegno sulla sostenibilità olivicola

Ha aperto i lavori Karen Ross, Assessore all’Agricoltura e Cibo della California (Secretary of the California Department of Food and Agriculture), che ha spiegato l’importanza della sostenibilità per il settore olivicolo e l’agricoltura in generale.

La California è lo Stato con la maggiore produzione frutticola, olivicola e viticola degli USA, eppure la lunga siccità che dal 2015 lo ha colpito per 6 anni, ne ha messo a nudo tutte le fragilità e la necessità di interventi e politiche di prevenzione e mitigazione. Fortunatamente negli ultimi tre anni l’emergenza idrica è stata superata grazie alle abbondanti precipitazioni, tuttavia è oggi chiara la necessità di contrastare il cambiamento climatico in atto. Lo scorso luglio è stato il più caldo di sempre in California, le falde acquifere sono in diminuzione da oltre 20 anni e, quindi, anche l’agricoltura deve essere indirizzata verso scelte sostenibili.

L’impatto del cambiamento climatico sull’olivicoltura globale

Il ruolo strategico dell’olivicoltura e le minacce che si prospettano per il settore a causa dei cambiamenti climatici sono state ribadite da Abderraouf Laajimi, direttore esecutivo del COI. Considerato l’incremento demografico (si stima che si raggiungeranno i 10 miliardi di persone tra 30 anni) e l’ampia superficie olivicola (11 milioni di ettari) concentrata nel bacino del Mediterraneo, si comprende la sfida che attende questo settore.

Il ruolo strategico dell’olivicoltura nel contrasto alla desertificazione

Quel che stiamo osservando nella regione mediterranea sono fenomeni preoccupanti quali aumento delle temperature, processi di desertificazione e periodi prolungati di siccità. In tale contesto l’olivicoltura può costituire un baluardo contro la desertificazione e l’erosione del suolo e, allo stesso tempo, consente di sequestrare il carbonio riducendo le emissioni in atmosfera e di produrre alimenti salutistici.

Si pensi che, un ettaro di oliveto neutralizza l’impronta carbonica annuale di una persona e la produzione di 1 litro di olio cattura oltre 10,65 kg CO2. Molto importanti sono le strategie di adattamento basate sul miglioramento genetico.

Scenari futuri per l’olivicoltura: le lezioni dall’Africa e dall’America Latina

A proposito dei cambiamenti climatici, Tiziano Caruso, professore ordinario dell’Università di Palermo, ha mostrato che, a causa delle temperature in aumento in Sicilia e Italia meridionale, è bene guardare con attenzione cosa sta avvenendo in Nord Africa perché nel prossimo futuro si prospettano situazioni ambientali che oggi sono già presenti lì.

Ad esempio, in Tunisia nel luglio 2023 ci sono state temperature di 4 °C superiori alla media trentennale (1991-2020). La massima assoluta è stata di 49.1 °C e bisogna ricordare che ciò non si è verificato nel deserto o nell’estremo sud ma nella parte centrale della Tunisia. Il clima mediterraneo risente sempre di più delle correnti d’aria provenienti dal Sahara, mentre l’effetto dell’anticiclone delle Azzorre è sempre più debole.

In Sicilia il numero di giorni piovosi all’anno con più di 6 ore al giorno sta diminuendo in maniera evidente, ma la quantità annuale è rimasta praticamente immutata, il che significa che le piogge sono molto più intense e quindi più dannose in termini di erosione del suolo, frane, inondazioni.

Anche Peter Searles, primo ricercatore presso il Crilar Conicet in Argentina, ha illustrato i motivi per cui le condizioni climatiche della regione di San Juan, ove opera, possono servire a comprendere gli scenari futuri di zone olivicole di maggiore importanza produttiva, quali la stessa California o l’Andalusia. Nelle aree di pianura della regione di San Juan ove è praticata l’olivicoltura ci sono circa 5-6 °C in più che a Davis (California) o a Cordoba (Spagna) sia in inverno che in primavera, mentre le temperature estive sono simili. Da alcuni anni ci sono problemi di soddisfacimento del fabbisogno in freddo e quindi scarsa fioritura e produzione soprattutto per alcune varietà:

  • l’Arbequina è piuttosto resiliente,
  • la Frantoio ormai produce abbondantemente solo un anno ogni quattro,
  • la Picual si pone in posizione intermedia.

La ricerca per l’efficienza idrica degli input

A livello agronomico bisogna gestire l’acqua con attenzione – ha spiegato nella sua relazione Giulia Marino, professore associato dell’Università di Davis. Nella gestione irrigua bisogna tener conto dell’importanza della tecnologia, ma anche del fatto che spesso la precisione è inversamente proporzionale alla semplicità delle soluzioni e quest’ultimo aspetto viene talvolta trascurato.

Con l’ausilio di sensori, che consentono di misurare in continuo il potenziale idrico del fusto, si sono potuti ricalcolare i valori dei coefficienti colturali da utilizzare in California, valori che presentano scostamenti non trascurabili in alcuni periodi dell’anno.

Inoltre, la diffusione di oliveti superintensivi richiedeva un aggiornamento delle indicazioni sui coefficienti colturali, visto che quelli precedentemente in uso riguardavano oliveti a bassa o media densità di impianto.

Il risultato è stato che si tendeva ad irrigare troppo in primavera e troppo poco in estate con sprechi di acqua o mancati benefici dell’irrigazione a seconda delle zone e delle condizioni di coltivazione. Il semplice adeguamento del coefficiente consente di risparmiare 8-10 mm di acqua.

Le tecnologie di precisione a supporto della filiera olivicola

Alessandro Leone, professore ordinario presso l’Università di Bari, ha trattato di diverse applicazioni delle tecnologie di precisione sulla filiera olivicola.

Sono già disponibili piccoli trattori Quad provvisti di camere RGB, LIDAR e luci stroboscopiche in grado di fare la scansione in continuo lungo i filari e stimare la quantità di frutti pendenti e l’indice di maturazione per ciascun filare o tratto di filare in maniera georeferenziata. Dall’analisi di immagine è possibile quindi produrre precise mappe di produzione e conoscere lo stadio di maturazione dei frutti. Il prossimo passo sarà la valutazione dello stato fito-sanitario degli alberi mediante il monitoraggio dei sintomi di malattie e di fitofagi.

A livello di frantoio l’inserimento di camere RGB e NIR lungo il nastro che trasporta le olive in entrata permette già oggi di fare la cernita dei frutti in base allo stadio di maturazione o la loro qualità, individuando in tale secondo caso i frutti con ferite, macchie, deformazioni che possono essere separati e scartati o avviati ad una lavorazione differenziata. In questi ultimi anni tante innovazioni sono state poi introdotte in tutte le fasi del processo di lavorazione, dalla frangitura alla separazione, con grandi benefici sulla qualità dell’olio. In ogni caso, bisogna tener conto delle caratteristiche della materia prima.

L’articolo completo sarà disponibile sul fascicolo 5/2024 di Olivo e Olio 

Sostenibilità a tutto tondo per la filiera olivicola - Ultima modifica: 2024-09-11T17:21:00+02:00 da Barbara Gamberini

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