L’Umbria, il cuore verde dell’Italia, non si accontenta della fama che l’accompagna per i suoi beni culturali unici, e vuole confermarsi come terra d’elezione per la sinergia tra ambiente ed agricoltura. Un binomio che l’Europa imparerà a vivere in modo inscindibile perché la sostenibilità può diventare la leva decisiva del miglioramento della qualità e della produttività agricole. Questa la scienza green che ha portato a selezionare nuove colture in campo olivicolo resistenti a stress climatici e fitopatie.
A Perugia sono stati presentati i primi risultati di una delle sperimentazioni più importanti nel settore dell’olivicoltura, adattando le piante alla produzione meccanizzata integrale, rendendole resistenti a stress climatici e fitopatie, con l’obiettivo di ottenere un prodotto ad alto valore alimentare lungo una filiera controllata e certificata. Un vero passo in avanti, passando dall’obiettivo delle varietà tolleranti, che però non danno garanzia a lungo termine, a quello delle varietà resistenti.
Le varietà in selezione rappresentano un presupposto fondamentale per il rilancio dell’olivicoltura italiana, che richiede forti innovazioni per recuperare competitività e valore e affrontare le sfide climatiche. Lo shock della xyella è stato metabolizzato, la crisi gravissima ha insegnato che non esistono posizioni di rendita in agricoltura, al pari degli altri comparti economici il settore primario per essere competitivo sui mercati globali, non solo quello occidentale, oggi non può adagiarsi sul passato, l’innovazione e la ricerca sono fondamentali come del resto, a ben guardare, è sempre stato nella Storia fin dai primi grani dei monti Zagros a ridosso della Mesopotamia.
Verso una nuova era per l’olivicoltura italiana:
il progetto Olive Hub e la selezione dei “super-olivi”
L’olivicoltura italiana si prepara a una rivoluzione. I primi risultati del progetto Olive Hub, una delle sperimentazioni più innovative nel settore, promettono di rilanciare il comparto grazie alla selezione di nuove coltivazioni di olivo, altamente performanti e resistenti a stress climatici e fitopatie. L’obiettivo è chiaro: ottenere oli di alta qualità attraverso la meccanizzazione integrale, garantendo sostenibilità e competitività.
Con un investimento complessivo di 1,1 milioni di euro, di cui circa 600mila finanziati dal PSR 2014/2022 della Regione Umbria e 500mila dal Gruppo Agroalimentare Farchioni, il progetto sta ottenendo risultati concreti grazie al lavoro congiunto di ricercatori, aziende agricole e istituzioni scientifiche. In particolare, il ruolo del CNR - Istituto di Bioscienze e Biorisorse e del Dipartimento DSA3 dell’Università degli Studi di Perugia - è stato cruciale per l’identificazione di 2700 semenzali e 1700 genotipi, tra cui emergono 20 nuove coltivazioni (10 autoctone e 10 da incroci) che si distinguono per produttività, resistenza e qualità.
Una ricerca ventennale
Le radici di questa innovazione affondano nei primi anni 2000, quando il CNR di Perugia avviò un ambizioso programma di miglioramento genetico dell’olivo, integrato da una mappatura capillare degli oliveti umbri alla ricerca di varietà locali sconosciute. Grazie a queste attività, sono state scoperte oltre 260 varietà autoctone, molte delle quali oggi rappresentano il fondamento per nuove sperimentazioni.
I progetti INNO.V.O. (2017-2022) e OLIVE HUB (2022-2024), entrambi finanziati dal PSR dell’Umbria, hanno permesso di testare migliaia di piante nei campi sperimentali di Boneggio e presso le aziende partner.
I criteri di selezione includono aspetti come
- velocità di crescita,
- produttività,
- resa qualitativa dell’olio,
- resistenza agli stress ambientali e ai patogeni.
Questi parametri sono essenziali per identificare piante più compatte, produttive e adatte alla coltivazione intensiva.
I primi “super-olivi”
Il frutto di questa ricerca è straordinario: tra i genotipi testati, sono state individuate 20 cultivar che rispondono alle principali sfide del settore. Oltre a tollerare carenze idriche e alte temperature, queste varietà si adattano perfettamente alla meccanizzazione integrale, garantendo una maggiore sostenibilità economica e ambientale.
La collaborazione tra ricercatori e aziende umbre, guidata da F.lli Farchioni Società Agricola, ha consentito di consolidare un modello di innovazione applicabile su larga scala. Il campo sperimentale di Boneggio, in particolare, si sta affermando come un punto di riferimento per studi agronomici e genetici a livello internazionale.
La crisi e il rilancio dell’olivicoltura italiana
Negli ultimi anni, la produzione olivicola italiana ha subito una significativa contrazione, scendendo a circa 200mila tonnellate annue, a fronte di una domanda interna che supera il milione di tonnellate. Tra le cause, la mancanza di innovazione varietale e l’impatto dei cambiamenti climatici. Paesi come Spagna e Israele, grazie a programmi di miglioramento genetico avviati oltre 40 anni fa, hanno già introdotto nuove varietà altamente competitive, mentre l’Italia è rimasta indietro.
I progetti Olive Hub e INNO.V.O. mirano a colmare questo divario, fornendo agli olivicoltori italiani nuove opportunità per modernizzare gli impianti e affrontare le sfide del futuro.
Una filiera sostenibile e innovativa
L’impatto del progetto Olive Hub va oltre i confini italiani. Grazie alla collaborazione con il gruppo BF Spa, si prevede l’esportazione del modello italiano a livello globale, con la realizzazione di migliaia di ettari di nuovi oliveti nei paesi del Mediterraneo e in oltre 20 nazioni nel resto del mondo. Questo modello integrato – dalla selezione genetica alla coltivazione, fino alla produzione di oli extravergine di alta qualità – promette di rafforzare l’immagine del Made in Italy e di generare economie di scala a beneficio delle aziende agricole italiane.
Le royalty derivanti dalla vendita delle piante saranno reinvestite nella ricerca e concesse gratuitamente agli olivicoltori umbri, promuovendo uno sviluppo equo e sostenibile per il territorio.
Verso un futuro resiliente
La sfida è ambiziosa: sostenere sia l’olivicoltura intensiva con nuovi genotipi resistenti e precoci, sia la salvaguardia delle coltivazioni tradizionali, pilastro del patrimonio agricolo e culturale italiano. Olive Hub si candida così a diventare un modello di eccellenza per un settore in cerca di innovazione, valorizzando il connubio tra ricerca scientifica e tradizione. Una nuova frontiere per l’Italia in Europa.