Spagna, olio d’oliva sotto pressione, il governo pronto a congelare parte della produzione

olio di oliva spagna
Nel tentativo di evitare un crollo dei prezzi, Planas apre alla possibilità di ritiro forzato per migliaia di produttori. Il settore olivicolo spagnolo si prepara a una stagione delicatissima

Madrid – Con una produzione attesa in forte ripresa e un mercato mondiale che non accenna a crescere, la Spagna si prepara a una delle campagne olivicole più delicate degli ultimi anni. Il ministro dell’Agricoltura Luis Planas ha annunciato l’avvio della consultazione pubblica su una misura straordinaria che potrebbe cambiare radicalmente le regole del mercato spagnolo dell’olio d’oliva: l’obbligo per migliaia di olivicoltori di ritirare una parte della produzione, conservarla per l’anno successivo o, in alternativa, destinarla all’industria non alimentare.

Ritiro forzato, un potere mai esercitato prima

È la prima volta, dopo anni di liberalizzazione, che il governo spagnolo si dice pronto a esercitare un potere ottenuto già nel 2021 con il Regio Decreto 84, ma mai attivato finora. All’epoca non ce n’era bisogno: tra il 2022 e il 2024, la crisi produttiva aveva dimezzato i raccolti, facendo impennare i prezzi oltre i dieci euro al litro per l’extravergine sugli scaffali. Ora però lo scenario è cambiato. Le stime per la campagna 2024/2025 parlano di una produzione vicina a 1,4 milioni di tonnellate, il 40% in più rispetto all’anno scorso, con il rischio concreto di un eccesso di offerta in autunno.

Prezzi in calo e rischio per gli oliveti vulnerabili

Le ragioni? Condizioni meteo favorevoli, stallo della domanda globale ferma a circa tre milioni di tonnellate e – soprattutto – un prezzo medio all’origine che, secondo i dati POOLred, si è già abbassato a 3,50 euro al chilo nella settimana dal 23 al 29 giugno. Una soglia pericolosamente vicina al limite della sostenibilità economica per circa 650mila ettari di oliveti – su un totale di 2,7 milioni – identificati come “vulnerabili” da uno studio dell’Università di Jaén. Secondo il responsabile della ricerca, Manuel Parra, sotto i 3,20 euro al chilo queste aziende non riescono a coprire i costi.

Le pressioni delle associazioni e la risposta del governo

Le principali associazioni agricole spagnole chiedono da mesi un intervento urgente per contenere il ribasso dei prezzi e garantire la sopravvivenza delle imprese olivicole. Il 18 giugno, il ministero ha finalmente aperto una consultazione pubblica con le comunità autonome e le parti sociali. L’obiettivo è adottare entro il 31 ottobre un decreto ministeriale che autorizzi l’attivazione del meccanismo.

Meccanismo di ritiro, come funzionerebbe

Se la misura sarà confermata, lo Stato spagnolo potrà stabilire – su base territoriale o per categoria di prodotto – a quali produttori sarà imposto il ritiro di una quota della produzione. Le comunità autonome saranno incaricate di verificarne il rispetto, prevedendo sanzioni per chi non si conforma.

I rischi di un intervento mal calibrato

Il dibattito è aperto. Alcuni osservatori temono che un intervento di questo tipo, se mal calibrato, possa penalizzare proprio le zone più fragili o compromettere la competitività a livello internazionale. Altri sottolineano la necessità di accompagnare l’eventuale ritiro con azioni di promozione e coordinamento europeo, evitando effetti distorsivi.

Il ruolo dei dati e della previsione economica

Come ha spiegato Parra al quotidiano spagnolo ABC, il successo del piano dipenderà dalla capacità del governo di basarsi su dati scientifici solidi per prevedere prezzi e costi nei prossimi mesi. Ma una cosa è certa: il mercato spagnolo dell’olio d’oliva è arrivato a un punto di svolta, con una campagna che potrebbe segnare una nuova fase nelle politiche agricole del Paese.

Spagna osservata speciale e le conseguenze attese su scala europea

Per ora l’attenzione resta alta sulla Spagna, primo produttore mondiale di olio d’oliva, ma le dinamiche iberiche potrebbero presto avere ripercussioni su scala europea. In un settore sempre più esposto alla volatilità climatica, ai blocchi della domanda e agli squilibri internazionali, la gestione pubblica delle eccedenze torna al centro dell’agenda. E la lezione spagnola potrebbe fare scuola.

Spagna, olio d’oliva sotto pressione, il governo pronto a congelare parte della produzione - Ultima modifica: 2025-07-17T10:29:10+02:00 da Barbara Gamberini

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