Agli olivicoltori dell’Op Oliveti Terra di Bari i ringraziamenti del Policlinico

op oliveti terra bari
Il presidente dell’Op Oliveti Terra di Bari Giovanni Bucci, al centro della foto, fra dirigenti del Policlinico di Bari
Nel periodo più difficile della pandemia donarono 16 ventilatori polmonari provenienti dagli Stati Uniti. Un atto di solidarietà ricordato dal Policlinico di Bari

Durante il periodo più buio della pandemia del 2020 gli olivicoltori dell’Op Oliveti Terra di Bari donarono 16 ventilatori polmonari provenienti dagli Stati Uniti. Un atto di solidarietà che è stato ricordato nel reparto di Medicina e chirurgia di accettazione e d'urgenza del Policlinico di Bari, con una cerimonia alla quale ha partecipato Giovanni Bucci, presidente dell’Op Oliveti Terra di Bari e vicepresidente di Cia Agricoltori Levante.

Policlinico ringrazia Op Oliveti Terra di Bari

La dirigenza del Policlinico, con l’invito a Bucci, ha voluto ringraziare l’Op Oliveti Terra di Bari per l’importante atto di solidarietà che ha visto protagonista l’intero sistema cooperativo aderente all’organizzazione di produttori durante il periodo più buio della pandemia del 2020. In tale occasione, infatti, le otto cooperative olivicole aderenti all’Op hanno deciso di portare il loro solidale contributo al sistema sanitario in grave affanno donando al Pronto soccorso del Policlinico di Bari 16 ventilatori polmonari, provenienti direttamente dagli Stati Uniti.

Pandemia da Covid-19 come pandemia da Xylella

«È un gesto che abbiamo fatto senza clamore – ha spiegato Bucci –, perché è sorto spontaneo ed è stato fortemente voluto da tutto il sistema cooperativo appartenente all’Op Oliveti Terra di Bari e dal presidente Gennaro Sicolo, mio predecessore in tale veste. Questo atto di solidarietà nasce dalla volontà degli olivicoltori, i quali hanno avuto una sensibilità particolare in relazione al disagio causato dalla pandemia da coronavirus.

Questo lo dico perché i nostri produttori si sono trovati e si trovano a vivere e a combattere con una ulteriore pandemia, in questo caso vegetale, causata dalla Xylella. Il batterio si è fatto strada facilmente fra distese di olivi, come il virus Covid-19.

Dall’ottobre 2013 la batteriosi da Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53 ha falcidiato il Salento e insidiato le province confinanti. Anche in questo caso l’agente è venuto da lontano, letale e sconosciuto per gli effetti sull’olivo, con cui non era entrato in contatto nel suo areale di origine. Un salto di specie, questa volta vegetale. Il risultato lo conosciamo: milioni di olivi distrutti in poco tempo, l’olivicoltura e il paesaggio devastati.

Anche di fronte a tale emergenza furono consultati esperti e scienziati, che non avendo cure o rimedi pronti, suggerirono l’eradicazione delle piante infette e di quelle limitrofe e un cordone sanitario che isolasse completamente le zona infette. Le misure furono prese con un certo ritardo e per gran parte vanificate da ulteriori ritardi nell’attuazione, a causa di polemiche, proteste, disinformazione, ricorsi.

Ancora oggi, gli olivicoltori attendono l’istituzione di un Commissario straordinario, come nel caso della pandemia da Covid 19, che abbia pieni poteri e possa adottare, con gli strumenti adeguati, le misure idonee a frenare la pandemia da Xylella e sostenere la rigenerazione del patrimonio olivicolo ormai distrutto».

Agli olivicoltori dell’Op Oliveti Terra di Bari i ringraziamenti del Policlinico - Ultima modifica: 2022-12-26T17:06:46+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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