Nei giorni scorsi Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia, vice presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani e produttore olivicolo di Bitonto (Bari), aveva denunciato il problema dei rifiuti abbandonati negli oliveti bitontini, sostenendo che «le immagini degli oliveti bitontini trasformati in vere e proprie discariche a cielo aperto non sono solo un pugno nell’occhio, sono un pugno nello stomaco. L’inciviltà e l’incuria, oltre a compromettere la bellezza del patrimonio rurale, mettono a rischio la sicurezza degli operatori». Una denuncia che seguiva quella di Cia Foggia sull’abbandono nelle campagne daune non solo di rifiuti generici ma anche di pericolose “ecoballe” scaricate da camion provenienti dalla Campania.
Rifiuti negli oliveti, la risposta del Comune di Bitonto
Nella denuncia di rifiuti abbandonati negli oliveti bitontini Sicolo aggiungeva che «ancora non abbiamo visto alcun intervento di sgombero e pulizia. Chiediamo alle istituzioni e agli organismi preposti di affiancare alle campagne di sensibilizzazione, seppure utili, una seria attività di monitoraggio del territorio. Non possiamo permettere o accettare il degrado dei campi dai quali arrivano i prodotti per la nostra tavola».
Cia Puglia, adesso, informa che lo scorso 20 ottobre, con nota ufficiale, il Comune di Bitonto ha ribadito la propria posizione sul tema delle responsabilità relative allo smaltimento e alla rimozione dei rifiuti abbandonati da ignoti in fondi agricoli privati affermando che, in tale ipotesi, i proprietari dei terreni sono tenuti a sostenere l’onere delle relative spese, poiché “spetta a ciascun proprietario provvedere ad adeguati mezzi di vigilanza e alla bonifica in caso di necessità”.
Lo studio dell’Ufficio legislativo di Cia Puglia
Sulla nota ufficiale del Comune di Bitonto interviene Sicolo, che, basandosi su uno studio dell’Ufficio legislativo di Cia Puglia, fa chiarezza sulla questione bitontina, offrendo quindi chiarimenti sicuramente utili per qualsiasi olivicoltore si trovi, dovunque in Italia, ad affrontare problemi simili.
«Al di là del confuso e incerto richiamo al concetto di necessità, che fa il paio con la sorprendente derubricazione a mero “sfogo” che quella stessa nota fa delle legittime istanze di legalità sollevate da Cia Puglia a tutela dei diritti dei proprietari dei fondi agricoli in cui i rifiuti siano stati indebitamente abbandonati, mi preme evidenziare l’insipienza delle norme giuridiche che continua ad ispirare l’(in)azione del Comune di Bitonto sul tema che qui si discute e la conseguente necessità di fare definitivamente chiarezza giuridica sull’imputazione degli oneri economici di rimozione e smaltimento dei rifiuti – osserva Sicolo –.
La normativa di riferimento è contenuta nell’art. 192 del Testo unico sull’Ambiente, il quale, al terzo comma, obbliga in via principale l’autore del fatto illecito, ossia colui che abbandona i rifiuti, a provvedere alla loro rimozione e al conseguente smaltimento nonché al ripristino dello stato dei luoghi. Ciò implica anzitutto per l’Amministrazione procedente (ossia, il Comune in cui il fondo è ubicato) l’obbligo di porre in essere ogni attività d’indagine volta all’individuazione del responsabile dell’abbandono.
In tal senso, verte sull’Amministrazione l’onere giuridico sia di condurre un’istruttoria scrupolosa e adeguata sia di redigere una relazione documentata sugli esiti della stessa, da rendere accessibile a tutti gli interessati, in primo luogo al titolare del fondo (T.A.R. Campania, sez. V, 15 settembre 2020, n. 3840)».
Agricoltore responsabile solo se trascura i suoi terreni
«Solo successivamente, – spiega Sicolo, – qualora le indagini condotte sull’autore del fatto non abbiano avuto esito, e in via sussidiaria, l’Ente potrà rivalersi nei confronti del proprietario del terreno in cui i rifiuti sono stati abbandonati, il quale risponde in solido del fatto illecito unicamente qualora la violazione sia ad esso imputabile a titolo di dolo o di colpa. In tal senso, l’Amministrazione procedente dovrà dimostrare il nesso di causalità tra il fatto illecito e la condotta dolosa o colposa in base alla quale il proprietario è, per legge, chiamato a rispondere.
In difetto di una tale prova il proprietario è esente da responsabilità e non può essere destinatario dell’obbligo ripristinatorio. Il proprietario è colpevole ed è tenuto a sostenere le spese economiche della rimozione e dello smaltimento dei rifiuti unicamente ove il Comune dimostri, con prova documentale e motivata, che i terreni in cui i rifiuti siano stati abbandonati versino in stato di degrado e di trascuratezza».
Regolamentare le questioni di competenza del Comune
Ciò premesso, aggiunge Sicolo, «è di tutta evidenza come tale prova, a cui, ricordiamo, il Comune è legislativamente obbligato, risulti di ardua dimostrazione quando il proprietario del fondo sia un agricoltore e quel terreno sia la sua unica o principale fonte di reddito, essendo quel bene oggetto di una cura necessariamente attenta e peculiare.
I Comuni, di prassi, si limitano ad imputare al proprietario una colpa generica consistente di solito nell'assenza di recinzione o di videosorveglianza del fondo. Il nostro ordinamento, però, non prevede alcun obbligo specifico di vigilanza in capo al proprietario, tantomeno quello di recintare o videosorvegliare il bene, essendo sufficiente che la cura del fondo sia improntata all'ordinaria diligenza media.
Riteniamo sia finalmente giunto il momento di una puntuale regolamentazione delle questioni agricole e agrarie che afferiscono alle competenze del Comune, attraverso l’approvazione di un Regolamento di Polizia rurale che assicuri, nel territorio comunale, la corretta e regolare applicazione delle leggi e di ogni altra disposizione che interessi la cultura agraria e l’attività nelle campagne. Ove il Comune di Bitonto – conclude Sicolo – ritenesse di dar seguito a questa proposta, non più differibile, Cia Puglia è disponibile da subito a mettere a disposizione dell’Amministrazione e della comunità locale le proprie competenze e professionalità in materia. La nostra associazione attiverà ogni azione, sindacale e legale, a tutela di ogni agricoltore che dovesse essere vessato sulla questione dei rifiuti abbandonati».