Pescherecci alimentati con olio di frittura per tagliare i costi del gasolio. È l’ultima trovata dei francesi che puntano sul riciclo di scarti di alimentari per trovare alternative ai combustibili tradizionali. La sperimentazione sta partendo in questi giorni in uno dei 19 pescherecci della flotta del comune francese Capbreton, fa sapere Federcoopesca-Confcooperative che guarda con interesse a quella che è la prima operazione del genere messa in atto in Europa dall’Istituto francese degli oli vegetali puri (Ifhvp) organizzazione pioniera nel settore dei biocarburanti.
I motori non devono essere sostituiti, ma semplicemente adattati in modo da poter funzionare sia a gasolio sia a olio. L'olio potrà essere quello di cottura proveniente dalla ristorazione, ma anche il prodotto industriale debitamente lavorato. Questa operazione avrà comunque bisogno di una deroga da parte delle Dogane, visto che l’uso di olio usato alimentare riciclato é vietato per la combustione.
«La strada dei carburanti alternativi in Italia è tortuosa, ma non impraticabile», afferma la Federcoopesca, secondo la quale è utile ogni tentativo per cercare di trovare altre forme di alimentazione dei pescherecci. Oggi, infatti, i costi per il carburante arrivano ad incidere anche oltre il 60% sulla gestione delle attività di pesca. Un’imbarcazione della piccola pesca artigianale consuma 1 litro al miglio, mentre un peschereccio a strascico di medie dimensioni 10 litri al miglio quando è in navigazione e 25 in fase di pesca.