Con l’arrivo di una precoce estate è di nuovo allarme incendi in provincia di Lecce. Negli ultimi giorni, favoriti dal gran caldo ma soprattutto dai ritardi nell’espianto degli olivi secchi per Xylella fastidiosa, si sono sviluppati in varie aree, e in particolare a Ugento, Borgagne e Melendugno, grossi incendi che hanno divorato decine di ettari di oliveti ridotti, per abbandono forzato, a campi pieni di sterpaglie e infestanti. Gli ultimi incendi sono stati domati e controllati dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione Civile, ma il rischio di nuovi incendi è concreto. Con il caldo, il vento e gli olivi secchi, che fanno da combustibile altamente infiammabile, senza interventi immediati di espianto potranno scoppiare facilmente nuovi incendi che distruggeranno altri ettari di terreno, spesso costeggianti abitazioni e centri urbani.
Confagricoltura: «Evitare incendi olivi colpiti da Xylella»
«Serve intervenire con urgenza nell’espianto degli olivi secchi uccisi dalla Xylella per non provocare nuovi danni al Salento già martoriato da perdita di produzione e lavoro a causa del batterio». È quanto chiede il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro, sollecitando l’estirpazione degli olivi privi di vita senza dover attendere l’ultimazione delle istruttorie delle domande di reimpianto di olivi in zona infetta.
Confagricoltura Puglia evidenzia da tempo che, a più di otto anni dalla prima segnalazione ufficiale di focolai (ottobre del 2013 a Gallipoli e Alezio), la Xylella nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto ha colpito circa 150mila ettari di oliveti e causato la perdita di 33mila posti di lavoro. Il progetto di rigenerazione dell’agricoltura e del paesaggio dei territori colpiti, quindi, passa attraverso un aiuto economico pubblico ma, soprattutto, lo snellimento e la velocizzazione delle procedure da parte degli enti.
«Gli incendi che si sono sviluppati in questi giorni nel Leccese – evidenzia il presidente di Confagricoltura Puglia – sono un ulteriore colpo a una collettività che lotta per far ripartire la propria economia.
Se non verranno snellite le procedure per permettere l’espianto e il rimpianto di nuovi oliveti in breve tempo mancherà agli imprenditori del territorio la forza economica e morale per continuare a fare impresa dopo una tragedia economica come quella provocata dalla Xylella».
Coldiretti: «Incendi per Xylella, autorizzare espianti»
Anche per il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, vanno attivate immediatamente le procedure per gli svellimenti. «Sono troppi gli ettari di oliveti improduttivi da anni e abbandonati, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica. Gli olivi secchi sui terreni pieni di sterpaglie trasformano ogni estate il Salento in un enorme rogo con danni irreparabili sull’ambiente e sul turismo. Con gli olivi, trasformati in torce gigantesche, vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e cumuli di immondizia, creando nubi di fumo tossico che avvolgono anche i centri abitati. Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo, in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri».
Gli agricoltori, aggiunge Muraglia, chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.
«Il Salento muore di Xylella ma anche di burocrazia. Gli agricoltori chiedono di espiantare gli olivi danneggiati e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante di olivo da eliminare e da reimpiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea».