Il contributo del Crea al Piano olivicolo per la Calabria si è articolato in due documenti:
- il primo dal titolo “Piano di rilancio olivicolo della Regione Calabria”, che ha analizzato la realtà del comparto olivicolo calabrese,
- il secondo, richiesto sempre dall’Assessore, dedicato alle “Proposte operative per il rilancio del settore olivicolo-oleario della Regione Calabria”, trasmesso ufficialmente l’08/07/2024 e illustrato attraverso una conferenza stampa e un evento organizzati a Catanzaro presso la sede della Regione.
Ne parliamo con l’assessore all’agricoltura Gianluca Gallo che ne è l’ispiratore e il direttore del Crea-Ofa Enzo Perri, che ha redatto il piano insieme ai ricercatori del Crea-Pb e del Crea-Ofa della sede di Rende.
Assessore, quali sono i presupposti e le linee guida che hanno ispirato il Piano Olivicolo della Calabria?
«Con 160.000 ettari di oliveti la Calabria è la seconda regione olivicola italiana ed una delle più importanti al mondo. Un tempo questo settore faceva la ricchezza delle famiglie calabresi, oggi non è più così e bisogna dare impulso agli investimenti produttivi. Chi pensa di sopravvivere puntando sulle integrazioni dell’Ue si illude, perché la prossima Pac sarà molto severa. Secondo il Piano Olivicolo Regionale, messo a punto dal Crea-Ofa di Rende, 50 milioni di euro saranno destinati ad investimenti per nuovi oliveti o espianto e reimpianto di oliveti. Se non si fanno nuovi impianti saremo impreparati di fronte alle sfide e alle minacce che attendono il settore. La siccità del 2024 non sarà un caso isolato, i nuovi oliveti andranno attrezzati con l’irrigazione tanto per fare un esempio, poi bisogna aumentare la quantità e migliorare la qualità del prodotto.
Per il Piano Olivicolo Regionale era naturale che l’assessorato si rivolgesse al Crea-Ofa, che ha fatto un’ottima analisi di contesto ed ha messo in luce i punti da cui partire e gli strumenti tecnico-scientifici quali le tipologie di impianto da raccomandare».
Quando inizieranno i primi investimenti?
«Vogliamo fare presto, spero si potranno fare i primi investimenti regionali già nei primi mesi del 2025. Per il Bando Giovani abbiamo già predisposto una piattaforma regionale che dovrebbe consentire di accelerare i tempi per stilare le graduatorie. Mi auguro che il bando abbia successo, come è avvenuto con il bando per i frantoi nell’ambito del Pnrr. In Calabria l’adesione è stata alta ed ho inserito un corso di assaggio degli oli per i titolari delle aziende ed un corso di formazione per i dipendenti».
Ritiene che il Piano Olivicolo possa dare davvero un impulso decisivo all’olivicoltura calabrese?
«Sono molto fiducioso, vedo un atteggiamento diverso negli imprenditori calabresi e anche la percezione all’esterno dell’olio calabrese sta cambiando rapidamente. C’è maggiore consapevolezza di riuscire a qualificare il prodotto e posizionarlo nel modo giusto e al pari degli oli di regioni concorrenti. La vendita dell’olio calabrese sfuso con poco valore aggiunto sta diminuendo mentre aumenta il volume degli oli imbottigliati all’origine. L’Assessorato è impegnato nell’aumentare la competitività delle aziende anche attraverso l’allentamento dei vincoli della legge n. 48 del 2012 (divieto di estirpazione degli olivi, ndr), dare priorità alle aziende agricole per gli aiuti in regime biologico, e i finanziamenti ai Consorzi di Tutela a denominazione di origine che devono generare un effetto moltiplicatore sul settore. Infine, voglio sottolineare che rivendico la paternità del bando per la ristrutturazione del debito delle aziende agricole, che viene allungato con riduzione delle rate e in tal modo far loro riprendere fiato per effettuare gli investimenti per il futuro».
Al direttore Crea-Ofa Enzo Perri chiediamo qual è stato il ruolo della ricerca nella stesura del Piano Olivicolo Regionale.
«La crisi del comparto olivicolo-oleario nazionale, dovuta a numerosi fattori, tra i quali, la riduzione della produzione olivicola, gli elevati costi di produzione, il modesto ricorso alla meccanizzazione, la insufficiente concentrazione del prodotto, l’espandersi dell’infezione della Xylella fastidiosa in Puglia, richiedono interventi non più rinviabili che mirino ad una maggiore redditività e competitività del settore. Il rilancio della filiera olivicolo-olearia nazionale e regionale deve essere perseguito certamente sfruttando le risorse messe a disposizione dallo sviluppo rurale, purché siano capaci di attivare nuovi investimenti, maggiore aggregazione, incremento delle produzioni, valorizzazione dei prodotti e dei prodotti secondari, miglioramento della qualità, valorizzazione dei territori e delle tradizioni locali, introduzione di innovazioni, diffusione della conoscenza. Un ruolo prioritario in tal senso deve essere giocato dalle Regioni, attraverso la scelta di interventi ad hoc per il settore olivicolo nell’ambito degli strumenti messi a disposizione dal Piano strategico della Politica Agricola Comune della Unione Europea. I ricercatori del Crea Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia (Crea-Pb) e Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura (Crea-Ofa) di Rende, su esplicita richiesta dell’Assessore all’Agricoltura, hanno elaborato, grazie alle loro competenze specialistiche, dopo una approfondita analisi economica ed agronomica, e dopo aver dialogato con le altre istituzioni scientifiche e con gli attori della filiera olivicolo-olearia regionale, un pacchetto di proposte operative per il rilancio del settore olivicolo-oleario della Regione Calabria. Pertanto, il ruolo della ricerca nella redazione del Piano Olivicolo Regionale è stata fondamentale».