Pratiche commerciali sleali, Assitol soddisfatta per il decreto

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L’Associazione italiana dell’industria olearia plaude alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del provvedimento, che proibisce il ricorso a condizioni contrattuali gravose, e rilancia la sua storica battaglia contro il sottocosto dell’olio extravergine d’oliva

«Grazie a questo strumento normativo sarà possibile rendere più fluidi i rapporti all’interno della filiera olearia, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, a causa del rincaro dei prezzi alimentari». Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, esprime grande soddisfazione, attraverso le parole di Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva dell’Associazione, per la definitiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Decreto legislativo 198 dell’8 novembre 2021 sulle pratiche commerciali sleali.

Il Decreto legislativo sulle pratiche commerciali sleali

Come è noto, tale decreto, recependo la Direttiva Ue 2019/633, vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia tra imprese, sia nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. Il provvedimento prevede l'introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l'Unione europea e specifica le pratiche commerciali sleali vietate, elencando anche quelle che possono essere autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci nell'accordo di fornitura.

Gli effetti del decreto sul fronte olivicolo-oleario

Anna Cane
Anna Cane

«Sul fronte olivicolo-oleario – evidenzia Cane – la disposizione più rilevante è che non sarà più possibile imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, né tantomeno vendere prodotti alimentari al di sotto dei costi di produzione. Il decreto prepara il terreno a quello che dovrà essere il prossimo passo di Assitol, cioè il rilancio della nostra storica battaglia contro la vendita sottocosto dell’olio extravergine d’oliva».

Assitol contro le vendite sottocosto

Al riguardo Assitol ha già presentato a Bruxelles e in Italia una proposta finalizzata a imporre il divieto di effettuare vendite sottocosto, imponendo precise sanzioni amministrative. «Attualmente la normativa italiana consente la commercializzazione dell’extravergine a un prezzo inferiore rispetto al suo costo soltanto una volta l’anno. Tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa: da anni si assiste al ricorso al sottocosto in modo indiscriminato, senza alcun riguardo per la stagionalità e con ampia discrezionalità da parte della grande distribuzione. Col tempo, questo fenomeno ha provocato lo svilimento del prodotto olio d’oliva: i consumatori credono che l'extravergine sia un prodotto di modesto valore, non soltanto commerciale. A causa di questa spirale perversa è ormai opinione comune che l'olio d'oliva costi poco perché in realtà vale poco. Assistiamo così alla “caccia” del prezzo più basso, ormai divenuto l’unico criterio di scelta dell’extravergine».

Il prezzo sempre più basso toglie reddito agli operatori

La tendenza al prezzo sempre più basso, aggiunge Cane, determina anche la progressiva diminuzione della redditività degli operatori, rendendo sempre meno conveniente coltivare olive, produrre olio e confezionarlo. «Il rischio è che il prezzo al consumatore finale, nella maggior parte dei casi, non copra i costi di produzione. Un’autentica assurdità, se si pensa che lo stesso extravergine è uno dei punti di forza della nostra esportazione agroalimentare ed è molto apprezzato anche per l’apporto salutistico».

Per Assitol il decreto contro le pratiche commerciali sleali può aprire la porta ad altri provvedimenti, utili per ridare redditività al comparto dell’olio d’oliva, conclude Cane. «Chiediamo a tutti i componenti della filiera di condividere la nostra battaglia contro le vendite di olio sottocosto e ci auguriamo che, sulla questione, torni presto anche l’attenzione delle istituzioni, italiane ed europee».

Pratiche commerciali sleali, Assitol soddisfatta per il decreto - Ultima modifica: 2021-12-03T13:14:21+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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