Un po’ è colpa della crisi che ci attanaglia, un po' è anche colpa della mancanza di olive nella campagna appena conclusa. Fatto sta che le aziende produttrici di macchine e apparecchi per la raccolta delle olive chiuderanno il bilancio 2012 in sostanziale pareggio, non tanto per un boom di vendite mancato in coda all'anno appena terminato, quanto per una buona tenuta, se non un ampliamento dell'export, sul quale ora tutti puntano per portare a casa il fatturato.
È quanto è emerso da un ampio giro di interviste effettuato in occasione dell'ultima Eima, l'Esposizione internazionale di macchine per l'agricoltura e il giardinaggio tenutasi a Bologna all'inizio del novembre scorso (quindi ancora in piena campagna di raccolta).
In Italia lavori in corso
Il dato sostanziale è l'andamento stagnante delle vendite in Italia. All'inizio di novembre i cantieri erano ancora in atto, o addirittura appena avviati, quindi molti degli intervistati si sono astenuti dalla risposta, lasciando peraltro intravvedere un barlume di speranza, come Paolo Salvestrini, ad di Pellenc Italia: «Non me la sento si sbilanciarmi, la campagna è appena partita, quindi è adesso che ci aspettiamo di vendere». E se lo dicono alla Pellenc, azienda tra le più note e apprezzate dagli olivicoltori, oggi con il nuovo pettine vibrante Olivion, possiamo crederci!
Gli fa eco Renzo Soncini, direttore generale di Lisam, che sottolinea: «Siamo in ritardo di almeno 15 giorni sulla normale campagna, e abbiamo incominciato a vendere da pochi giorni. L'andamento sembra buono e, se sarà confermato, potremo chiudere con un bilancio “normale”, in linea con il 2010, che fu un altro anno “normale”, in contrapposizione con il 2011 nel quale abbiamo patito una contrazione. Certo, noi comunque non possiamo lamentarci troppo, visto che il nostro marchio è conosciuto da tempo, così come la nostra qualità, e i nostri clienti italiani ben lo sanno, ma per porci al riparo da questo andamento altalenante sarà necessario sviluppare anche il mercato estero».
Lisam si caratterizza per la gamma di tre pettini elettrici (fra cui il nuovo Oliv-One) e cinque pettini pneumatici (con il nuovo V8 Evo), tutti assai maneggevoli e altamente produttivi.
Mancanza di materia prima
Molti hanno lamentato la scarsità di olive che, giocoforza, annulla la necessità di aggiungere o sostituire gli attrezzi per la raccolta. Per Campagnola (che vanta la nuova testa di raccolta Alice), Zanon (con vari nuovi modelli, tra cui gli abbacchiatori Karbonium S, Murcielago e Olivar Electric Plus 12V) e Agritec (che ha presentato Flex e Flex-T) è principalmente questa la causa della riduzione nelle vendite, con la differenza che le prime due aziende chiuderanno l'anno con segno più grazie alla forte penetrazione sui mercati esteri, mentre l'ultima si ripropone fermamente per il 2013 di ampliare l'attuale 20% di export che annovera finora.
Poi c'è il caso Erreppi: l'azienda produce testate vibranti ad alto contenuto tecnologico, come Maga 600 autoallineante, già premiata ad Agrilevante 2011, Maga 500 e il braccio con testata vibrante Compact Maga 500, tutte macchine professionali di costo elevato. Guido De Luca, direttore vendite Italia, punta il dito su una stagione sfavorevole, a causa della siccità estiva: «Il Centro Italia aveva così poco prodotto da non sentire la necessità di acquistare macchine. Abbiamo venduto qualcosa in Calabria e Sicilia. Ma ciò che penalizza maggiormente una macchina tecnologica e quindi costosa come le nostre è l'attesa di finanziamenti attraverso i Psr: gli olivicoltori stanno aspettando che arrivino per impegnarsi nell'acquisto. Nell'attesa puntiamo sull'export, sul Nord Africa e sulla Turchia».
Paesi vecchi e nuovi
Quello dell'attesa dei finanziamenti è un tasto dolente rimarcato anche da altri produttori, come Antonio Carchedi, direttore vendite di Sicma: «Il mercato nazionale delle macchine “importanti” è paralizzato da questa attesa. Noi ci stiamo salvando grazie all'estero, non solo i Paesi tradizionali, come quelli nordafricani dal Marocco a Israele e Giordania e alla Turchia, ma anche quelli emergenti, quali Cile, Argentina e Uruguay, una bella sorpresa, a differenza di Spagna e Grecia che sono per noi mercati ormai chiusi». Sicma - ricordiamo - produce, fra le altre, macchine semoventi, raccoglitori e semiportati posteriori combinati con vibratore e ombrello rovescio, tutti a uso porfessionale.
E il Sud America rappresenta un ottimo sbocco anche per Minelli Elettromeccanica, come spiega il presidente Ermanno Minelli: «Forti di una gamma completa, con ben otto modelli di abbacchiatori elettrici Olivgreen, tra cui la nuova serie ML dall'innovativo sistema di raccolta tridimensionale brevettato, abbiamo tenuto in Italia, ma abbiamo senz'altro fatto meglio all'estero, soprattutto nei Paesi del Sud America».
Concordano invece con la saturazione dei mercati iberici alla Castellari: «La nostra export si concentra sull'altra sponda dell'Adriatico, con Slovenia e Croazia, a cui si aggiungono Turchia e Tunisia - spiega il direttore commerciale Enrico Castellari -. In Italia, invece, il ritardo nell'avvio della campagna di raccolta 2012/13 ci ha fatto pensare male, ma sembra in atto una ripresa che dovrebbe portarci sulle stesse cifre del 2011». I prodotti di punta di Castellari sono gli abbacchiatori elettrici della linea Olivance, che comprende quattro modelli.
La Turchia risulta essere un mercato molto interessante per le aziende italiane, tant'è vero che alla Bosco, specializzata in macchine semoventi con testata vibrante, stanno cercando di ampliarlo: «Finora ci siamo concentrati sull'Italia, in particolare sul Meridione che rappresenta l'80% del nostro fatturato - afferma l'amministratore Marco Bosco -, ma visto l'andamento degli ultimi anni ci stiamo indirizzando verso la ricerca di nuovi sbocchi in Asia Minore».
Anche Fernando Colizzi, titolare della Colizzi Pneumatica, azienda reduce da un 2011 in pareggio, punta per il 2013 sulla Turchia oltre che sul Nord Africa, con concrete speranze di buoni affari per la linea di abbacchiatori Oliver. Del resto, alla Paterlini, produttrice del pettine elettrico Twin Peaks, il bilancio è salvo proprio grazie alla Turchia che assorbe buona parte della produzione aziendale. E lo stesso ritornello vale anche per Francesco Lo Giudice, direttore commericale di Agris - Brumi: «L'annata è stata discreta, ma soprattutto grazie all'estero, Turchia al primo posto, seguita da Francia, Grecia e Spagna».
Un must, quello di aprire nuove opportunità oltre confine, come conferma Maurizio Mastolorenzi di Jolly Italia, che produce gli abbacchiatori pneumatici Ulisse e Ulisse Air con motore a turbina a riduttore epicicloidale: «Anche se siamo soddisfatti dell'andamento vendite 2012, sicuramente l'anno prossimo ci impegneremo nella ricerca di nuovi mercati all'estero.»
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