Un nuovo focolaio di Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST 53 è stato scoperto a Canosa di Puglia, con relativa zona tampone nella BAT (provincia Barletta-Andria-Trani).
Lo rende noto la Determinazione n. 179 del 14 dicembre 2020, con l’aggiornamento delle aree delimitate al suddetto batterio, pubblicata sul sito istituzionale www.emergenzaxylella.it della Regione Puglia.
Xylella, nuovo focolaio su Dodonaea viscosa
Il focolaio in agro di Canosa di Puglia è costituito da 8 campioni pool (campioni multipli) di piante di Dodonaea viscosa “purpurea” distribuite in due siti, raccolti in un centro produttivo, distanti fra loro circa 500 metri e infette da X. fastidiosa subsp. pauca ST53.
La Dodonaea viscosa “purpurea” è compresa fra le 34 piante finora accertate ospiti di X. fastidiosa subsp. pauca. È un arbusto, e a volte piccolo albero, sempreverde a crescita essenzialmente verticale e rapida che può arrivare fino a 3-4 metri di altezza.
Ben ramificato già alla base, ha foglie, simili a quelle del salice, che risultano di un particolare e interessante rosso porpora, il quale si intensifica nel corso delle stagioni fredde.
Coldiretti Puglia accusa frontiere colabrodo Ue
Come è arrivato il pericoloso batterio a Canosa di Puglia, in un “centro produttivo” distante più di 100 chilometri dal più vicino territorio infetto, cioè l’area al confine fra i territori di Monopoli e Polignano a Mare in provincia di Bari? Piuttosto che immaginare un “passaggio” così lungo, mediato da un trasporto passivo, è possibile che si sia verificato un caso di infezione come quello accaduto alcuni fa in Puglia, con l’importazione di piante ornamentali dalla Costarica.
Una ipotesi avvalorata da Coldiretti Puglia, la quale, attraverso le parole del presidente regionale Savino Muraglia, sostiene che «il caso di infezione da X. fastidiosa in agro di Canosa di Puglia, accertata su piante di Dodonaea viscosa “purpurea” in un “centro produttivo”, con relativa zona tampone nella BAT, mette nuovamente sotto accusa il sistema di controllo dell’Unione europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari.
Una politica europea troppo permissiva consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.
L’infezione sulla Dodonaea viscosa è stata immediatamente accertata e circoscritta, con la pronta attivazione di uno stringente cordone sanitario, grazie al senso di responsabilità del “centro produttivo” che ha un programma di analisi interne a calendario e il 14 ottobre scorso ha disposto il campionamento e le relative analisi sul lotto delle piante “specie ospite”, riuscendo a intervenire tempestivamente e attivando tutte le misure prescritte dal regolamento comunitario in caso di ritrovamento di fitopatie».