La celebrazione della pianta dell’olivo in tutte le sue declinazioni:
- uso alimentare in cucina,
- cosmesi,
- innovativi processi di produzione
- commercializzazione,
- incontri B2B,
- manufatti artigianali realizzati con la stessa pianta,
- laboratori,
- degustazioni
- conferenze.
Una kermesse che ha puntato a coinvolgere tutti: olivicoltori, frantoiani, tecnici, consumatori, opinion makers, bambini e famiglie. Tutto questo è stato Oasi, il Salone dell’Olivo, dell’ambiente, della salute e dell’innovazione promosso e realizzato dall’assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia e dalla Camera di commercio di Bari, insieme con la Fiera del Levante di Bari e Unioncamere Puglia e con il supporto tecnico-organizzativo del Consorzio italiano per il biologico (Cibi)-Premio Biol.
«Oasi oggi è una start up, ma deve diventare l’Olivitaly mondiale - ha dichiarato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni.- Questo è il modo migliore con cui il nostro territorio poteva reagire per ridare slancio al comparto colpito dal batterio Xylella e difendere gli oliveti, gli olivi e l’olio pugliese.»
«Xylella non ha colpito solo un comparto: ha attaccato il simbolo che dà identità alla Puglia, ma non compromette affatto la qualità del nostro olio extravergine, che resta il migliore al mondo. L’olivo è storicamente legato alle campagne pugliesi, al paesaggio, alla nostra vita. È il “focolare” collettivo intorno a cui si sono ritrovate intere comunità a scandire il tempo dell’esistenza, nel rispetto della natura e dell’alternanza delle stagioni. L’olivo, nel passaggio di testimone fra generazioni, è anche forziere di tradizioni che si sono fatte valori, ben oltre l’economia agricola. Perciò merita in pieno una fiera come Oasi».
Oasi, ha poi affermato il presidente della Cciaa di Bari, Alessandro Ambrosi, «celebra il nostro “albero della vita”, la pianta simbolo della Puglia e del Mediterraneo. La Puglia è la prima regione olivicola per superficie: oltre 377mila ha olivetati, pari al 32% del totale in Italia, e 190mila imprese. Il primato è confermato dai dati produttivi: quasi 12 milioni di quintali di olive, circa il 35% della produzione nazionale. E ben cinque Dop dell’olio extravergine di oliva riconosciute dall’Ue, che conferiscono ai nostri oli un’importante leva di differenziazione sui mercati nazionali ed esteri».
Per Nino Paparella, presidente del Cibi-Premio Biol, Oasi è «un viaggio a braccetto dell’olivo, motore di crescita per la Puglia e Bari. Abbiamo dato spazio a tutto:
- ai prodotti degli artisti e artigiani,
- ai desk per i giovani che vogliano diventare agricoltori,
- all’innovazione promossa da dipartimenti universitari, scuole superiori di formazione tecnica e distretti di ricerca,
- ai controlli e alla sicurezza dell’olio,
- al suo uso in una sana e corretta dieta attraverso showcooking, mostre e laboratori del pane, naturalmente condito con l’olio, passando per il “Bar dell’Olio” con le degustazioni guidate e il corso per assaggiatori insieme con l’ente di formazione Ifoc, il “patto città-campagna”, in ambito ambientale e paesaggistico,
- a temi tecnici come nuova Pac e Psr Puglia.
Senza dimenticare momenti più popolari e di interazione con il pubblico come la mostra mercato dei produttori biologici locali legati ai gruppi di acquisto solidale, la possibilità di portare in fiera il proprio olio da cucina per farlo analizzare gratuitamente, la libera donazione di libri e pubblicazioni su olivo e olio alla neonata biblioteca “Giulivi lettori”».