Migliorare la qualità e la tracciabilità del prodotto. È con questo fermo impegno che il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato mediante decreto lo standard di qualità dell’olio di oliva e della sansa di oliva. Gli obiettivi di tale impegno sono tre: rivalutare questo alimento, in particolare l'olio extravergine di oliva, soddisfare le nuove esigenze di trasparenza da parte dei consumatori e soddisfare una richiesta storica del settore olivicolo, che aggiorna la precedente normativa fissata da un regio decreto del 1983.
Spagna, decreto per normare olio di oliva
Il decreto approvato a fine agosto viene, infatti, incontro alle richieste del settore olivicolo di un aggiornamento normativo nell'interesse di una concorrenza leale tra tutti gli operatori. Esso include una serie di requisiti su tracciabilità, produzione e confezionamento del prodotto finale che consentiranno all'olio d'oliva spagnolo di essere classificato come quello di più alta qualità al mondo e con le massime garanzie durante tutto il processo produttivo. In pratica il Ministero dell'agricoltura, della pesca e dell'alimentazione vuole promuovere la qualità di questo alimento, favorire la conoscenza delle sue proprietà tra i consumatori spagnoli e collocarlo al suo giusto posto. Intende infatti valorizzare e dare il prestigio che merita a questo alimento iconico della produzione agroalimentare spagnola e della dieta mediterranea.
Standard di qualità, le novità introdotte
In primo luogo, per evitare confusione tra i consumatori, i termini "vergine" ed "extra vergine", denominazioni per puro succo di oliva, possono essere utilizzati solo per l’olio di oliva e non per qualsiasi altro grasso vegetale nel mercato spagnolo.
Viene inoltre rafforzato il divieto di mescolare l’olio di oliva con altri oli. D'ora in poi è vietato che gli alimenti che contengono olio di oliva nella loro composizione possano evidenziarlo nel nome di vendita (se lo devono fare nell'elenco degli ingredienti) al fine di non trarre in inganno il consumatore. Ad esempio, spezie o condimenti a base di olio d'oliva non possono utilizzare i termini "olio d'oliva” o “sansa di oliva" nel loro nome commerciale.
Garantire ai consumatori prodotto di altissima qualità
Sulla stessa linea di garantire ai consumatori un prodotto di altissima qualità, in Spagna è vietata la pratica nota come “refrescado”, che consiste nel mescolare oli di oliva vergini della campagna in corso con altri delle campagne precedenti al fine di migliorare le caratteristiche organolettiche del prodotto più vecchio. Al contrario, si è visto che tale pratica influisce sulla durata dell'olio, che viene accorciata rispetto a quella degli oli della campagna presente. È una pratica consentita dalla normativa precedente, vecchia di quasi 40 anni fa.
Piano nazionale di controllo della tracciabilità
D'ora in poi, il settore olivicolo avrà uno specifico piano nazionale di controllo della tracciabilità, coordinato dal Ministero dell'agricoltura, della pesca e dell'alimentazione e gestito dalle autorità competenti delle comunità autonome. Si tratta di un rafforzamento del controllo ufficiale in tutto il settore che porterà a maggiori garanzie per il consumatore.
La ricerca della massima trasparenza sarà rafforzata anche con la pubblicazione di report sui risultati dei controlli di conformità e tracciabilità del prodotto. L'accesso dei consumatori a questi report è un altro elemento per fornire loro la massima sicurezza sui prodotti che consumano.
Per la prima volta si obbliga ad avere un sistema di tracciabilità standardizzato, molto impegnativo, che si tradurrà in maggiori garanzie per il consumatore. Inoltre i movimenti dell'olio devono essere coperti da documenti di accompagnamento, strumento essenziale per un maggiore controllo. Pertanto i movimenti di oli sfusi devono essere accompagnati da un bollettino di analisi che garantisca che la categoria dichiarata è quella che afferma di essere. Questo sistema di controllo, che non esiste in nessun altro paese al mondo, pone la Spagna in prima linea nei requisiti di qualità dell'olio d'oliva.
Il Ministero dell'agricoltura, della pesca e dell'alimentazione metterà a disposizione delle autorità di settore e di controllo un sistema informatico per effettuare la notifica preventiva e obbligatoria di qualsiasi movimento che interessi il prodotto.
Un codice di buone pratiche
Per promuovere l'immagine dell'olio extravergine di oliva, sarà redatto un codice di buone pratiche ad adesione volontaria, concordato tra il Ministero dell'agricoltura, della pesca e dell'alimentazione e il Ministero del consumo, nonché con le associazioni rappresentative del settore produttivo, dell'industria, della distribuzione e dei consumatori.
L'obiettivo è duplice: migliorare la percezione da parte dei consumatori dell'olio di oliva vergine e rafforzare la qualità della categoria "extravergine". In questo modo, il codice includerà misure specifiche come il miglioramento del confezionamento e della presentazione dell'olio extravergine di oliva, in modo tale che il consumatore identifichi che sta acquistando un prodotto di straordinaria qualità.
Infine il decreto dispone che i contenitori di olio extravergine di oliva per i consumatori finali nei ristoranti e nelle comunità devono essere non ricaricabili, al fine di evitare pratiche fraudolente.
Spagna, leader in produzione ed export di olio di oliva
La Spagna è il principale produttore ed esportatore di olio di oliva nel mondo. Possiede oltre 2,75 milioni di ettari di uliveti, che rappresentano il 15,1% della superficie coltivata e il 10,1% della superficie agricola utile, con la presenza in 15 delle 17 comunità autonome.
L’olivo è una coltura che ha una forte componente sociale, territoriale e paesaggistica, in particolare l'oliveto tradizionale. Precisamente, il 60% della superficie coltivata a oliveto è tradizionale, le cui caratteristiche sono l'oliveto ad alta pendenza (21%) e bassa resa (42%). Pertanto, la sua struttura aziendale è strettamente legata alle aree rurali, che generano più di 32 milioni di salari per campagna.
Più di 350.000 agricoltori si dedicano alla coltivazione degli uliveti; produzione che ha generato un importante tessuto industriale nelle aree rurali, con 1.831 frantoi, 1.763 impianti di imbottigliamento e 63 sansifici, che mantiene circa 15.000 posti di lavoro nel settore.
L'olio d'oliva è il terzo prodotto agroalimentare più esportato dalla Spagna, in più di 150 paesi di destinazione, con un valore di oltre 2.800 milioni di euro all'anno e una bilancia commerciale favorevole che contribuisce al saldo positivo dell’intero settore agroalimentare.