La Xylella adesso è realmente arrivata alle porte di Bari

xylella bari
La demarcazione del nuovo focolaio di Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53 ritrovato a sud di Bari
Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia: «Conseguenze tragiche se la Xylella avanza ancora. L’avanzata del batterio è un monito: si nomini un commissario, Ue e governo stanzino nuove risorse. Si aiuti il Salento a ricostruire il suo potenziale e si intervenga per evitare che i focolai si espandano”

Adesso è proprio realtà. Dire che la Xylella è alle porte di Bari non è più un preventivo e scaramantico grido di allarme per scongiurare un negativo traguardo simbolico della corsa del batterio verso la Puglia settentrionale. Perché il ceppo ST53 di Xylella fastidiosa subsp. pauca è realmente arrivato a Bari. Infatti ne è stato ritrovato un nuovo focolaio, costituito da sei olivi e tre mandorli, a breve distanza dalla periferia meridionale di Bari, in direzione della frazione barese di Torre a Mare. Il ritrovamento è stato possibile grazie all’intensa attività di monitoraggio, campionamento e analisi avviata dalla Regione Puglia attraverso l’Osservatorio fitosanitario per individuare eventuali focolai delle tre subspecie di Xylella fastidiosa (pauca, multiplex e fastidiosa) presenti nel Barese. Il Servizio fitosanitario regionale ha già provveduto con apposita delibera alla demarcazione del nuovo focolaio.

Sicolo: «Xylella a Bari, ma rischio di assuefazione»

Gennaro Sicolo
Gennaro Sicolo

Sulla Xylella c’è il rischio concreto che una certa “assuefazione” faccia calare il livello di attenzione. L’avanzamento del batterio e delle sue diverse subspecie, alcune delle quali capaci di attaccare non solo l’ulivo, e i focolai nel Barese sono un monito: se non si agisce con forza e tempestività, la situazione potrebbe esplodere. Così Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, commenta il ritrovamento di un altro focolaio di Xylella fastidiosa subspecie pauca alla periferia di Bari.

«Ribadiamo la necessità di un commissario straordinario»

Già lo scorso 25 giugno, chiamato in qualità di presidente di Italia Olivicola, Sicolo era stato molto chiaro durante l’audizione convocata dalla XIII Commissione della Camera dei Deputati, proprio nell’ambito di un’indagine conoscitiva sullo stato dell’arte nel contrasto alla diffusione del batterio. Sia in quella occasione sia al recente convegno nazionale a Bitonto, Sicolo ha messo in evidenza un concetto che ora torna ad affermare: «Il governo deve nominare un commissario straordinario, che abbia potere di intervenire con rapidità e con una nuova dotazione di risorse a disposizione anche per nuovi investimenti nella ricerca. Un commissario che possa coordinare le attività di contenimento nella fascia cuscinetto, sollecitando amministrazioni pubbliche, Ferrovie dello stato e altri enti a fare la propria parte, adottando subito le opportune misure fitosanitarie. Non bastano solo i piani di contenimento, bisogna soprattutto promuovere la ricerca scientifica al fine di trovare la giusta terapia per salvare le piante. Finora abbiamo avuto solo diagnosi, ma restiamo in attesa che la ricerca ci dia la terapia. Urge un intervento deciso della Regione Puglia, del governo e della Unione europea».

Xylella a Bari, rischio grave per tutta l'olivicoltura pugliese

Più volte Cia Puglia ha proposto un commissario che abbia poteri e risorse adeguate in modo da mettere in pratica le misure di contrasto del batterio, nonché attuare un vero e proprio piano di rigenerazione delle tre province maggiormente colpite, quella di Lecce innanzitutto, assieme ai territori del Brindisino e della provincia di Taranto.

«Bisogna rafforzare tutti gli strumenti e le iniziative di contrasto alla patologia, con cui stiamo già facendo i conti da oltre dieci anni, attraverso un più sistematico sostegno alla ricerca scientifica, creando e rafforzando una rete internazionale capace di trovare soluzioni finalmente efficaci – aggiunge Sicolo –. Ma è evidente che il governo nazionale e quello regionale, anche col sostegno più forte e presente della Ue, devono fare molto di più sul contrasto, onde evitare l’ulteriore diffusione della Xylella. Se il batterio dovesse dilagare nel Barese e, da qui, in tutto il nord della Puglia, l’olivicoltura pugliese rischierebbe seriamente di essere totalmente azzerata. È un’eventualità disastrosa che porterebbe conseguenze tragiche, come purtroppo è già accaduto nel Salento, dove il potenziale produttivo olivicolo è andato quasi del tutto perduto, anche se adesso si lotta per rigenerarlo. Ed è una lotta che va sostenuta seriamente e celermente. Ci vuole unità di intenti, con una cabina di regia nazionale, per lo stanziamento di nuove risorse, il rafforzamento delle attività di prevenzione e lo snellimento delle pratiche burocratiche».

«Sostenere la scienza, su cui facciamo affidamento»

Cia Agricoltori Italiani ha sempre fatto affidamento sulla scienza, conclude Sicolo.

«Governo nazionale e Unione europea sostengano la task force scientifica, in modo che la ricerca arrivi finalmente a soluzioni efficaci e applicabili. Cia Puglia, come sempre, sarà al fianco degli agricoltori, delle istituzioni e degli istituti di ricerca scientifica per continuare a fare la propria parte in una lotta contro la Xylella che deve, però, mobilitare tutti, ognuno per il proprio ruolo e le proprie possibilità, affinché questa piaga sia finalmente estirpata».

La Xylella adesso è realmente arrivata alle porte di Bari - Ultima modifica: 2024-07-31T11:14:04+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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