Olivicoltura sostenibile e più competitiva

olivicoltura sostenibile
Tavolo dei relatori alla conferenza dedicata al Manifesto della Produzione Olivicola Sostenibile.
Costa d’Oro e Confagricoltura si propongono di guidare il settore verso un futuro più verde, sostenibile e produttivo, dove tradizione e innovazione si incontrano per creare un valore duraturo per l’ambiente, l’economia e la società

Costa d’Oro, azienda di Spoleto tra i principali protagonisti del settore olivicolo italiano, e Confagricoltura, una delle maggiori organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo, hanno presentato oggi a Palazzo della Valle il “Manifesto della Produzione Olivicola – Volume 1: La Sostenibilità come leva competitiva di produttività e alta qualità”. Questo importante documento rappresenta una visione concreta e innovativa per il futuro della filiera olivicola italiana, con l’obiettivo di affrontare le numerose sfide che il settore si trova a dover superare, specialmente in un contesto globale in cui il cambiamento climatico e le esigenze di sostenibilità stanno diventando sempre più pressanti.

Il manifesto è stato sviluppato con la collaborazione di partner accademici, tecnici agronomi, olivicoltori e associazioni di categoria come Assoprol, in un’iniziativa volta a promuovere il dialogo tra gli attori della filiera. L’approccio proposto si basa su tre principi fondamentali:

Conoscenza, Condivisione e Crescita.

Il documento, infatti, non si limita a fornire linee guida, ma intende favorire una stretta collaborazione tra gli operatori del settore, mettendo in rete conoscenze ed esperienze per raggiungere obiettivi comuni in termini di sostenibilità e produttività.

La situazione attuale del settore olivicolo italiano

L’Italia è attualmente il secondo produttore mondiale di olio d’oliva, rappresentando circa il 15% della produzione globale, ed è il primo Paese consumatore con una media di 82 litri pro capite all’anno. Il nostro Paese vanta anche il primato per la varietà di olive da olio, con oltre 500 genotipi e ben 42 oli Dop (denominazione d’origine protetta) e 8 Igp (indicazione geografica protetta).

Nonostante questi numeri, il settore olivicolo italiano sta attraversando una fase critica. La campagna olivicola 2024-2025 si prospetta particolarmente complessa, con un calo di produzione significativo a causa della naturale alternanza delle stagioni e delle difficili condizioni climatiche che hanno caratterizzato anche quest’anno.

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Da sinistra: Pascal Pinson, Tiziana Sarnari, Luca Sebastiani, Maurizio Servili.

Secondo le previsioni di Tiziana Sarnari di Ismea, presentate durante l’evento, l’Italia soffrirà un calo produttivo che contrasta con l’andamento positivo di altri Paesi produttori. Questo squilibrio ha avuto un impatto anche sui prezzi, che hanno registrato un incremento significativo, con il prodotto italiano che ha superato la soglia dei 9 euro al chilo. In questo contesto, la sfida della sostenibilità diventa un’opportunità per il comparto olivicolo, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico.

Il Manifesto della Produzione Olivicola Sostenibile

Il “Manifesto della Produzione Olivicola Sostenibile”, presentato da Pascal Pinson, Direttore Generale di Costa d’Oro, è un documento che intende proporre una visione di lungo termine per la filiera, puntando sulla sostenibilità come leva strategica per la competitività. L’obiettivo dichiarato è di recuperare, gestire o piantare oltre un milione di alberi di ulivo entro il 2030, con un impatto positivo non solo sull’ambiente, ma anche sull’occupazione agricola. La Planet O-live Academy, creata per sostenere questo progetto, mette in rete università, associazioni di settore, agricoltori e frantoiani, con l’obiettivo di codificare le migliori pratiche di produzione sostenibile.

Pinson ha sottolineato come la collaborazione tra i vari attori della filiera sia cruciale per superare le sfide che il settore olivicolo deve affrontare, tra cui il cambiamento climatico, le difficoltà nel recepire innovazioni tecnologiche e l’abbandono degli oliveti, specialmente in quelle aree dove gli ulivi rappresentano una risorsa paesaggistica fondamentale per la prevenzione del dissesto idrogeologico.

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L’importanza della condivisione delle conoscenze

Uno degli elementi chiave del Manifesto è il coinvolgimento diretto degli agricoltori e dei tecnici agronomi attraverso la condivisione delle esperienze. Luca Sebastiani, docente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e uno dei protagonisti dell’Academy, ha sottolineato l’importanza del dialogo tra gli attori della filiera, evidenziando come la condivisione delle esperienze possa contribuire a focalizzare la ricerca scientifica su aspetti concreti, in linea con le esigenze quotidiane degli agricoltori.

Storie di Academy

In questo senso, le “Storie di Academy” rappresentano un altro strumento fondamentale per il Manifesto. Si tratta di testimonianze dirette degli olivicoltori, che condividono le proprie esperienze nel settore, mettendo in luce come le pratiche sostenibili possano diventare leve strategiche per migliorare la produttività e la qualità. Tra le prime testimonianze incluse nel Manifesto, quella di Pierluigi Taccone ha dimostrato come la scelta di puntare sulla qualità abbia permesso di compensare la riduzione della produzione. Sabina Cantarelli e Pier Riches, invece, hanno evidenziato come la produttività e il rispetto per l’ambiente possano andare di pari passo, sottolineando la necessità di un’integrazione armonica tra sostenibilità e produttività.

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Innovazione e valorizzazione dei sottoprodotti

Un altro tema centrale emerso durante la presentazione è stato quello della valorizzazione dei sottoprodotti della produzione olivicola. Maurizio Servili, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia, ha spiegato come attualmente solo il 15% dell’oliva trasformata in olio venga adeguatamente valorizzato, mentre il resto del frutto viene spesso considerato uno scarto. La gestione inefficiente dei sottoprodotti non solo rappresenta uno spreco di risorse, ma può addirittura generare costi aggiuntivi per gli agricoltori, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle coltivazioni.

Servili ha inoltre illustrato i progetti di economia circolare su cui l’Università di Perugia sta lavorando da anni, volti a migliorare il processo di estrazione meccanica degli oli vergini e a recuperare e riutilizzare gli scarti della produzione. La collaborazione con aziende come Costa d’Oro rappresenta, secondo Servili, una spinta decisiva per implementare queste soluzioni su larga scala.

Il futuro del settore olivicolo

Il Manifesto della Produzione Olivicola Sostenibile non è solo un documento programmatico, ma un vero e proprio piano d’azione che mira a coinvolgere tutti gli attori della filiera in un percorso di innovazione e sostenibilità. Marco Viola di Assoprol ha annunciato che, per sostenere questo processo, l’Academy ha arruolato cinque nuovi tecnici agronomi, che avranno il compito di supportare gli olivicoltori sul territorio, offrendo consulenze e promuovendo la condivisione delle migliori pratiche.

Walter Placida, presidente della Federazione Nazionale Olivicola di Confagricoltura, ha concluso l’evento sottolineando l’importanza della collaborazione tra imprese, tecnici e agricoltori. «Abbiamo condiviso il progetto del Manifesto e partecipato alla sua stesura grazie all’esperienza di prestigiose aziende e ai tecnici agronomi delle nostre sedi», ha affermato Placida, esprimendo l’auspicio che questa iniziativa possa rappresentare un passo importante verso uno sviluppo futuro non solo sostenibile, ma anche commercialmente competitivo per tutto il settore olivicolo italiano.

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Olivicoltura sostenibile e più competitiva - Ultima modifica: 2024-09-12T13:32:18+02:00 da Barbara Gamberini

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