Europa e nuove regole

EUDR, giovani e olivicoltura: cosa cambia davvero per chi produce

giovani olivicoltura
Tra rinvii, semplificazioni e strategie per il ricambio generazionale, Bruxelles ridisegna le politiche agricole. L’Italia deve farsi trovare pronta: tracciabilità, digitale e giovani sono le parole chiave del futuro olivicolo

La settimana di Strasburgo ha aperto una fase di trasformazione per il mondo agricolo europeo. Tre le decisioni che più incideranno sulle aziende olivicole italiane:

  • la revisione del Regolamento contro la deforestazione (EUDR);
  • il no del Parlamento al monitoraggio forestale europeo;
  • e la nuova strategia per i giovani agricoltori.

Tre facce di una stessa sfida: rendere l’agricoltura europea più sostenibile, digitale e attrattiva per le nuove generazioni, senza schiacciare le imprese tra burocrazia e costi aggiuntivi.

EUDR: più tempo, ma è il momento di muoversi

Il regolamento anti-deforestazione (EUDR) mira a impedire la commercializzazione di prodotti legati alla distruzione delle foreste. L’olio d’oliva non è un prodotto a rischio, ma le nuove procedure avranno ricadute indirette su tutto il comparto agroalimentare. La Commissione ha annunciato scadenze differenziate: 30 dicembre 2025 per grandi e medie imprese e 30 dicembre 2026 per micro e piccole aziende agricole o frantoi.
Il sistema informatico europeo (EUDR Information System) chiederà

  • dati di geolocalizzazione,
  • registri digitali aziendali
  • e dichiarazioni di conformità.

Chi oggi aggiorna le proprie mappe aziendali e digitalizza i registri olivicoli, domani sarà pronto anche per future estensioni della norma.

«Chi si attrezza ora per la digitalizzazione sarà pronto per affrontare i futuri controlli di filiera», commentano fonti del Parlamento europeo.

Giovani agricoltori: il capitale umano del futuro

La Commissione europea ha lanciato la strategia per la generational renewal, con un obiettivo “aspirazionale”: raddoppiare la presenza di giovani in agricoltura entro il 2040, passando dal 12% al 24%. Gli Stati membri sono invitati — non obbligati — a destinare almeno il 6% della spesa agricola nazionale a misure per i giovani. Per l’Italia, ciò significa costruire bandi e strumenti concreti: accesso al credito, premi d’insediamento, formazione tecnica e sostegno alle start-up agricole. Nel settore olivicolo, questa è un’occasione storica per favorire il ricambio e attrarre nuove competenze.

«Servono strumenti veloci e realistici: non progetti irraggiungibili per aziende di piccole dimensioni», sottolineano le organizzazioni dei giovani olivicoltori.

Monitoraggio forestale: uno stop che pesa anche sugli oliveti

Con 370 voti contrari, il Parlamento ha bocciato il quadro europeo di monitoraggio forestale. Una decisione che sembra lontana dal mondo olivicolo, ma che tocca da vicino molte aree collinari o terrazzate dove gli oliveti convivono con boschi e macchia mediterranea. Senza un sistema comune di osservazione ambientale, il rischio è una gestione disomogenea del territorio e una minore capacità di prevenire incendi o degrado.

Cosa sapere sull’EUDR

Obiettivo Bloccare prodotti agricoli legati a deforestazione o degrado ambientale
Entrata in vigore 30/12/2025 per grandi imprese – 30/12/2026 per piccole e micro
Cosa richiede Geolocalizzazione, dichiarazioni di conformità, tracciabilità digitale
Perché interessa l’olio Impatta sulla catena logistica e sulle procedure di export/import
Consiglio pratico Digitalizzare mappe aziendali e registri di campo già dal 2025

Tre azioni per prepararsi

  1. Digitalizzare la gestione aziendale. Aggiornare mappe catastali, registri di campo e dati produttivi: serviranno per le nuove piattaforme europee.
  2. Cercare bandi e reti di sostegno per giovani agricoltori. Le misure PAC regionali possono finanziare investimenti in sostenibilità e innovazione.
  3. Rafforzare la tracciabilità di filiera. Collaborare con consorzi di tutela e frantoi per costruire sistemi condivisi di certificazione ambientale e di origine.

In prospettiva: tra regole e opportunità

L’Europa sta ricalibrando le proprie politiche agricole. Da un lato chiede semplificazione, dall’altro non rinuncia alla transizione sostenibile. Per l’olivicoltura italiana la sfida è duplice:

  • adattarsi alle nuove norme senza appesantirsi di burocrazia
  • e, al tempo stesso, valorizzare la qualità come marchio distintivo nei mercati globali.

Chi saprà investire in trasparenza, innovazione digitale e competenze giovani potrà trasformare gli obblighi in un vantaggio competitivo. Il futuro dell’olio passa anche da qui: dalla capacità di anticipare l’Europa.

EUDR, giovani e olivicoltura: cosa cambia davvero per chi produce - Ultima modifica: 2025-10-23T10:21:14+02:00 da Barbara Gamberini

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