L’olio d’oliva manca. Le quantità disponibili sono scarse. E a causa di tale limitata disponibilità le aziende olearie temono di non riuscire a garantire ai consumatori i loro prodotti nei prossimi mesi. In un quadro così difficile, la costante spinta promozionale potrebbe addirittura anticipare l’esaurimento dei già scarsi quantitativi di olio a disposizione. È l’allarme che lancia Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria, che già lo scorso autunno aveva preannunciato le difficoltà del comparto.
Disastrosa annata 2022-2023 e rincari materia prima
«Le cause della ridotta disponibilità di olio d’oliva, e in particolare di olio extra vergine d’oliva, sono la scorsa disastrosa annata olivicolo-olearia, su cui hanno inciso siccità ed episodi di meteo estremo, e i rincari della materia prima – spiega Andrea Carrassi, Direttore Generale dell’Assitol –.
Sta succedendo quello che avevamo paventato agli inizi della campagna: a causa della scarsa produzione, il nostro comparto rischia di non avere a disposizione la quantità di olio sufficiente a rifornire il mercato nei prossimi mesi».
Assitol: «Per olio d’oliva quadro destinato a peggiorare»
Nella campagna olivicola-olearia 2022-2023 l’Italia ha registrato un pesante calo produttivo, pari al 30% in meno di olio. A pesare sui mercati, tuttavia, è stata soprattutto la situazione della Spagna, primo produttore mondiale di olio d’oliva, che ha visto dimezzare i propri quantitativi a causa della siccità prolungata, attestandosi sulle 700mila tonnellate.
«Questa contrazione record ha generato l’impennata verso l’alto dei costi della materia prima, cui si sono aggiunti i rincari energetici e quelli del confezionamento. La disponibilità di olio d’oliva, sia in Italia sia all’estero, è quindi ai minimi termini. Per giunta, stando alle prime previsioni sulla prossima campagna, il quadro è destinato a peggiorare, a causa del perdurare della siccità in Spagna e in buona parte del Mediterraneo».
Scarsa disponibilità non ferma vendite promozionali
Lo scenario, anche in futuro, sarà segnato dalla scarsità di materia prima e da costi di produzione in ascesa, con evidenti ricadute sui consumi.
«La diminuita disponibilità di olio ed i conseguenti rincari non hanno però fermato le vendite promozionali, mettendo così a rischio i già scarsi quantitativi di olio extra vergine a disposizione – denuncia Carrassi –. In questi mesi l’olio è divenuto un bene prezioso e il ricorso al sottocosto potrebbe anticipare l’esaurimento dei nostri prodotti. Ecco perché ribadiamo l’appello al senso di responsabilità di tutta la filiera, dalla produzione agricola all’industria che rappresentiamo, fino alla grande distribuzione, affinché sia possibile garantire l’olio d’oliva sulle tavole degli italiani».