Si è chiuso nelle Marche il 1° Corso di specializzazione “Cura e manutenzione di olivi ed oliveti storici”, organizzato da AIOMA (Associazione Interregionale Olivicola del Medio Adriatico), con ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche) e Scuola Potatura Olivo, il 20-21 maggio.
Modalità e obiettivi del corso
Un corso estremamente innovativo, diretto da Giorgio Pannelli, riservato esclusivamente a potatori professionisti, adeguatamente formati, addestrati e valutati, iscritti all’Elenco degli operatori abilitati alla potatura dell’olivo e/o all’elenco dei Potatori Certificati della Scuola Potatura Olivo.
Un modello di formazione basato su lezione frontale in aula e dimostrazioni pratiche su olivi e oliveti storici, per mettere in sicurezza le piante esaltando il loro valore agronomico e/o ornamentale.
Il corso si inserisce perfettamente nel piano strategico della nuova Pac, ed introduce un sistema innovativo di conduzione degli olivi e degli oliveti nel rispetto delle esigenze economiche del produttore, fisiologiche dell’olivo ed ecologiche dell’ambiente.
42 i diplomati, provenienti dal nord al Sud Italia, con le loro esperienze, la voglia di approfondire e di aggiornarsi, con la loro passione, le loro realtà, il desiderio di stare insieme e condividere emozioni, oltre che i prodotti tipici regionali, nel segno dell’amicizia.
Grandi sinergie tra gli organizzatori, oltre alla collaborazione del Comune di Osimo, dell’azienda Villa de Bosis 1840 di Castelfidardo e dell’azienda Giordano Giampaoli di Potenza Picena, che hanno messo a disposizione la sede per la lezione teorica, le piante secolari/monumentali e gli oliveti di interesse storico per le dimostrazioni ed esercitazioni pratiche.
Il webinar di presentazione del corso
Il corso è stato introdotto dal Webinar del 18 maggio, organizzato in collaborazione con Edagricole, su “Caratterizzazione e valorizzazione della biodiversità olivicola delle Marche – risultati di un triennio di indagini”.
Un progetto, che ASSAM sta portando avanti nell’ambito della Legge Regionale 12 del 2003 - Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano, su olivi storici/monumentali della principali varietà autoctone delle Marche, nell’area di origine e/o maggiore diffusione, nell’ottica del recupero della biodiversità, punto di forza per la valorizzazione della olivicoltura marchigiana; la collaborazione del CNR – IBBR di Perugia consente la identificazione genetica di chioma e pollone, e per la datazione al radiocarbonio (C14) per la stima dell’età delle piante più significative.
Al corso Barbara Alfei dell’ASSAM ha ribadito il valore delle piante di interesse storico / monumentale, che rappresentano delle vere e proprie icone della biodiversità, sculture naturali, opere d’arte, un tesoro da custodire, un bene fruibile, in grado di valorizzare i percorsi turistici e gli itinerari della biodiversità.
Abbiamo il dovere morale di conservare tali monumenti viventi e tutelarli dagli scempi, garantire la sanità, oltre che l’estetica, per tramandarli ancora alle future generazioni, nei secoli dei secoli.
La tutela passa anche attraverso una corretta manutenzione delle piante secolari, la salvaguardia da capitozzature o danni alla struttura legnosa e alla chioma, la protezione da agenti climatici e parassitari. Il valore delle piante storiche/monumentali è, oltre che nella capacità di produrre olive se ben gestite (valore agronomico), nel generare bellezza e valorizzare un territorio (valore ornamentale), offrendo un prodotto di qualità peculiare, possibilmente monovarietale, in un contesto ambientale, storico, culturale e paesaggistico capace di emozionare il consumatore…il valore del terroir.
Proteggere le piante di interesse storico e monumentale è affidarle a potatori professionisti formati e “certificati” da Assam e/o Scuola Potatura Olivo che sappiano valorizzare la pianta secondo i principi del vaso policonico, piuttosto che a tagliatori/boscaioli, che abbiano il solo scopo di abbassare la chioma, effettuando spesso delle capitozzature con ingenti e irreparabili danni alla struttura delle piante.
La nuova Pac, ecoschema 3
Tutto ciò anche in linea con la nuova PAC - ECOSCHEMA 3 - Contributi per la salvaguardia delle piante storiche, che riconosce la centralità del paesaggio come componente integrata nelle filiere produttive e, in particolare, il paesaggio dell’olivo come elemento identitario del patrimonio paesaggistico italiano.
L’ecoschema 3 vuole promuovere il ricorso a buone pratiche agronomiche, per un accresciuto beneficio ambientale, tra cui l’obbligo di potatura annuale delle chiome secondo criteri stabiliti.
Potatura dell’olivo a scopo produttivo e a scopo ornamentale
Giorgio Pannelli, Direttore della Scuola Potatura Olivo, durante la lezione teorica e ancor più durante le operazioni di potatura in campo, ha ribadito più volte la differenza tra la potatura a scopo produttivo e quella a scopo ornamentale, consigliando un ulteriore giro di riflessione intorno all’albero…«Un vaso policonico sta dentro ad ogni olivo…ma ad ogni costo??»
Talvolta, infatti, occorre cercare un compromesso tra le due possibilità, quando la dimensione della pianta e la struttura naturale della chioma consigliano di trascurare la produzione di frutti da raccogliere dall’albero, a favore di una produzione di bellezza da raccogliere ogni qualvolta si ammiri un capolavoro della natura.
Gestione della chioma
Nell’olivo di valore agronomico la gestione della chioma è finalizzata alle migliori prestazioni produttive; nell’olivo di valore ornamentale, invece, mira alla massima espressione estetica e, al contempo, la messa in sicurezza della pianta; va elaborato un programma di manutenzione degli alberi tenendo presente
- l’età,
- le dimensioni,
- lo stato fisiologico e strutturale,
- nonché l’ambiente.
Particolare attenzione è stata dedicata al problema della carie, a cui spesso sono soggette le piante vecchie, al rapporto chioma radici, polimorfismo dell’olivo, settorialità, dominanza apicale e gradiente conico.
Potatura dell’olivo secolare
NO capitozzatura: tagliare un grosso ramo equivale a far morire una radice, di dimensioni proporzionali a quelle del volume di chioma asportata, aumentando il rischio che l’albero possa sradicarsi ed esponendo una grande quantità di tessuti indifesi all’aggressione dei patogeni. Le piante capitozzate sono pertanto potenzialmente pericolose.
Con la potatura degli olivi secolari si prevengono danni meccanici alla struttura che potrebbero compromettere la sanità e la stabilità dell’albero; i principali obiettivi sono, quindi, la sicurezza, l’estetica e la conservazione dello stato di salute degli alberi. Il rischio non sta nell’altezza ma nella debolezza dello scheletro e/o dell’apparato radicale.
La potatura deve essere eseguita possibilmente durante l’inverno, prima del germogliamento. Sono da preferire potature frequenti che limitano i grossi tagli, evitano forti stress e, nel contempo, eliminano fonti di inoculo di varie malattie; tagli con diametro superiore a 12-13 cm rallentano infatti la cicatrizzazione e fungono da porta di ingresso per gli agenti della carie.
I tagli devono essere eseguiti correttamente senza danneggiare o asportare il collare di cicatrizzazione, in modo da rispettare l’integrità del sistema di difesa volto a compartimentare l’area della ferita.
Gestione del terreno
Una elevata dotazione di humus nel terreno rappresenta la migliore riserva di fertilità per l’immediato e per le future coltivazioni. Diserbo e lavorazioni, particolarmente in assenza di concimazione organica, provocano una drastica riduzione del contenuto in humus nel terreno, e limitano la biodiversità sia vegetale che animale. Si consiglia pertanto l’inerbimento permanente, che consente la produzione di capillari assorbenti nello strato superficiale di terreno dove ci sono maggiori disponibilità di nutrienti e talvolta anche di acqua.
Un intervento di fertilizzazione razionale e sostenibile deve restituire i nutrienti richiesti dalla pianta assecondandone il ritmo di assorbimento durante il ciclo annuale, in modo da esaltare la produttività della coltura (in quantità e in qualità), evitare gli sprechi di prodotti chimici, salvaguardando l’ambiente, grazie alla riduzione della percolazione profonda dei nitrati.
È inoltre necessario mantenere alto il livello di sostanza organica mediante apporti periodici (es. compost ogni 2-3 anni) nell’interfila subito dopo la raccolta.
Relativamente all’irrigazione, nell’oliveto è possibile attuare strategie di deficit idrico controllato, cioè fornire ridotti quantitativi di acqua in corrispondenza della fase meno sensibile allo stress senza ridurre i risultati produttivi. Con la difesa fitosanitaria, infine, si dovrà porre particolare attenzione alla salvaguardia dello stato di salute delle foglie dell’anno precedente con ripetuti trattamenti rameici preventivi, a sostegno delle notevoli esigenze energetiche dell’albero, con particolarmente riferimento ai fiori in fase di avvio per percorso produttivo.
L’augurio è che tutto il patrimonio olivicolo italiano, almeno quello più rappresentativo e di maggior valore storico e paesaggistico, possa finire nelle sapienti mani di professionisti, esperti conoscitori della specie olivo, delle sue esigenze fisiologiche ed agronomiche, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita.
Hello . I am the regional representative of olive agriculture in Iran and I am currently staying in Italy. For this reason, I have been asked to negotiate with companies that conduct olive planting and maintenance training courses. Based on this, I request you to tell me if interested people from Iran can participate in your face-to-face classes? And if the answer is yes, please send me the schedule, duration, related costs, and subjects to be taught. Thank you for taking the time to read my email
Dear Sir, if you are interested in “Scuola di potatura”, you can write to info@scuolapotaturaolivo.it.
Best regards