Nei giorni scorsi i dirigenti delle sei principali associazioni di produttori olivicoli pugliesi (Assoproli Bari, Società cooperativa agricola Aproli Bari, Apo Associazione provinciale olivicoltori di Foggia, Apol Associazione produttori olivicoli di Lecce, Terre di Ulivi, Otb Oliveti Terra di Bari) avevano espresso, in modo compatto e determinato, una posizione unitaria: «Riuniremo a Bari gli olivicoltori di tutta la Puglia. Questa Politica agricola comunitaria non va bene. Bisogna porre rimedio a 20 anni di distrazione della Pac che ha danneggiato l’olivicoltura italiana e, in particolare, quella pugliese, che ne rappresenta quasi il 50%. Presenteremo le nostre proposte, rivolgendoci al Ministero dell’Agricoltura e alla Regione Puglia, affinché prendano in mano il dossier e facciano tutto quanto è in loro potere per cambiare questo stato di cose. Non dovesse bastare, siamo pronti a una mobilitazione totale, fino al possibile ricorso alla Corte di Giustizia europea».
E così hanno fatto. Nel capoluogo pugliese centinaia di olivicoltori provenienti da tutte le province pugliesi, arrabbiati e pronti a dare battaglia, si sono incontrati e confrontati sul tema spinoso della nuova Pac. E hanno presentato la piattaforma rivendicativa all’assessore regionale Donato Pentassuglia, che, collegato online, ha ascoltato critiche, richieste e proposte. A lui gli olivicoltori hanno chiesto che la Regione Puglia si faccia portavoce delle loro istanze presso il governo nazionale e l’Unione europea.
Totale disappunto su Piano strategico Pac 2023-2027
Gli olivicoltori pugliesi hanno espresso totale disappunto su efficacia, equità e applicabilità degli interventi contenuti nel Piano strategico della Pac per il quinquennio 2023-2027 e hanno rivolto al Ministero e alla Regione Puglia un appello chiedendo l'introduzione di modifiche e deroghe, tali da applicare e rendere realmente fruibili le politiche di sostegno a favore del comparto olivicolo.
«Con la nuova Pac, e in virtù di un peggioramento progressivo e costante nelle ultime due decadi, gli olivicoltori pugliesi hanno perso il 66% delle risorse un tempo destinate a sostenere e rafforzare una filiera fondamentale del settore primario italiano e mondiale. In questo modo viene uccisa la nostra olivicoltura.
Così come sono stati concepiti, gli ecoschemi, il sostegno accoppiato al reddito e il Fondo AgriCat generano criticità dal punto di vista operativo e comportano conseguenze negative sotto i profili agronomico e qualitativo delle produzioni, nonché per l’ambiente e l’occupazione. La Pac, così com’è stata concepita, rende difficile per gli olivicoltori pugliesi fruire di molte delle misure previste.
Questo significa che senza modifiche si perderanno risorse importanti. C’è il rischio di rendere ancora più fragile un comparto produttivo di primaria importanza in Puglia, già fortemente colpito da eventi avversi di natura fitosanitaria (la Xylella nel Salento), mercantile (la cronica carenza di potere contrattuale con l’industria e la distribuzione) e climatica (la siccità del 2022 e le intense piogge del 2023, con effetti negativi sul potenziale produttivo)».
Sollecitati tempestivi rimedi a Ministero e Regione Puglia
L’esperienza delle ultime settimane per la presentazione della domanda unica annuale della Pac per il 2023, con i continui confronti con le imprese, ha evidenziato l’esistenza di palesi assurdità che è necessario superare rapidamente, per evitare un impatto devastante per la sostenibilità economica delle imprese olivicole e del territorio pugliese, hanno sostenuto gli olivicoltori. Perciò hanno ritenuto necessario sollecitare tempestivi rimedi da parte del Ministero e della Regione Puglia.
«Al Ministero chiediamo la modifica di alcuni interventi contenuti nel Piano strategico che, così come approvato dal precedente governo, non garantisce un'adeguata applicabilità, in quanto incompatibile con le condizioni strutturali e di funzionamento del sistema olivicolo pugliese.
Alla Regione chiediamo di intervenire, utilizzando gli ambiti discrezionali previsti dalle disposizioni vigenti e dai documenti di programmazione, per integrare e adattare gli interventi della Pac 2023-2027 sulla base delle specifiche esigenze dell’olivicoltura del nostro territorio. In particolare evidenziamo la necessità di introdurre le deroghe consentite, sfruttando così gli ambiti discrezionali che sono lasciati alla libera decisione delle Regioni e delle Province autonome».
La Regione Puglia convochi subito un tavolo tecnico
In prospettiva, in aggiunta alla correzione degli elementi della nuova Pac che risultano palesemente privi di qualunque base scientifica, gli olivicoltori pugliesi esortano la Regione Puglia a convocare subito un tavolo tecnico urgente al fine di evitare che si possano ripresentare simili aberrazioni.
«Occorre garantire e salvaguardare il giusto peso e una concreta attenzione alle istanze del sistema agricolo pugliese che, come è ben noto, occupa una posizione di rilievo a livello nazionale, per valore della produzione, occupazione creata, capacità di esportazione, qualità e distintività delle produzioni.
All’interno della piattaforma di rivendicazione, oltre alle modifiche agli ecosistemi e al sostegno accoppiato al reddito, prioritari sono le deroghe e gli interventi che spettano alla Regione Puglia, che dovrà farsi carico del dossier in tempi rapidi, entro la fine di giugno, facendosi portavoce dei propri olivicoltori. E dovrà essere l’assessore Pentassuglia a seguire direttamente la questione, senza deleghe, in modo da dare tempestività ed efficacia alle azioni da intraprendere».