In Basilicata il comparto olivicolo avrà, per la campagna 2023, un calo di circa il 40% della raccolta di olive rispetto alla media degli ultimi anni. È la stima dell’Oprol-Organizzazione di produttori olivicoli lucani (Oprol), aderente a Cia Basilicata, tenendo conto dei pesanti segni lasciati sugli oliveti lucani dalle piogge intense e dalle forti grandinate di maggio e giugno.
Oprol Basilicata: «Soluzioni immediate e ragionate»
L’allarme di Paolo Colonna, presidente dell’Oprol Basilicata (che associa 2.800 olivicoltori e 18 frantoi di tutte le aree olivicole lucane), nasce dall’analisi della prima parte della campagna olivicola e dalle osservazioni in campo degli olivicoltori lucani.
«Pensavamo che, nonostante un periodo di fioritura e allegagione in cui si erano altalenate giornate piovose e temperature non ideali, avevamo superato tali difficoltà abbastanza bene.
Poi, però, sono seguite “bombe d’acqua” e grandinate intense. Olivi secolari sono stati squarciati, la post-allegagione è stata in gran parte compromessa, notevole la cascola di olive appena formate.
Gli alberi sono poveri di olive. Perciò chiediamo soluzioni immediate e ragionate a sostegno del comparto, che, peraltro, si è appena lasciato alle spalle un anno nero per l’intera olivicoltura mondiale».
2023, da anno di svolta ai danni da crisi climatica
L’annata olivicolo-olearia 2022 si è chiusa in Basilicata con 3.427 tonnellate di olive raccolte, 492 tonnellate di olio d’oliva prodotto e una resa olio/olive del 14,36%.
«Avevamo indicato il 2023 come anno di svolta per l’olivicoltura, in particolare per quella lucana, e invece – aggiunge Colonna – siamo costretti a difenderci dai danni dovuti alla crisi climatica e non solo. Non si sottovaluti il mantenimento dei nostri oliveti per la salvaguardia del territorio e del paesaggio. Perciò chiediamo che l’olivicoltura torni al centro dell’agenda del governo nazionale e di quello regionale».