Crescono del 16% in Gran Bretagna i consumi di oli extra vergine di oliva italiani, con in testa Toscana, Puglia, Umbria e Liguria. È emerso da un seminario di Ice e Unaprol a Londra, dove è stato sottolineato come il valore degli oli e grassi vegetali Oltremanica è stimato in oltre 420 milioni di sterline. L’olio di oliva piace soprattutto agli over 55 che consumano in volume il 33,6% del prodotto, il doppio rispetto agli altri gruppi di età.
«Le imprese olivicole italiane che vogliono fare fortuna sul mercato inglese - afferma Fortunato Celi Zullo, direttore dell'Agenzia Ice di Londra - devono coniugare tradizione e innovazione, puntando esclusivamente sull'alta qualità, rispetto per l'ambiente e consumo etico».
Quanto alle vendite, nella gdo le private label rappresentano il 60% in quantità e il 55% in valore. Sul fronte dei prezzi, per 1 litro si va dalle 3 alle 8/9 sterline nella gdo per arrivare a 30 sterline nelle boutique specializzate di enogastronomia. Secondo un'indagine Unaprol tra i consumatori inglesi il 46% acquista consapevolmente extra vergine di oliva prodotto in Europa, il 43% senza sapere se è di origine europea, mentre l'11% del campione non usa oli di oliva prodotti nella Ue; solo il 39% del campione lo riconosce attraverso la lettura delle etichette, il 31% si lasciano suggestionare dal colore, il 20% dal sapore, mentre il 10% ammette di non sapersi destreggiare.
«Nel Regno Unito il consumo di olio extra vergine di oliva è in aumento - commenta il presidente di Unaprol, David Granieri - il che significa che le abitudini alimentari dei consumatori britannici stanno cambiando orientandosi verso prodotti di alta qualità come quelli prodotti e offerti dalle filiere tracciate di Unaprol».