OLInVAL, l’olivicoltura di precisione in montagna: droni e DSS

olivicoltura di precisione montagna
Droni, DSS e reti agrometeo per rendere più sostenibile l’olivicoltura di montagna. Dal webinar promosso da Fondazione Fojanini, CREA ed Edagricole, le esperienze in Valtellina e Liguria, tra innovazione tecnologica, sicurezza e nuove prospettive normative
Matteo Zucchini, moderatore del webinar.

Che cosa si intende per olivicoltura di precisione in oliveti di montagna? Il recente webinar “Agricoltura di precisione: soluzioni applicabili all’olivicoltura in territorio montano, tecniche di monitoraggio, esperienze con l’uso di droni e strategia per l’olivicoltura valtellinese”, organizzato da Fondazione Fojanini in collaborazione con il CREA e Edagricole, ha provato a rispondere a questa domanda, incrociando dati scientifici, esperienze pratiche e riflessioni. I 560 partecipanti non si son lasciati scappare l’occasione preziosa di poter capire come la ricerca possa tradursi in strumenti concreti per la vita quotidiana.

Il webinar fa parte delle azioni previste dal progetto OLInVAL: Strategie informative per un’olivicoltura di qualità in Valtellina, progetto che promuove tecniche moderne e un approccio di economia circolare che riutilizza i sottoprodotti della filiera oleario-olivicola.

Guarda le slide della presentazione del webinar di Matteo Zucchini

Agricoltura di montagna, criticità e opportunità tecnologiche

L’olivicoltura sta vivendo un’espansione nelle aree prealpine, che sembrava impossibile mezzo secolo fa, ma che grazie al cambiamento climatico e di alcuni scenari socioculturali, sembra trovare sempre più spazio in queste aree. A dimostrazione di questo scenario, vi è l’aumento di aziende olivicole in certe regioni del nord Italia. Questo è il quadro mostrato dal moderatore all’inizio del webinar prima di presentare il primo relatore, il dott. Martino Salvetti, del Servizio difesa fitosanitaria della fondazione Fojanini.

Nella relazione: “Le esperienze condotte in provincia di Sondrio sul rilevamento agrometeo e l’utilizzo di sistemi informatizzati per la viticoltura”, il relatore ha mostrato le esperienze concrete della viticoltura e olivicoltura valtellinese, descrivendo le difficoltà di un’agricoltura di montagna:

  • terrazzamenti ripidi,
  • frammentazione delle proprietà,
  • impossibilità di meccanizzazione
  • e forte dipendenza dalla manodopera familiare.

I progetti della Fondazione, nati nell’ambito della viticoltura 4.0 e trasferibili all’olivicoltura, si sono concentrati su diversi aspetti di monitoraggio ed intervento che possano facilitare la gestione degli appezzamenti.

La rete agrometeo e i DSS sono stati implementati con centraline meteo innovative da cui poter gratuitamente scaricare i dati. In questo modo si possono alimentare i Sistemi di Supporto alle Decisioni (DSS), o modelli previsionali, che permettono di calibrare gli interventi in modo oculato anziché "a calendario riducendo l’utilizzo di prodotti fitosanitari.

Guarda le slide dell’intervento di Martino Salvetti su “Le esperienze condotte in provincia di Sondrio sul rilevamento agrometeo e l’utilizzo di sistemi informatizzati per la viticoltura”

Droni per la difesa fitosanitaria: risultati e sicurezza

La fondazione ha anche testato l’uso di droni per la distribuzione di prodotti fitosanitari grazie ad una deroga ministeriale ai fini sperimentali. In questo caso le prove condotte (principalmente in viticoltura, ma con risultati estendibili) hanno confrontato l’uso del drone (ad esempio il DJ I Agras) con il metodo più diffuso, ovvero la lancia a mano.

Sebbene l’utilizzo del drone debba ancora essere perfezionata i risultati su Plasmopara viticola in vigneto sono stati positivi rispetto al testimone non trattato, ma forse il risultato migliore arriva dalla sicurezza per l’operatore. Infatti, l’esposizione dell’operatore è risultata nettamente inferiore rispetto a chi effettua il trattamento manualmente: i residui rilevati sulle tute, nel caso di utilizzo della lancia, erano fino a 700 volte più alti rispetto a quelli riscontrati con il drone. Risulta simile, e di valore trascurabile, la deriva prodotta dai due metodi.

Come ci si aspettava anche i tempi di esecuzione degli interventi sono molto ridotti, quasi ad un quinto con l’uso dei droni.

L’esperienza ligure: mappatura e sensori per gli oliveti

Il secondo intervento invece, ha trasferito i partecipanti in Liguria, regione dove l’olivicoltura presenta molti punti in comune con quella che è e potrà essere l’olivicoltura Valtellinese. A mostrarci i risultati di sperimentazioni con droni ed altri strumenti SSD è stato il dott. Ph.D. Giovanni Minuto, direttore generale del Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola (CeRSAA) di Albenga.

La Liguria sta subendo, come in molti altri areali, un cambiamento nella gestione degli oliveti, con una grossa fetta di oliveti abbandonati. Per migliorare la situazione, in primis si sono mappati gli oliveti della Liguria, discriminando gli oliveti coltivati da quelli abbandonati, il tutto tramite imaging satellitare (Sentinel 2) in modo da avere un quadro della situazione più preciso.

In seconda battuta, invece si è studiato l’utilizzo di sensori che aiutano nelle decisioni degli olivicoltori. Infatti, unendo i dati e la conoscenza fisiologica si potrebbero evitare tante situazioni che possono portare a basse produzioni se non nulle.

Trappole Attract and Kill, la lotta alla mosca dell’olivo con i droni

Il cuore della presentazione ha riguardato l’impiego strategico dei droni per una lotta Attract and Kill della mosca dell’olivo. L’uso di tale tecnica, in abbinamento all’uso di droni, si potrebbe rivelare una strategia vincente poiché si associa un volume ultra-basso di sospensione fitoiatrica (circa 15-30 litri per ettaro) e una riduzione importante dei tempi di lavoro. La distribuzione dei prodotti con il drone non differisce da quella eseguita da terra, dal punto di vista dell’efficacia dell’intervento, garantendo allo stesso tempo fenomeni di deriva estremamente limitati. La qualità dei risultati dipende

  • dalle attività preparatorie al volo,
  • dalla determinazione della giacitura del suolo,
  • all’individuazione delle sagome e dei centroidi delle piante,
  • fino al calcolo delle quantità di sospensione fitoiatrica da erogare in funzione delle pressioni di distribuzione e degli ugelli montati a bordo.

Normativa e prospettive future per l’uso degli APR

Ad oggi, l’uso dei droni per trattamenti fitosanitari è limitato dalla normativa che li considera mezzi aerei, riservandone l’uso alla sola sperimentazione. Tuttavia, dal 2026 si attendono sviluppi normativi che consentiranno l’esecuzione di programmi sperimentali in azienda. A tale proposito, il dott. Minuto ha sottolineato che i droni volano a quote molto basse (circa 2-6 metri sopra la chioma delle piante), rispetto a quelle, ben superiori, a cui devono volare elecotteri o aerei, ai quali, pertanto, non dovrebbero essere equiparati.

La complessità della gestione degli APR e i costi connessi suggerisce, per le aziende di piccole dimensioni, l’uso condiviso di questo strumento, rivolgendosi a sistemi o gruppi di consulenza, al fine di

  • ottimizzare gli interventi su ampie superfici,
  • garantire un utilizzo professionale
  • ed evitando l’acquisto autonomo del drone.

Guarda le slide dell’intervento di Giovanni Minuto su “Monitoraggio del potenziale olivicolo. Monitoraggio fitopatologico e agronomico. Difesa sanitaria mediante droni”

Rivedi il webinar

OLInVAL, l’olivicoltura di precisione in montagna: droni e DSS - Ultima modifica: 2025-12-18T15:10:59+01:00 da Barbara Gamberini

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