Olive al frantoio entro 6 ore: decreto, critiche e proposte

olive in frantoio
Dal 1° luglio 2025 entra in vigore il DM 460947: commercianti di olive obbligati a consegnare il prodotto raccolto ai frantoi entro 6 ore. La norma punta a trasparenza e qualità, ma suscita proteste: rischi di incostituzionalità, squilibri di mercato e ipotesi di proroga

Con il Decreto ministeriale n. 460947 del 18 settembre 2024, il Ministero dell’Agricoltura introduce un vincolo inedito: a partire dal 1° luglio 2025 i commercianti di olive dovranno registrare sul registro SIAN e consegnare le partite di olive ai frantoi entro 6 ore dall’acquisizione dagli olivicoltori.

La misura, inserita nell’attuazione della legge 206/2023 sul Made in Italy, mira a rafforzare tracciabilità, trasparenza e qualità dell’olio extravergine di oliva. La freschezza del frutto è cruciale appunto per la qualità dell’olio. Dopo la raccolta, le olive devono essere portate al frantoio nel minor tempo possibile per evitare processi di ossidazione o fermentazione che danneggerebbero l’olio.

Chi è soggetto all’obbligo

Il decreto si applica ai commercianti, ossia tutte le imprese che acquistano e rivendono olive destinate alla produzione di olio, comprese le Organizzazioni di Produttori e i consorzi che operano come intermediari.

Ne restano esclusi i frantoi che acquistano e rivendono olive e gli olivicoltori che conferiscono solo il prodotto proprio. Diversamente, chi integra la produzione con acquisti da terzi assume la qualifica di commerciante.

Cosa deve fare il commerciante

Registrare l’orario di acquisizione e quello di consegna.
Le olive devono essere consegnate al frantoio entro sei ore dall’acquisizione da parte del primo commerciante. Anche le registrazioni relative devono avvenire entro lo stesso lasso di tempo.

Usare documenti che riportano orario e data acquirente/cedente, anche nell’eventualità che i documenti non coincidano con l’atto reale.
L’orario di acquisizione/cessione deve essere documentato nei documenti commerciali; l’orario di acquisto viene arrotondato all’ora successiva e annotato nel campo “Note” del registro telematico.

In caso di olive “frutto pendente”, il conteggio parte dal termine della raccolta. Se più olivicoltori sono coinvolti in una partita, si considera l’orario della prima acquisizione.

Nel caso di partite “massali” (quando una partita di olive è composta da più lotti/acquisizioni), il tempo decorre dall’acquisizione della partita che arriva prima.

Criticità operative

Il limite delle 6 ore è stato giudicato troppo rigido da gran parte del settore.

  • Nei trasferimenti interregionali, ad esempio dalla Puglia alla Liguria, i tempi di viaggio superano facilmente la soglia.
  • Per le olive da mensa destinate a olio, la selezione richiede procedure lunghe e incompatibili con il vincolo.
  • L’obbligo vale solo per i commercianti, non per i frantoi che operano anche come intermediari: una disparità che rischia di creare concorrenza sleale.

Il sistema informatico (il registro telematico SIAN) richiede aggiornamenti per gestire in modo chiaro gli orari di registrazione: al momento non dispone di un campo dedicato per l’orario, che deve essere inserito nelle “Note”.

Dubbi giuridici e costituzionali

Diversi esperti sollevano questioni di legittimità costituzionale:

  • l’art. 3 Cost. (principio di uguaglianza) sarebbe leso dall’esclusione dei frantoi;
  • l’art. 41 Cost. (libertà d’impresa) risulterebbe compresso da un termine temporale così rigido;
  • a livello UE, il vincolo potrebbe confliggere con l’art. 34 TFUE sulla libera circolazione delle merci e con il principio di proporzionalità.

Le reazioni della filiera

Unapol, Confagricoltura e ItaliaOlivicola hanno chiesto al MASAF un confronto tecnico dove propongono di:

  • estendere l’esonero previsto per gli olivicoltori anche a cooperative e OP;
  • introdurre deroghe per trasferimenti oltre i 100-200 km;
  • valutare proroghe o correttivi per evitare squilibri di mercato;
  • aggiornare e potenziare il registro SIAN per uniformare i dati.

Secondo Tommaso Loiodice (Unapol): «La finalità è condivisibile, ma serve un’applicazione compatibile con la realtà operativa».

Anche AIFO, associazione dei frantoiani oleari, denuncia il rischio di blocco della filiera e paralisi in molte regioni.

Ipotesi di proroga

Il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra si è detto disponibile a una proroga di dodici mesi per consentire un’applicazione più graduale. L’ipotesi sarà discussa al tavolo olivicolo nazionale, mentre il settore attende chiarimenti per non compromettere l’imminente campagna 2025-2026.

In sintesi

Il decreto 460947/2024 nasce per garantire qualità e contrastare le frodi, ma la sua applicazione rigida e fredda rischia di penalizzare commercianti e frantoi. Una revisione con deroghe mirate o un rinvio potrebbe permettere di conciliare gli obiettivi di trasparenza con la sostenibilità economica e logistica della filiera.

Continueremo a tenervi aggiornati.

Olive al frantoio entro 6 ore: decreto, critiche e proposte - Ultima modifica: 2025-09-23T16:08:11+02:00 da Barbara Gamberini

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome