Un “cavillo numerico” che investe una filiera essenziale, determinante e maggioritaria per la regione, quella dell’olio. Tutto a causa di uno sforamento dell’acido eptadecenoico, l’acido grasso monainsaturo che negli oli di Carolea, la pianta di olivo più diffusa in Calabria, sfora il limite dello 0,3 imposto dai regolamenti comunitari, attestandosi tra lo 0,3 e lo 0,38.
Insomma, l’olio calabrese non potrebbe più fregiarsi dell’etichetta di extra vergine. Con quel che ne consegue vista l’importanza economica del settore nella regione.
La Calabria è infatti tra le prime regioni italiane per superficie investita ad oliveti e per produzione di olio e questo regolamento europeo in materia di qualità degli oli extra vergine di oliva potrebbe fortemente penalizzare il settore.
Per questo il Presidente della Regione Mario Oliverio ha scritto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina per chiedere, con urgenza, un incontro con i rappresentanti della filiera olivicola calabrese e per arrivare ad una deroga temporanea del Reg. Ue 2015/1830.
La normativa comunitaria infatti comprometterebbe la commercializzazione di alcune produzioni calabresi di grande qualità perchè dalle analisi chimiche si evince che i valori dell’acido eptadecenoico supererebbero di poco quelli consentiti.