Istituito con una legge del 2014, l’obbligo di utilizzo delle confezioni originali munite di tappo antirabbocco era stata la conquista che doveva non solo far sparire le oliere dai tavoli dei ristoranti ma soprattutto contrastare la contraffazione e la pratica del riempimento con oli diversi da quelli originariamente contenuti dalla bottiglia. L’uso di questi sistemi – oggi ancora da consolidare nella pratica della ristorazione - va innanzitutto a tutela del consumatore, per il quale il sistema di riempimento delle oliere e o delle bottiglie non porta nessuna garanzia sull’origine né sulla qualità del prodotto, ma soprattutto sulla corrispondenza del prodotto all’etichetta della bottiglia.
La normativa, anticipata nella legge 9 del 2013, art. 7 e riaffermata dalla legge 161 del 2014 prescrive che “gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta”.
Lo scorso anno, il Ministero dello Sviluppo economico (Mise), preso atto della richiesta di alcune associazioni di industriali dell’agro-alimentare, ha evidenziato la problematica della pericolosità del tappo antirabbocco a biglia, mentre adesso si è avviato un tavolo d’intesa con le associazioni di produttori e distributori per rivedere i protocolli riguardanti i sistemi di chiusura antifrode degli oli di oliva.
Il tappo antirabbocco non sarebbe sicuro perché il suo uso improprio, ovvero la manomissione del sistema di sicurezza, lo rendono pericoloso per il consumatore finale.
Con l’avvio di un protocollo d’intesa presentato nei giorni scorsi al ministero si fa concreta la possibilità che venga bloccata la vendita ai consumatori delle bottiglie munite di questo sistema di chiusura, di fatto bandendolo dal mercato.
Unaprol: «Il tappo antirabbocco funziona, servono maggiori controlli»
La posizione delle associazioni di produttori olivicoli è un secco rifiuto al blocco delle bottiglie con chiusura antirabbocco, ma sottolinea la necessità di contrastare le manomissioni per ridurre i rischi per il consumatore.
«È fondamentale avviare un programma straordinario di controlli che renda efficace ed effettivo l’obbligo previsto dalla legge – spiega David Granieri, presidente di Unaprol – I tentativi di manomissione di questo strumento e le conseguenti sofisticazioni del prodotto dimostrano la necessità di intervenire urgentemente. La pericolosità, infatti, nasce solo ed esclusivamente al momento “della manomissione del meccanismo di sicurezza” ed è quindi legata a un uso improprio. Si potrebbero fare centinaia di esempi analoghi di oggetti a rischio dopo esser stati manomessi. Il tappo antirabbocco funziona e tutela sia i consumatori sia le aziende che producono oli di qualità, proteggendole dai tentativi di contraffazione. Non è pensabile limitare la libertà d’azione sul mercato dei produttori, bloccando la vendita delle bottiglie di questo tipo alla grande distribuzione, tanto più ricorrendo a un protocollo invece che allo strumento legislativo. Inoltre, limitarsi ad approfondire solo questo aspetto significherebbe sprecare una grande opportunità, fare un passo indietro nella trasparenza e penalizzare le aziende che hanno sostenuto costi elevati per adeguarsi alla normativa. Per questo, riteniamo essenziale che vengano coinvolti tutti i soggetti della filiera olivicola e le associazioni dei consumatori e che il Ministero effettui studi e accurati approfondimenti tecnici non limitandosi a recepire una serie limitata e imprecisata di segnalazioni provocate da manomissioni».
Italia Olivicola: «Tappo antirabbocco, una conquista di legalità»
E anche Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, ribadisce che non si può tornare indietro rispetto a quella che è stato e può continuare ad essere uno strumento di trasparenza per il settore dell’olio: «L’obbligo del tappo anti-rabbocco sulle bottiglie di olio extravergine d’oliva è stata una conquista di legalità per la salvaguardia del prodotto di qualità e per garantire il consumatore finale e nelle discussioni avviate dal Ministero dello Sviluppo Economico abbiamo chiarito senza infingimenti che non faremo alcun passo indietro sulla questione. Occorre rafforzare tutti i meccanismi che possano favorire il consumo di oli di qualità, garantire il lavoro dei produttori onesti e la salute di chi acquista il prodotto.
La questione dei tappi anti-rabbocco col meccanismo a biglia è nata da un centinaio di segnalazioni che hanno un minimo comune denominatore: la manomissione del tappo stesso. Non è possibile, quindi, mettere in discussione un sistema di commercializzazione onesto e trasparente basandosi su manomissioni magari dovute alla volontà di adulterare il prodotto stesso. Siamo certamente favorevoli all’individuazione di forme di tutela complete del consumatore ma, allo stesso tempo, non possiamo permetterci di perdere una faticosa conquista che ha certamente favorito un percorso di trasparenza nel settore del commercio dell’olio. Invitiamo i Ministeri interessati e gli enti preposti al controllo ad intensificare le verifiche per certificare che l’olio extravergine d’oliva in bottiglia risponda realmente alle norme previste per l’immissione sul mercato e chiediamo agli stessi di costruire, insieme a tutta la filiera e alle associazioni dei consumatori, un percorso di trasparenza che favorisca la produzione italiana di qualità. Prima di parlare di come migliorare il sistema dei tappi antirabbocco, quindi, pensiamo a come contrastare frodi e contraffazioni che inquinano il mercato, a come evitare che le svendite sottocosto e le aste al massimo ribasso pregiudichino i sacrifici degli agricoltori».