L’olio extravergine di oliva “Marche” Igp è piccola ma vuole crescere, in primo luogo ampliando le superfici olivetate. Annovera, a oggi, solo 66 operatori iscritti, alcuni dei quali hanno più di un ruolo (50 olivicoltori, 26 frantoiani, 30 confezionatori e 3 intermediari), per una produzione certificata pari ad appena 207 quintali nel 2017, primo anno di attività, e a soli 183 quintali nel 2020. Eppure questa Igp ha tutte le carte in regola, a partire dall’eccellente qualità dell’offerta basata pressoché esclusivamente su varietà autoctone marchigiane, per diventare più grande e “giocarsi” le sue opportunità sia sul mercato nazionale sia su quelli esteri.
È stata questa l’indicazione emersa al convegno “Olio extravergine di oliva Igp Marche - Fra garanzia e prospettive” organizzato dall’Agenzia servizi al settore agroalimentare delle Marche (Assam). Un convegno che, assumendo particolare rilevanza per il comparto alla luce della recente costituzione del Consorzio per la tutela e la valorizzazione dell’Olio extra vergine di oliva “Marche” Igp, è stato occasione di confronto sui temi pressanti dell’Igp, dalle criticità alle opportunità di valorizzazione, dalla certificazione del prodotto nel territorio regionale a garanzia dei produttori e consumatori fino alle prospettive sul mercato.
Igp Marche, traguardo da cui partire
L’Igp rappresenta un punto fermo per la qualità delle produzioni marchigiane di olio extravergine di oliva, è un traguardo da cui partire per affermare il valore della loro qualità, ha introdotto Andrea Bordoni, direttore di Assam e dirigente della Regione Marche.
«La Regione Marche ha sempre puntato su sostenibilità, biodiversità e qualità per valorizzare le proprie produzioni. Saranno questi i cardini del successo di mercato, ne sono certo, anche dell’Igp per l’olio extravergine di oliva. Saranno i cardini su cui il neocostituito Consorzio olio extravergine di oliva “Marche” Igp imposterà il proprio impegno di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi dell’Igp “Marche”.
Il consorzio saprà sicuramente ricalcare le orme dei consorzi che hanno fatto la storia dei nostri grandi vini, unendo tanti piccoli produttori che attraverso essi sono riusciti a identificare, promuovere, valorizzare e vendere il loro vino. All’opera del consorzio Assam contribuisce con l’individuazione delle varietà autoctone come espressione della vocazione olivicola del territorio marchigiano, con l’importante ruolo che svolge per le analisi chimiche e per l’attività di laboratorio sensoriale e, infine, come autorità pubblica di controllo».
Aumentare le produzioni certificate Igp Marche
L’Igp “Marche” è stata registrata presso l'Unione europea nel 2017, sta iniziando a farsi apprezzare dai consumatori per via della sua elevata qualità e ha indubbiamente margini di crescita molto ampi, ha poi sostenuto Francesca Petrini, vice presidente del Consorzio olio extravergine di oliva “Marche” Igp.
«È una piccola Igp, infatti comprende solo 66 operatori iscritti, alcuni dei quali hanno più di un ruolo (50 olivicoltori, 26 frantoiani, 30 confezionatori e 3 intermediari), per una produzione certificata pari ad appena 207 quintali nel 2017, primo anno di attività, e a soli 183 quintali nel 2020. In linea peraltro con la produzione marchigiana media di olio extravergine di oliva nelle ultime quattro campagne, circa 3.500 tonnellate, pari a solo l’1,1% della produzione totale nazionale. Occorre perciò aumentare le produzioni certificate Igp. Il consorzio lavorerà anche per unire le modeste produzioni di tanti olivicoltori e per spingere la Regione Marche a dare i giusti aiuti a chi vorrà incrementare le superfici a olivo».
Appello alla Regione per sostenere Consorzio Igp Marche
Il consorzio può svolgere un ruolo importante per lo sviluppo del comparto olivicolo-oleario marchigiano, ma deve essere messo nelle condizioni di partire, ha sottolineato Gaetano Agostini, frantoiano di Petritoli (Fermo) e presidente del Consorzio olio extravergine di oliva “Marche” Igp.
«Senza il consorzio non possiamo far conoscere la nostra Igp. Le etichette degli oli extravergine di oliva sono tutte uguali, noi dobbiamo differenziarci e informare i consumatori. La grande industria gioca sulla confusione dei consumatori, una confusione creata ad arte per indurlo a comprare olio insignificante a 3,00 €/l e scartare l’olio Dop o Igp perché costa di più. Occorre far conoscere non solo il nostro marchio Igp, ma anche tutto quello che sta dietro esso.
In primo luogo, l’unicità delle dieci meravigliose varietà autoctone alla base dell’Igp: Ascolana tenera, Carboncella, Coroncina, Mignola, Orbetana, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia/Raggiola, Rosciola dei Colli Esini e Sargano di Fermo, più le varietà Frantoio e Leccino, che non sono autoctone, ma comunque di utilizzo consuetudinario poiché entrambe sono presenti sul territorio marchigiano da circa un secolo.
In secondo luogo, il lavoro di olivicoltori e frantoiani ormai sempre più improntato al rispetto dei moderni parametri di qualità. Infine, la rigorosa attività di controllo dell’Assam».
Il consorzio farà promozione, parteciperà alle fiere e a tutte le iniziative per far conoscere l’Igp, ha assicurato Agostini. «Ma ha bisogno di risorse, di personale, senza cui non può lavorare. Chiedo perciò alle istituzioni regionali di aiutarci a fare promozione, altrimenti siamo impossibilitati a partire. Così come chiedo alla Regione di sostenere finanziariamente chi presenti progetti di espansione delle superfici olivicole, con varietà marchigiane, di ampio livello, anche in termini di mancati redditi per gli anni necessari a far andare in produzione i nuovi impianti».