Cooperative Montalbano Olio&Vino di Empoli (Firenze) ha dato vita a un progetto pilota di recupero degli olivi abbandonati nell’area collinare di Montalbano, nota e resa celebre dai disegni del conterraneo Leonardo da Vinci. Infatti nel 2017 è stata ammessa a finanziamento nel bando Psr 2014-2020 della Regione Toscana Misura 16.1 “Sostegno per la costituzione dei Gruppi Operativi del Partenariato europeo per l’innovazione (Pei) in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” con il progetto “Il recupero del patrimonio olivicolo toscano: azione di contrasto ai cambiamenti climatici per lo stoccaggio di CO2 attraverso una gestione innovativa, cooperativa e sostenibile del territorio” acronimo “CATChCO2-live olive grove Contrast and Adaptation To Climate Change”. È un progetto dai numerosi benefici patrimoniali e ambientali: oltre all’immagazzinamento della CO2, anche la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e dal rischio incendi, la conservazione e la salvaguardia del paesaggio rurale, l’incremento dell’eccellenza produttiva.
Incrementare ricchezza e attrattività del paesaggio rurale
«Il progetto pilota ha consentito la creazione di un modello organizzativo innovativo ed economicamente sostenibile, con un incremento delle opportunità di lavoro nell’area – dichiara Cesare Paganelli, presidente di Cooperative Montalbano Olio&Vino –. L’iniziativa, realizzata con il contributo del Feasr (Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) nell’ambito delle attività previste dal Psr (Piano sviluppo rurale) della Regione Toscana 2014-2020, vuole aumentare la produttività della raccolta di olive e la produzione di olio extra vergine d’oliva Igp Toscano, per salvaguardare, recuperare e incrementare ricchezza e attrattività del paesaggio rurale dell’area del Montalbano. Il mosaico paesistico di Montalbano è uno dei 57 paesaggi di tutto il mondo inseriti nel programma Giahs (Globally important agricultural heritage systems) della Fao (Food and agriculture organization) per la tutela e la valorizzazione del patrimonio agricolo mondiale».
Recupero degli olivi, aumenta lo stoccaggio di CO2
Il progetto di recupero degli oliveti abbandonati si propone anche di aumentare lo stoccaggio di carbonio e di ridurre le emissioni di CO2, rileva Paganelli. «E prevede anche, attraverso la mappatura delle aree abbandonate, di arrivare alla realizzazione di un database e alla messa in contatto dei proprietari delle aree con giovani agricoltori interessati alla gestione delle stesse. Così si promuove il ricambio generazionale e la creazione di reddito e sviluppo per tutto il territorio. Questo progetto è il nostro faro di riferimento per il futuro. Finora ha permesso di recuperare 2.500 olivi abbandonati. Questo è un grande valore non soltanto per la produzione di olio, quanto per tutto l’indotto che va dalla tutela e valorizzazione del paesaggio fino al turismo che fruisce di tale paesaggio. Insomma, il progetto di recupero degli olivi abbandonati è davvero importante, perché se si perde l’olivicoltura si perde Montalbano».
Rilancio del territorio di Montalbano
Il progetto di recupero degli olivi è parte integrante del rilancio del territorio di Montalbano, portato avanti da una cooperativa attenta al territorio, al paesaggio e alla comunità, evidenzia Sara Guidelli, direttore generale di Legacoop Agroalimentare. «Contrastare l’abbandono degli oliveti vuol dire difendere il territorio, tutelare il paesaggio e salvaguardare il reddito degli agricoltori. Adesso devono essere trovate nuove linee di finanziamento per far andare avanti il progetto». Ed Enrico Sostegni, consigliere regionale del territorio al secondo mandato, punta l’accento sul fatto «che Montalbano è una realtà importante che ha saputo investire negli anni e mettere a frutto innovazione e investimenti».
Abbondante e di grande qualità:
è un’annata da super olio
Cooperative Montalbano Olio & Vino società cooperativa agricola di Empoli con quasi 2.500 soci è nata nel 2015 dalla fusione tra l’Oleificio Cooperativo Montalbano di Vinci, costituito nel 1953 da un gruppo di mezzadri e contadini per creare una struttura collettiva per frangere le proprie olive, e le Cantine Montalbano di Lamporecchio, nate nel 1960 a Empoli con il nome di Cantina Sociale Chianti Montalbano. Nel 2019 il fatturato della Cooperative Montalbano Olio&Vino è arrivato a sfiorare i 15 milioni di euro, cresciuto dell’11% rispetto all’anno precedente. Parlare del progetto pilota sul recupero degli oliveti abbandonati e del suo futuro è l’occasione giusta per chiedere come si profila l’attuale campagna olivicolo-olearia.
«Per noi la quantità di olio di oliva è più che raddoppiata, dai 25mila quintali della scorsa annata agli oltre 60mila previsti per la campagna olearia appena iniziata – dichiara Paganelli –. Ma soprattutto sarà un’annata ottima anche dal punto di vista della qualità. Abbiamo iniziato a frangere già dall’8 ottobre. Per motivi organizzativi i nostri soci hanno deciso di partire in anticipo. E la scelta è stata azzeccata. C’è una buona produzione, anche se in questo periodo le rese in olio non sono al massimo, e c’è un’ottima qualità».
Un solo frantoio, ma vale per due
La cooperativa dispone di due frantoi, ma è entrato in funzione solo il frantoio di Vinci. «Anche se abbiamo optato per la chiusura di un frantoio importante a Lamporecchio, una realtà storica, questa scelta ci ha permesso di garantire qualità nella produzione di olio. A iniziare dalla possibilità di fissare la frangitura delle olive con tre giorni di anticipo. È una scelta impegnativa, costosa, ma vogliamo dare un servizio con standard elevati ai nostri soci. E poi un solo frantoio da gestire consente di ridurre i costi e praticare tariffe più basse del 15% e ridistribuire valore ai soci con un prezzo più alto al conferimento, tra i più alti della Toscana. Cerchiamo di mantenerlo alto più che è possibile per integrare il reddito. Le nostre aziende agricole sono in un territorio difficile, la raccolta non può essere fatta con le macchine in quanto non è possibile entrarci e perciò la redditività è più bassa che altrove».