«Stiamo progettando la realizzazione di un mezzo ad iniezione da inserire all’interno degli ulivi secolari o delle piante e agire contro l’infezione batterica causata dalla Xylella. Utilizzeremo materiale assolutamente biocompatibile che possa agire da vettore e selettivo verso il batterio. Lo abbiamo già sperimentato su piccole piante in laboratorio e i risultati sono confortanti».
Così Giuseppe Ciccarella, ricercatore dell’Università del Salento, spiega il progetto di ricerca per combattere la Xylella. È frutto del primo cluster universitario Tapass (Tecnologie abilitanti per produzioni agroalimentari sicure e sostenibili), promosso dall’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia e finanziato con oltre 500mila euro. Del team fanno parte le università di Bari, Foggia e Lecce, Cnr e il centro di Ricerca e sperimentazione Basile Caramia.
Ma il finanziamento regionale non sarà sufficiente a sostenere l’intero progetto: Coldiretti porterà avanti una raccolta di fondi anche attraverso una piattaforma di crowdfunding.
Intanto gli abbattimenti degli ulivi infetti non sono ancora partiti. Il Tar di Lecce li ha sospesi a Oria (Brindisi), primo comune del Salento ad esserne interessato.
«Le eradicazioni inizieranno quanto prima» ha ribadito il commissario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti. La Provincia di Lecce ha già diramato a tutti i Comuni le norme a cui proprietari e conduttori di oliveti e terreni agricoli devono attenersi con “estrema urgenza”, in applicazione del piano di intervento del commissario all’emergenza: fresatura/erpicatura o trinciatura per distruggere le erbe spontanee e uccidere le forme giovanili delle sputacchine presenti sulle erbe infestanti.
Entro fine aprile potatura per asportare i rami secchi e disinfezione delle ferite da taglio con prodotti a base di rame. I residui devono essere trinciati e interrati o bruciati all’interno del campo. Le branche e i tronchi privi di vegetazione possono essere liberamente trasportati in quanto non costituiscono fonte di inoculo del batterio.
Anche Al Bano, viticoltore e olivicoltore, è sceso in campo per sostenere la campagna informativa agli agricoltori. Un taglio selettivo delle piante a rischio potrà evitare il contagio e la propagazione che potrebbe compromettere seriamente la produzione futura di olio nella zona.