Per l'olivicoltura in Puglia il maltempo è stata la chiave dominante dell'annata che sta per concludersi. Dopo un inverno e una primavera siccitosi, dopo un’estate caratterizzata da temperature estreme che l’hanno resa arida e hanno ridotto la produzione di oltre il 43% rispetto all’annata 2018-2019, l’autunno è iniziato e si sta chiudendo nel peggiore dei modi.
Olivicoltura, maltempo in Puglia a settembre
In Puglia, dalla Capitanata fino a tutto il Barese e ancora più giù nel Salento, una “ordinaria” annata siccitosa si è trasformata, da fine settembre in poi, in una annata straordinariamente negativa. Alla vigilia della campagna di raccolta trombe d’aria, grandinate e improvvisi nubifragi con forti raffiche di vento hanno colpito con forza inusitata gli olivi, rompendo e addirittura svellendo alcune piante e strappando tantissime olive dai rami, causandone la cascola anticipata e forzata.
Gravi i danni soprattutto a Torremaggiore (Foggia), nella culla olivicola della conca barese, tra Grumo Appula, Palo del Colle e Bitetto, ma anche ad Adelfia e Acquaviva delle Fonti, fino alle aree olivicole del Brindisino e del Tarantino, dove interi oliveti sono rimasti allagati.
A dicembre ancora trombe d'aria e nubifragi
Ai primi di dicembre una forte ondata di maltempo, durata alcuni giorni, ha colpito la Puglia, soprattutto le provincie di Bari, Brindisi e Lecce, rinnovando i danni già verificatisi a settembre. In particolare trombe d’aria e nubifragi hanno colpito gli oliveti nel Brindisino, soprattutto a Francavilla Fontana e a Ceglie Messapica, allagando gli oliveti e facendo cadere le olive pronte per la raccolta.
Coldiretti Puglia: «Non lasciare soli gli olivicoltori»
«Sono sempre più disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – dichiara il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia –. Anche gli olivicoltori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. Perciò è da rivedere a fondo il meccanismo del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali che, così com’è, non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi. Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste, perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli olivicoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine».