Il legame dell'olivo varietà Casaliva con il territorio dell’Alto Garda è storico. Esso, infatti, è stato evidenziato da una serie di analisi genetiche condotte nei laboratori della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento), che ha riguardato oltre cento piante di olivo di età compresa fra i 204 e 584 anni e 151 alberi più giovani, facendo luce sulla composizione varietale.
La forte prevalenza della varietà Casaliva sia negli impianti più recenti sia nei vecchi oliveti, inclusi i più antichi patriarchi, sostiene quindi l’impegno a produrre un olio di fatto monovarietale.
Accanto alla “carta di identità”, il “certificato di nascita”
Adesso, accanto a una “carta di identità” che traccia in modo univoco l’origine dell’olio extravergine di oliva della varietà Casaliva, c’è anche il “certificato di nascita” di questa varietà, evidenza che le farà apprezzare maggiormente non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
Una bella notizia che si aggiunge ai positivi risultati della appena conclusa raccolta delle olive del Garda Trentino, caratterizzata da elevata produzione di olive (a differenza della bassa produzione del 2019) e ottima qualità dell’olio.
Indagine genetica sulla varietà Casaliva
L’indagine genetica è stata attuata nell’ambito di un accordo di ricerca sottoscritto tra Fondazione Edmund Mach e Agraria Riva del Garda, che ha permesso di far emergere chiaramente l’antica presenza della Casaliva nell’areale più a nord della coltivazione tradizionale di olivo in Europa. Considerando la scarsa propensione dell’olivo a generare frutti per autofecondazione è necessario il polline di altre cultivar per portare a termine la fruttificazione.
La ricerca pubblicata sulla rivista Genes e per la quale ha collaborato il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (Unitrento-Fondazione Edmund Mach) ha inoltre indagato la provenienza del polline che porta alla formazione delle olive dai fiori di Casaliva. Ebbene, l’analisi degli embrioni estratti da 550 noccioli di Casaliva ha rivelato che oltre il 90% delle olive si sviluppa dalla fecondazione con polline di altre varietà presenti sporadicamente nella zona.
Tra queste compaiono cultivar note, come il Pendolino (10% dei casi), ma soprattutto varietà di olivo che non corrispondono a cultivar conosciute, con frequenze diverse nelle varie località considerate (Monte Brione, Arco, Torbole, Linfano, Fraveggio).
I risultati di questo studio introducono nuovi elementi per l’interpretazione dei fenomeni di scarsa o abbondante produzione delle olive nell’Alto Garda trentino, suggerendo l’adozione di piante impollinatrici di identità certa con caratteristiche di fioritura contemporanee a quelle della Casaliva ai fini di favorire la fecondazione efficace della varietà predominante.
Gestione sostenibile della mosca delle olive
Nel quadro complessivo delle attività svolte da Fondazione Edmund Mach a supporto del comparto olivicolo trentino va inoltre segnalata l’attività di sperimentazione sulla gestione sostenibile della mosca delle olive, che ha visto la collaborazione di Fondazione Edmund Mach, Agraria di Riva e Provincia Autonoma di Trento per cercare soluzioni tecniche di controllo migliorative. Va inoltre ricordato l'impegno per la gestione ottimale dell’irrigazione nei periodi di siccità che talvolta si verificano in prossimità della raccolta e la carta di identità isotopica che è in grado di identificare univocamente l’olio extravergine d’oliva del Garda Trentino, nonché il protocollo di produzione per esaltare le caratteristiche nutrizionali e sensoriali dell’olio Casaliva.