L’olivo è una pianta molto tollerante alla carenza idrica ed è in grado di resistere a lunghi periodi di siccità e sopravvivere in zone dove le precipitazioni annuali sono di appena 150-200 mm. Tuttavia, affinché le produzioni siano economicamente sostenibili sono necessarie precipitazioni più abbondanti oppure l’irrigazione.
In generale, in annate siccitose, la possibilità di erogare anche bassi volumi di acqua tramite l’irrigazione può apportare significativi benefici sia per quanto riguarda la quantità che la qualità delle produzioni. Infatti, l’incremento produttivo di olivi irrigati rispetto ad olivi coltivati in asciutto è tanto maggiore quanto più arido è il clima e minore la capacità di immagazzinamento dell’acqua nel terreno.
Quest’anno, in diverse areali olivicoli italiani, i primi fenomeni di carenza idrica si sono manifestati precocemente a causa delle scarse precipitazioni autunnali e invernali che sono risultate insufficienti a ripristinare le riserve idriche nel suolo. A peggiorare la situazione, le alte temperature primaverili (oltre 2 °C in più rispetto alla media trentennale) e i prolungati periodi di siccità che hanno provocato un notevole stato di crisi.
Ciò ha comportato il verificarsi di situazioni di carenza idrica nel suolo già a partire dalla tarda primavera anche negli areali olivicoli del Centro-Nord dove, generalmente, i primi interventi irrigui si rendono necessari solo a partire dall’inizio del periodo estivo.
Quando procedere con l’irrigare
La gestione dell’irrigazione, in termini di
- periodo irriguo,
- turni di irrigazione
- e volumi di acqua da somministrare,
deve essere effettuata tenendo presente che la sensibilità dell’olivo alla carenza idrica nel suolo varia a seconda dello stadio fenologico. Le fasi fenologiche in cui porre maggiore attenzione per evitare condizioni di stress idrico sono:
- la fioritura,
- l’allegagione,
- la fase iniziale di rapida crescita del frutto (fino a 5-6 settimane dopo la piena fioritura, v. foto in apertura)
- e il periodo di inoliazione.
Inizialmente, la carenza di acqua si manifesta con una diminuzione della crescita vegetativa, colorazione sbiadita delle foglie, avvizzimento delle foglie in espansione e degli organi fiorali. Una volta avvenuta l’allegagione, i frutti crescono attraverso processi di divisione ed espansione cellulare, seguendo un andamento più o meno lineare, a meno che non intervengano condizioni di carenza idrica e alte temperature, che rallentano il tasso di crescita. Sui frutti in crescita la carenza di acqua produce una ridotta pezzatura, mentre in frutti prossimi alla maturazione ed ormai completamente sviluppati si notano sintomi reversibili di avvizzimento che scompaiono in seguito a piogge abbondanti o irrigazioni. Se lo stress idrico è severo i frutti possono essere danneggiati irreversibilmente e cadere.
Calcolo dei volumi irrigui
La quantità di acqua da restituire con l’irrigazione dipende in primo luogo dall’evapotraspirazione potenziale (ET0), che risente della posizione geografica e delle condizioni climatiche. Per calcolare la quantità di acqua da somministrare bisogna conoscere i fabbisogni idrici della coltura.
La procedura di calcolo generalmente utilizzata si basa sulla determinazione dell’evapotraspirazione effettiva (ETc) necessaria per mantenere l’oliveto in piena efficienza produttiva secondo l’equazione:
ETc = ET0 x kc x kr
dove
- ET0 esprime l’evaporazione potenziale, determinata sulla base delle condizioni climatiche durante il periodo di osservazione,
- kc rappresenta il coefficiente colturale che esprime il rapporto tra l’evapotraspirazione massima dell’oliveto
- e l’ET0, e kr indica il coefficiente di copertura del suolo da parte della chioma dell’olivo.
Per calcolare il kr in oliveti con copertura inferiore al 50% si ricorre alla seguente espressione:
kr = 2 x SC/100
dove SC è la percentuale di superficie coperta del suolo, a sua volta calcolata in base alla seguente equazione:
SC = 3.142 x D2 × x N/400
in cui D è il diametro della proiezione della chioma ed N il numero di alberi per ettaro.
In impianti in piena produzione il kc viene modificato nel corso della stagione per tener conto delle variazioni nei consumi idrici in corrispondenza delle diverse fasi fenologiche dell’olivo. Indicativamente il kc oscilla tra valori di 0,50 e 0,65 nel corso della stagione estiva, a seconda delle condizioni di coltivazione.
Irrigazione in deficit
La tendenza attuale nell’irrigazione dell’olivo è quella di irrigare in deficit, cioè non soddisfacendo completamente il fabbisogno idrico dell’albero, ma restituendo volumi inferiori a quelli necessari per la massima produttività in modo da indurre condizioni transitorie di deficit idrico e risparmiare acqua. L’irrigazione in deficit persegue tre obiettivi principali:
- ridurre il consumo idrico,
- mantenere la produzione a livelli comparabili con alberi pienamente irrigati
- e ottenere eventuali miglioramenti qualitativi dell’olio.
Il vantaggio principale dell’irrigazione in deficit in olivicoltura è dato dal risparmio di acqua. Prove sperimentali condotte in varie zone italiane mostrano che il quantitativo di acqua che è necessario somministrare per non avere effetti negativi sulla produzione si attesta su base stagionale dal 50 al 70% del completo fabbisogno dell’olivo.
In generale, applicando circa il 50% di acqua rispetto al fabbisogno totale dell’albero, la produzione in frutti è pari a circa l’80% di quella di alberi pienamente irrigati, e il contenuto in composti fenolici negli oli ottenuti è pari a circa il 150% di quello di oli ottenuti da olivi sottoposti a piena irrigazione.
Ovviamente le condizioni di suolo e di chioma in cui si coltiva possono modificare tali valori, per cui è necessario adeguare i protocolli irrigui alle varietà nei diversi areali.
Metodi di distribuzione
Per ciò che concerne le modalità di somministrazione dell’acqua, l’oliveto è irrigato quasi esclusivamente con metodi localizzati che distribuiscono l’acqua in piccole quantità, a bassa pressione, e in un ristretto volume di suolo in modo da ridurre le perdite di acqua per evaporazione e percolazione ed annullare quelle per ruscellamento.
Tra i sistemi di irrigazione localizzata che si stanno diffondendo vi è la sub-irrigazione che consente di minimizzare le perdite per evaporazione e di bagnare preferenzialmente gli orizzonti di terreno esplorati dalle radici delle specie arboree, senza creare ostacoli all’esecuzione di alcune pratiche colturali.
In assenza di impianto di irrigazione è opportuno prevedere alcuni interventi di soccorso mediante distribuzione di acqua con carro-botte in prossimità dell’albero o lungo il filare.
Prove condotte in oliveti tradizionali e intensivi in Puglia, Lazio e Lombardia hanno mostrato un effetto positivo delle irrigazioni di soccorso (3-4 durante il periodo di sviluppo del frutto) sul peso medio del frutto (+15-30%) e sulle produzioni ad albero (+20-35%) rispetto ad olivi in asciutto.
Quando interrompere l’irrigazione
In conclusione è bene ricordare che è opportuno sospendere gli interventi irrigui almeno due settimane prima della raccolta effettuata con macchine vibro-scuotitrici, per evitare i danni da scortecciamento a cui gli alberi con buona disponibilità idrica o troppo vegetativi sono particolarmente suscettibili.
L’interruzione dell’irrigazione in preparazione alla raccolta, specialmente alla fine di una stagione molto calda, è comunque consigliata anche qualora si proceda con raccolta agevolata dalla chioma.
Infatti la riduzione degli apporti idrici accelera la maturazione e riduce la forza di ritenzione dei frutti, aumentandone conseguentemente la facilità di distacco dalla pianta.
Leggi l’articolo su Olivo e Olio n. 4/2017