La raccolta delle olive si è evoluta nel corso del tempo in funzione delle tipologie di impianto, dell’età degli alberi, delle tecnologie disponibili, del costo e della reperibilità della manodopera. Vi è oggi una generale tendenza a meccanizzare il più possibile questa pratica, in modo da ridurre notevolmente i costi di produzione e il fabbisogno di manodopera. In Italia prevalgono ancora oliveti tradizionali (foto 1), caratterizzati da basse densità di impianto con alberi spesso secolari, di grandi dimensioni, talvolta disposti irregolarmente in terreni in pendio o terrazzati e in precario stato sanitario. Perciò, negli ultimi anni sono state sviluppate diverse soluzioni meccanizzate in grado di agevolare la raccolta sia negli oliveti intensivi, sia in quelli tradizionali. Per gli impianti intensivi (200-400 piante/ha) si opta principalmente per macchine vibroscuotitrici del tronco. Parallelamente, esistono sul mercato sia bacchiatori meccanici portatili (azionati elettricamente, pneumaticamente o con motore a scoppio), di piccole dimensioni, utilizzati direttamente dagli operatori (utili soprattutto in aziende di piccole dimensioni), sia montati su trattrici e in grado di operare anche su piante di grandi dimensioni. L’introduzione del nuovo modello di olivicoltura ad altissima densità o superintensivo (1.000-2.500 piante/ha) ha portato prima all’impiego di macchine vendemmiatrici scavallatrici e poi, mediante opportune modifiche, al loro adeguamento all’olivo coltivato a siepe continua consentendo la raccolta in continuo con riduzione dei tempi (2- 4 ore/ha). Attualmente, si sta rivelando interessante la raccolta in continuo dal lato del filare per consentire di raccogliere anche alberi di dimensioni eccedenti quelle del tunnel della scavallatrice.
Già dalla fase di progettazione bisogna definire la modalità di raccolta del futuro impianto, ancor prima di definire densità e forme di allevamento. Escludendo metodi di raccolta che pregiudicano la qualità del prodotto (raccolta delle olive da terra per cascola naturale o per bacchiatura), la maggioranza degli oliveti italiani è ancora oggi raccolta a mano o con attrezzi agevolatori (foto 2). La raccolta manuale delle olive effettuata con reti e pettini manuali ha un costo molto elevato ed è spesso effettuata non rispettando le norme di sicurezza sul lavoro. Anche l’efficienza è alquanto ridotta, poiché un operaio può raccogliere fino a 20 kg/h di frutti nel caso di alberi molto produttivi e di dimensioni contenute (in media 10 kg/h).
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