Le olive di un bel colore verde sono state presenti nelle tavolate natalizie secondo le tradizioni culinarie regionali e il loro bel punto di verde è servito anche rendere più allegra la corona di vivande e delicatezze gastronomiche.
Ma proprio prima di Natale è partita una speciale operazione di controllo mirata ai produttori di olive da mensa per verificare la regolarità delle operazioni di trasformazione, e nell’ambito di tali controlli sono stati prelevati campioni di olive verdi da mensa da sottoporre ad analisi di laboratorio.
I primi risultati delle analisi sono stati notificati agli operatori del settore proprio poco prima di Natale ed è balzato subito in evidenza un dato, peraltro risaputo da anni che è quello riguardante la presenza del colorante naturale E141 che altro non è che l’insieme dei complessi rameici della clorofilla. Niente di preoccupante poiché si tratta di coloranti di colore verde, di origine naturale perché derivati dalla clorofilla e utilizzati al solo scopo di dare maggiore brillantezza al colore verde delle olive così come gradiscono gli stessi consumatori.
Il problema non è tanto che il colorante E141 è presente sulle olive analizzate in misura pressoché doppia rispetto a quanto consento dalla regolamentazione comunitaria e nazionale, ma piuttosto che nel caso delle olive, è esplicitamente vietato in qualsiasi quantità.
Alle analisi seguiranno, quindi, inevitabilmente le contestazioni e l’applicazione della pena dell’arresto da tre mesi ad un anno o dell’ammenda da € 2.582 a € 46.481 e poi la denuncia penale oltre al probabile sequestro delle partite trattate con il colorante proibito.
Il fatto che l’ E141 non sia da considerare tra i peggiori coloranti dannosi per la salute umana è confermato dalla constatazione che esso è spesso contenuto in gomme da masticare, gelati confezionati e dolciumi in genere. Attualmente, inoltre, è consentito in numerosi prodotti di varia natura come ad esempio bibite analcoliche, budini, caramelle, conserve vegetali, formaggi, marmellate, frutta candita, tutti alimenti destinati anche a fasce di popolazione particolarmente sensibili come bambini ed adolescenti.
Su questo colorante ci sono idee controverse circa i possibili effetti collaterali, a causa della non trascurabile quantità di rame in esso contenuta; non sono però confermati effetti collaterali rilevanti. Il rame viene rilasciato quando l’E141 viene riscaldato.
La questione si trascina da anni e in particolare dal 1996 allorquando il nostro ministero della Salute impose il divieto di uso del colorante E141 per le olive, annullando la precedente autorizzazione.
Ad aprile del 2005 la Commissione europea è intervenuta sull’argomento in una risposta ad un’interrogazione del Parlamento europeo, formulata in maniera provocatoria, in quanto si chiedeva di sospendere l’uso del colorante per tutti i prodotti alimentari per i quali è consentito in attesa di nuove e più aggiornate valutazione scientifiche circa la sua tossicità, e nello stesso tempo si chiedeva di consentire l’uso dello stesso colorante per le olive.
Ebbene, già all’epoca la Commissione formulò la sua risposta in termini di completa chiusura per l’uso del colorante E141 per le olive. Ancora oggi si legge nella risposta della Commissione che “A partire dal 1994, la normativa comunitaria sui coloranti alimentari esclude esplicitamente le olive - se conservate sotto aceto, in salamoia o sott’olio - dalle verdure per le quali si possono usare coloranti. Il divenire verde delle olive da tavola, dal verde clorofilla brillante immediatamente successivo alla lavorazione fino ai toni più gialli dopo la maturazione, è un processo naturale, noto al consumatore. Il consumatore giudica le olive che acquista in base al loro gusto e aspetto, colore compreso. Mantenere il verde clorofilla brillante aggiungendo complessi di clorofille e clorofilline con rame (E141) può ingannare il consumatore sul punto di maturazione del prodotto. Anche a livello internazionale, il codice Norme sulle olive da tavola, elaborato con il Consiglio oleicolo internazionale, non prevede l’uso di alcun colorante per le olive della tavola verdi.”
Da allora, sono passati oltre dieci anni e non risulta che sia intervenuto nessun fatto nuovo a livello scientifico che possa giustificare un ampliamento dell’uso dell’E141 alle olive per cui i controlli attuali sono partiti, probabilmente, proprio perché il divieto è sempre vigente, ma anche perché i concorrenti greci e spagnoli non usano i colorati alla clorofilla e quindi non gradiscano che l’oliva italiana sia più verde della loro. Il vecchio adagio per cui l’erba del vicino è più bella si è trasformato nell’oliva italiana è più verde delle altre che appaiono più brutte e vecchie e quindi scartate dai consumatori!