Potatura di produzione e gestione dell’oliveto

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A sinistra Leonardo Imbimbo autore del libro sulla potatura dell’olivo secondo il metodo COLP e, a destra, Fiore Giovannini, giornalista Edagricole
Potatura per una gestione sostenibile dell’oliveto, webinar organizzato da Edagricole con la partecipazione di Leonardo Imbimbo, agronomo e autore del libro sulla potatura dell’olivo secondo il metodo Colp

Sono molti gli aspetti di cui tenere conto relativamente all’esecuzione di una corretta potatura di produzione. La potatura dovrà essere votata al mantenimento dell’equilibrio vegeto- produttivo per avere una produzione costante da un’annata all’altra cercando di controllare l’alternanza di produzione tipica dell’olivo.

Olivo e fisiologia della pianta

«In prima battuta dobbiamo conoscere l’olivo e la sua fisiologia per applicare una potatura di produzione con l’obiettivo di mantenere, riequilibrare e potenziare la parte produttiva e vegetativa della chioma dell’olivo», ha spiegato Leonardo Imbimbo.

L’olivo è una pianta sempreverde dal portamento cespugliato e basitono, inoltre a differenza di altre colture è anche una pianta molto longeva. Questo aspetto è molto importante da considerare, in quanto con l’aumentare dell’età della pianta tenderà sempre ad aumentare l’alternanza produttiva. In quest’ottica è importante saper riconoscere tutte le parti pianta e il loro comportamento in modo da poter operare nel mantenimento della vigoria produttiva della pianta.

Differenziazione a frutto

Come sappiamo l’olivo produce sul ramo di un anno e la differenziazione delle gemme a frutto avviene alla ripresa vegetativa. La luce ha un ruolo fondamentale nella differenziazione a frutto delle gemme ascellari e nell’allungamento della gemma terminale. È proprio sugli effetti della luce sulla fenologia dell’olivo che ha insistito Imbimbo.

«Volendo cercare di mantenere produttiva la parte meglio-bassa della pianta sarà dunque importante garantire un corretto irraggiamento solare di tutte le parti vegetative cercando di mantenere un portamento più espanso della parte bassa».

Finestre di luce

La luce è fondamentale per garantire vigoria e produttività delle parti di pianta, ma dobbiamo cercare di direzionarla nei punti che ci interessano, cioè dove vogliamo produzione. A questo proposito Imbimbo ha parlato della chiusura delle finestre di luce sulle parti di pianta che ci interessano per evitare:

  • riduzione di succhioni e maschioncelli all’interno della chioma,
  • riduzione delle ustioni nelle parti legnose interne (sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico),
  • aumento vegeto produttivo.

Aspetti ormonali e diametrali

Ancora troppo spesso si vedono olivi la cui parte alta ha subito tagli di grossi diametri. Sono proprio queste pratiche che causano uno squilibrio ormonale alla pianta, causando la nascita di rami assurgenti in prossimità dei tagli, con elevato dispendio energetico della pianta a discapito della differenziazione delle gemme a frutto. Per questo motivo è importante mantenere una scalarità dei diametri da più grande a più piccolo dal basso verso l’alto.

Leggere l’olivo

Saper leggere la pianta e analizzare come le diverse parti di pianta si comportano è fondamentale per la scelta degli interventi di potatura che dovrò effettuare, osservando l’olivo dall’esterno verso l’interno e dall’alto verso il basso. Osservando i rapporti diametrali delle piante, valutando eventuali ombreggiamenti della chioma e stimando le percentuali di taglio che andrò a effettuare. L’intensità dell’intervento dovrà essere valutata in base all’età e allo stato vegeto produttivo della pianta.

Le percentuali di potatura per un oliveto in equilibrio vegeto produttivo varieranno n base all’età delle piante:

  • 10% per oliveti tra i 6 e i 25 anni di vita,
  • 15% per oliveti tra i 25 e i 50 anni di vita,
  • 20% per oliveti con più di 50 anni di vita.

Turni ed epoche di potatura

L’olivo ha due riprese vegetative intervallate dalla stagione invernale durante la quale si ha un periodo di stasi. Negli ultimi anni con inverni sempre più miti questa differenziazione si è fortemente ridotta. Possiamo però dire che in generale la potatura si può effettuare a ridosso della ripresa vegetativa nei mesi che vanno da febbraio a marzo-aprile. Per quanto riguarda i turni di potatura, quelli annuali o biennali, sono sicuramente preferibili per ridurre il fenomeno dell’alternanza produttiva. I vantaggi di turni brevi stanno anche nella più snella gestione dei residui di potatura per via della minore asportazione di legno.

Leggi anche:

Potatura dell’olivo, il metodo COLP

Potatura di produzione e gestione dell’oliveto - Ultima modifica: 2024-04-22T16:46:54+02:00 da Barbara Gamberini

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