Il Coi visita l’Iran, paese dove l’olivicoltura si espande

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La delegazione del Coi in visita in Iran (come nelle altre foto)
Una delegazione del Segretariato esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale in visita ufficiale in questo sempre più importante paese olivicolo

Oltre 103.530 ettari dedicati all'olivicoltura, di cui 62.118 per la produzione di olio d'oliva; 10.500 tonnellate di olio d'oliva prodotte nella campagna olivicolo-olearia 2021-2022; oltre 12 milioni di giornate lavorative generate dall’olivo, diventato una delle principali fonti di occupazione. Sono dati indicativi di come l'Iran sia attualmente uno dei principali paesi olivicoli al mondo. Una crescita avvalorata anche dalla recente visita di una delegazione del Segretariato esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), composta dal Direttore esecutivo, Abdellatif Ghedira, dal Capo dell'Unità Olivicoltura, tecnologia olearia e ambiente, Lhassane Sikaoui, e dal Capo del Dipartimento relazioni esterne, Andoni Olano. La delegazione era accompagnata dall'esperto Plácido Pascual Morales, responsabile del panel ufficiale di degustazione del laboratorio di Córdoba (Spagna).

Coi presenta l’olivicoltura in Iran

coi iranCome informa il Coi, l’Iran condivide molte caratteristiche geografiche e storiche con i paesi del Mediterraneo, dove si trovano le principali cultivar conosciute di olivo.

In questo paese del Vicino Oriente, culla della civiltà e presunto luogo di nascita dell'olivo, inni religiosi risalenti a duemila anni fa fanno riferimento all'olivo, mentre la presenza di oliveti nella principale regione olivicola (Roudbar) è attestata da novecento anni.

La maggior parte delle olive coltivate in Iran appartiene a 10 cultivar tradizionali iraniane (Mari, Zard, Rowghani, Gelooleh, Shengeh, Khormazeitoon, Khara, Dakal, Dezful e Fishomi), ma si possono trovare anche varietà straniere in piantagioni intensive o superintensive, fra cui Arbequina, Koroneiki, Manzanilla e Coratina.

Le principali aree olivicole in Iran si trovano a nord del paese, nelle province di Guilan, Golestan e Zandjan, e a sud-ovest, nel Fars e nel Khouzistan. Si tratta di zone montuose aride con clima continentale, con inverni freddi ed estati calde e secche, dove le precipitazioni sono generalmente inferiori a 200 mm l’anno.

Questo spiega perché la stragrande maggioranza degli oliveti viene irrigata con varie tecniche, in particolare un sistema di terrazzamenti e canali in pietra (jub) che consentono un’irrigazione regolare utilizzando l’acqua sorgiva di montagna.

Gli oliveti sono in genere grandi (oltre 50 ettari in media) e hanno meno di 50 anni. Meno del 30% delle olive accolte viene utilizzato per la produzione di olio d’oliva. Il resto viene utilizzato principalmente per soddisfare il diffuso consumo locale di olive da tavola (51.500 tonnellate nel 2021-2022).

Poiché la produzione iraniana di olio d’oliva non è sufficiente per coprire il consumo interno (16.000 t nel 2021-22), l’Iran ricorre alle importazioni (5.500 t nel 2021-22), in particolare da Turchia, Siria, Spagna e Italia.

Delegazione Coi conosce l’olivicoltura dell’Iran

coi iran bisLa missione dei rappresentanti del Coi, che ha avuto incontri e colloqui con dirigenti e funzionari del governo e del parlamento dell'Iran e con rappresentanti del settore agricolo e del comparto dell'olivicoltura, è iniziata nella città di Shiraz, dove il direttore esecutivo del Coi ha aperto un seminario dedicato al miglioramento della qualità dell’olio d’oliva.

La delegazione ha preso parte all'inaugurazione di un oliveto sperimentale dedicato allo studio dell'adattabilità di diverse varietà di olivo. Dopo si è recata nel nord-est dell'Iran, a Mashhad, capoluogo della provincia di Khorassan Razavi, a più di 900 km a est di Teheran, dove è stata ricevuta da Alireza Nabi, promotrice del progetto Arshia Olive.

Infine la delegazione del Coi ha visitato la nuova Scuola olivicola iraniana e ha preso parte a un workshop sulle malattie dell'olivo.

Infine i funzionari del Coi si sono recati nel nord-ovest del paese, nelle province di Qazvin e Guilan, dove hanno visitato un frantoio e un istituto di ricerca sulle olive, prima di dirigersi ad Aliabad (prefettura di Roudbar) per visitare il centro nazionale del germoplasma olivicolo. La missione del Coi si è conclusa con un incontro con il ministro dell'Agricoltura iraniano, Mohammad Ali Nikbakht.

Il Coi visita l’Iran, paese dove l’olivicoltura si espande - Ultima modifica: 2023-08-12T10:04:49+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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