La Piana degli olivi monumentali, patrimonio dell’umanità, è ormai sotto assedio da parte del batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ST 53. L’ultimo aggiornamento del monitoraggio eseguito dagli ispettori dell’Agenzia regionale attività irrigue e forestali (certificati Selge n. 331, 335 e 340) segnala 14 nuovi olivi infetti, 13 dei quali nella Piana (1 a Monopoli, 4 a Fasano e 8 a Ostuni), tutti individuati in nuovi e diversi focolai, mentre il quattordicesimo è a Ceglie Messapica (Brindisi), al confine con l’agro di Martina Franca (Taranto).
Preoccupa confronto con situazione di un anno fa
Se 14 nuovi olivi infetti possono apparire pochi, l’osservazione della mappa sul portale regionale Emergenza Xylella, come puntualizza il sito di informazione www.infoxylella.it, desta oggettiva preoccupazione confrontando la situazione attuale con quella solo di un anno fa. Il territorio di Monopoli (Bari) ricorda la condizione che viveva quello di Fasano (Brindisi), che invece adesso appare simile a Ostuni (Brindisi) nel 2019. In quest’ultimo Comune si rileva oggi un’impennata quasi esponenziale nel numero di nuovi focolai, esattamente come è avvenuto l’anno scorso a Carovigno (Brindisi), territorio ormai non più sottoposto a monitoraggio. Perciò, alla conclusione del monitoraggio, quando sarà campionata la parte più meridionale, e non ancora esplorata, della zona di contenimento (inclusa ad esempio la parte più a sud dell’agro di Ostuni), si attende l’intercettamento della maggiore concentrazione di piante infette.
Un duro impegno vanificato dall’epidemia
«La Piana degli olivi monumentali è un’area dall’immenso valore paesaggistico, storico, produttivo che ha già perso un terzo dei suoi monumenti arborei, per cui servono uno sforzo corale e l’impiego di risorse e uomini per il monitoraggio non più solo visivo e il campionamento degli olivi e della sputacchina». Così Coldiretti Puglia, attraverso le parole del presidente Savino Muraglia, commenta l’incremento di focolai di Xylella fra gli olivi millenari.
«Questi olivi, per alcuni dei quali si stima un’età vicino ai 3mila anni, con circonferenze che superano i 10 metri, costituiscono una ricchezza dal punto di vista storico e turistico finora mantenuta in vita soprattutto grazie all’impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli. La gestione di un olivo monumentale è, infatti, molto più complicata, perché comporta maggiori difficoltà per eseguire la potatura e la difesa fitosanitaria e impone una raccolta esclusivamente manuale, ma dà rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta di olivo. Ora però tanto impegno rischia di essere vanificato dall’epidemia di Xylella che dal 2013 a oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile in 1,6 miliardi euro, secondo l’analisi di Coldiretti».
Monitoraggio Xylella nella Piana non solo visivo
Per Coldiretti Puglia, «come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni, il monitoraggio degli olivi non può essere esclusivamente visivo, perché la Xylella è come il Covid-19, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di olivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile in essi alcun segno di disseccamento», afferma Muraglia.
«Monitoraggi delle piante, non solo visivi, e dell’insetto vettore, la sputacchina, campionamenti ed espianti in caso di olivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge il presidente di Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento dell’infezione. L’efficacia e sistematicità sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione».