Cascola precoce (patologica), presenza della cimice asiatica, danni da Euzophera spp., disseccamenti anomali. Sono avversità emergenti da alcuni anni nell’olivicoltura lombarda, sulle quali sta lavorando il progetto di cooperazione Leader “Olivicoltura 2030”. Per presentarne i risultati del primo anno di attività la Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia ha promosso un incontro presieduto dell’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, il quale ha rimarcato «l’importanza della olivicoltura lombarda non solo per l’alta qualità dell’olio extravergine di oliva ma anche per il valore di attrattività turistica che gli olivi conferiscono al paesaggio del lago di Garda, del lago di Como, del lago di Iseo e ad altri territori olivicoli della regione».
L’olivicoltura in Lombardia
«L’olivicoltura lombarda – ha introdotto Nicola Gallinaro, direttore del Gruppo di azione locale (Gal) GardaValsabbia2020, capofila del progetto “Olivicoltura 2030” – occupa una superficie di 3.185 ha, concentrati quasi completamente nelle province di Brescia (2.615 ha), Bergamo (307 ha), Lecco (99 ha) e Como (89 ha). Le aziende olivicole sono circa 2.000, con una produzione media annuale totale di 548 tonnellate di olio extravergine di oliva di pregio, commercializzato interamente in bottiglia.
È tuttavia una olivicoltura non priva di problematiche, soprattutto sotto l’aspetto fitosanitario. Perciò i Gal operanti nei territori olivicoli, cioè Gal GardaValsabbia2020, Gal Sebino Valle Camonica Val di Scalve, Gal Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi, Gal Lago di Como e Gal Quattro Parchi Lecco Brianza, con un partenariato che contribuisce a formare una importante rete progettuale, ha avviato da un anno un progetto per dare risposte a problemi emergenti nell’olivicoltura lombarda».
Finalità del progetto “Olivicoltura 2030”
Al progetto “Olivicoltura 2030” promosso dai Gal si affianca, con attività simili e complementari, un progetto integrativo promosso dall’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (Ersaf), ha poi precisato Paolo Zani, referente dell’Associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi (Aipol) per il progetto “Olivicoltura 2030”.
«Le attività svolte hanno indagato e studiato metodi di contrasto contro le avversità emergenti dell’olivo: cascola precoce (patologica), cimice asiatica, Euzophera spp., disseccamenti anomali. Il primo problema è la cascola precoce: nel corso delle ultime annate in Lombardia e in altre regioni si è osservata una cascola anomala in grado di superare la quantità di olive che fisiologicamente cade a inizio estate. Il periodo critico va dall’allegagione all’indurimento del nocciolo. Sulle olive si hanno diverse tipologie di sintomi: ingiallimento: nella buccia si stabilisce una variazione di colore, che si estende verso il pedicello; sezionando questo si notano imbrunimenti dei vasi; tacche depresse: le olive mostrano nella buccia delle tacche circolari scure depresse; necrosi e marciume diffusi: la polpa dapprima ingiallisce, assume una consistenza spugnosa, che determina l’affossamento della zona soprastante, poi imbrunisce rapidamente ed evolve in marciumi, raggrinzimenti e necrosi; necrosi dell’endocarpo o seme, che favorisce la cascola. Vogliamo inoltre verificare se la cimice asiatica (Halyomorpha halys) sia coinvolta nel fenomeno della cascola come agente di danno diretto o come vettore di altri patogeni.
Danni crescenti sono causati dalla tignola rodiscorza o piralide dell’olivo, nome comune di due lepidotteri, Euzophera pinguis ed Euzophera bigella, le cui larve scavano gallerie fra corteccia e legno che impediscono la circolazione della linfa e causano l’indebolimento o il disseccamento della parte distale dell’area colpita. Infine disseccamenti anomali e deperimenti su olivo sono stati segnalati in tutta la Lombardia con necrosi e butteratura dei fasci linfatici che causano cancri infossati».
Metodologia di indagine
La metodologia di indagine, ha aggiunto Zani, è stata basata su attività di monitoraggio, prove di contrasto e attività di campionamento in 54 aziende olivicole. «Il monitoraggio ha riguardato: stima della cascola, cioè della quantità di olive cascolate nell’oliveto, svolta tramite l’analisi quantitativa visiva per classi discrete di intensità; monitoraggio della popolazione di cimice; controllo della presenza di Euzophera; controllo degli olivi con disseccamenti.
Con le prove di contrasto abbiamo voluto saggiare alcuni prodotti fitoiatrici, segnalati per la loro efficacia nel combattere queste avversità emergenti. Abbiamo provato, con metodo scientifico (tesi + testimone), sia prodotti convenzionali sia prodotti biologici, singolarmente o in associazione fra loro: acetamiprid, dimetoato, difenoconazolo, farine di roccia, sapone molle di potassio, olio essenziale di arancio amaro, piretro, dentamet, nematodi entomoparassiti».
Le attività di monitoraggio, contrasto e campionamento sono state condotte nelle tre aree olivicole regionali più significative: Garda, Sebino e Lario. «La scelta degli oliveti oggetto dei controlli – ha spiegato Zani – è stata basata su rappresentatività del territorio, avversità già presenti negli anni precedenti, segnalazioni degli olivicoltori. Queste attività sono state accompagnate da incontri divulgativi delle nuove problematiche dell’olivicoltura lombarda e degli impegni progettuali con l’organizzazione di quattro incontri territoriali a Puegnago, Iseo, Galbiate, Breno. Tutti i dati derivanti da queste attività di indagine e da quelle fornite dall’usuale controllo delle avversità classiche dell’olivo sono stati organizzati e divulgati tramite la redazione e la diffusione capillare di 18 bollettini informativi».