Danni da Euzophera spp. in oliveti del nord Italia

Euzophera larva
1 - Larva di Euzophera spp. messa in evidenza a seguito di esplorazione della porzione di ramo che mostrava, esternamente, evidenti sintomi di danno (foto: Nicola Gandolfo).
Prime segnalazioni in Liguria e in Lombardia di alterazioni su olivo causate da lepidotteri del genere Euzophera. Un’introduzione sui danni causati dal fitofago e la situazione attuale nelle aree olivicole interessate

Al genere Euzophera (Lepidoptera: Pyralidae, Phycitinae) appartengono alcuni lepidotteri che sono noti per arrecare danni alle oleaceae, tra questi Euzophera pinguis e Euzophera bigella.

La prima, ad oggi, in Europa, è segnalata in Bulgaria e in Spagna (www.cabi.org/isc/datasheet/23628) e in questo secondo paese è talmente diffusa da essere considerata la terza avversità più dannosa per l’olivo.

Euzophera bigella, invece, ha una distribuzione maggiore (www.cabi.org/isc/datasheet/23624) e recentemente in Grecia ne è stata descritta la presenza, il danno e segnalata come fitofago emergente (Simoglu et al., 2012).

Il ciclo biologico di questi lepidotteri è stato descritto per Euzophera pinguis in Spagna (Andalusia), dove vengono segnalate 2 generazioni annuali: una primaverile e una autunnale.

I danni causati dallEuzophera

Il danno all’olivo è causato dall’attività trofica delle larve (foto 1, in apertura) le cui gallerie, scavate tra corteccia e legno (foto 2), alla base del ramo o nelle biforcazioni delle branche portanti dove impediscono la circolazione della linfa e causano un indebolimento della parte situata al di sopra dell’area colpita.

rami danneggiati da Euzophera
2 - Esempio di esplorazione di rami danneggiati, dove è visibile, in sezione trasversale, la galleria scavata dalla larva tra corteccia e legno (sinistra). Inoltre è visibile longitudinalmente (destra) l’intera area danneggiata dalla larva (foto: Nicola Gandolfo).

Osservando la chioma si può notare che molte branche colpite presentano foglie di colorazione verde pallido, ingiallite (foto 3) o disseccamenti. In particolare, risultano più colpite le branche meglio esposte a sud e le piante in versanti caldi e luminosi.

chioma di olivo colplto da Euzophera
3 - Chioma di olivo dove si può notare la presenza di foglie di colorazione verde pallido e ingiallite appartenenti a branche colpite da Euzophera spp. (foto: CeRSAA).

La situazione in Liguria

In Liguria, e in particolare nell’area del Tigullio, recentemente sono state segnalate alterazioni probabilmente causate da lepidotteri del genere Euzophera. In quest’area olivicola opera la Cooperativa Olivicoltori Sestresi il cui personale tecnico, durante le operazioni di potatura annuale eseguite in questo periodo (marzo-aprile 2020), ha avuto modo di verificare la presenza di danni e alterazioni (foto 4) a carico soprattutto dei rami di 2-3 anni di età.

Gli attacchi più gravi, di solito, corrispondono a un eccesso di ferite che possono essere state provocate da potature, innesti, gelate, grandinate primaverili specie se associate a rogna (Pseudomonas savastanoi pv savastanoi).

L’infestazione è confermata dall’osservazione diretta dei sintomi e dall’esame delle parti legnose attaccate, caratterizzate da fessurazioni e ingrossamenti corticali (foto 4) in netto contrasto con l’aspetto liscio della parte sana circostante. In questi ingrossamenti, se esplorati, possono essere visibili glomeruli (foto 2) di escrementi mischiati a filamenti che li tengono insieme, sicuro sintomo della presenza delle larve del lepidottero. Dalle prime indicazioni pervenute, negli oliveti liguri i danni sembrano essere maggiori in oliveti ben curati e gestiti e in queste condizioni sono state osservate alterazioni tanto importanti da essere confuse con attacchi di rogna.

alterazione causata da Euzophera
4 - Esempio di alterazioni causate da Euzophera spp. che compaiono nei rami giovani (2-3 anni di età) (foto: CeRSAA e Cooperativa Olivicoltori Sestresi).

Segnalazioni di danni imputabili a Euzophera spp. e simili a quelli sopra descritti sono stati segnalati dal CeRSAA a seguito di attività di campo e laboratorio in località della Liguria diverse dal Tigullio cosi come riportato in tabella 1.

Tabella 1 - Localizzazione di danni imputabili a Euzophera spp. nel ponente ligure
Sito Data prelievo campione Località Gestione agronomica
dell’oliveto

Piante colpite nell’oliveto visitato (%)

Rami/pianta colpiti dal parassita (%)

1 25/11/19 Diano Marina (IM)
  • Cure colturali limitate
  • Fertilizzazione ogni 4-5 anni e irrigazione assente
  • Difesa integrata

< 10

< 5

2 09/03/20 Finale Ligure (SV)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa integrata

> 20

5-10

3 10/03/20 Finale Ligure (SV)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa integrata

> 20

5-10

4 11/03/20 Pontedassio (IM)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa integrata

> 20

5-10

5 Chiusavecchia (IM)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa integrata

> 20

5-10

6 14/03/20 Savona
  • Cure colturali limitate
  • Fertilizzazione ogni 4-5 anni e irrigazione assente
  • Difesa integrata

< 5

< 5

7 Savona
  • Cure colturali limitate
  • Fertilizzazione ogni 4-5 anni e irrigazione assente
  • Difesa integrata

< 5

< 5

8 27/03/20 Genova
  • Cure colturali limitate
  • Fertilizzazione ogni 4-5 anni e irrigazione assente
  • Difesa integrata

< 10

< 5

Inoltre, il CeRSAA di Albenga, durante la sua attività, ha avuto modo di evidenziare alcune annotazioni specifiche che vengono riportate di seguito:

  1. le piante/branche più colpite sono quelle meglio esposte al sole e al calore
  2. oliveti molto concimati con azoto sembrano essere più colpiti di quelli meno concimati o affatto concimati (abbandonati);
  3. molti tecnici e agricoltori hanno inizialmente imputato la causa dell’alterazione (rametti disseccati e suberificazioni o screpolature del fusticino) a danni causati dagli abbacchiatori meccanici.

La situazione in Lombardia

Alla fine di febbraio 2020, nell’ambito del progetto di cooperazione Leader “Olivicoltura 2030” finanziato dalla DG Agricoltura di Regione Lombardia sono stati effettuati da AIPOL e da CeRSAA quattro sopralluoghi nell’area di coltivazione dell’olivo del Lago di Garda, a seguito di segnalazioni di diversi problemi fitosanitari. In quell’occasione, sono state riscontrate numerose alterazioni attribuibili presumibilmente a Euzophera spp. e il campionamento può essere descritto sinteticamente cosi come riportato in tabella 2.

Tabella 2 - Localizzazione di danni imputabili a Euzophera spp. nell’area gardesana
Sito Località Gestione agronomica
dell’oliveto

Piante colpite
nell’oliveto
visitato (%)

Rami/pianta colpiti dal parassita (%)

1 Cunettone (BS)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa integrata

> 40

10-20

2 Gaino (BS)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa integrata

> 40

10-20

3 Gaino (BS)
  • Impianto in stato di abbandono
  • Nessuna cura colturale

< 5

< 2

4 Fraz. Villa, Salò (BS)
  • Cure colturali assidue
  • Fertilizzazione e irrigazione come da buone pratiche
  • Difesa Biologica

> 60

30-40

Le manifestazioni di tali anomalie sono state osservate dai tecnici AIPOL a fine 2019, grazie a segnalazioni da parte degli olivicoltori del Sebino bresciano, uno dei punti lombardi più colpiti. Ad oggi, le rilevazioni in campo segnalano attacchi di intensità variabile in pressoché tutti gli areali lombardi, con casi, fortunatamente rari, di elevata compromissione delle strutture legnose.

Come già accennato, gli oliveti più colpiti sembrano essere quelli dove la vegetazione sviluppa rigogliosa, quali campi ben gestiti e nutriti o in fase di riforma. I danni sono stati registrati sia su rami di 1-2 anni, solitamente succhioni vigorosi, che su parti più vecchie (4-5 anni).

Molte alterazioni sui rami, simili ad attacchi di rogna (ingrossamenti del fusticino, con screpolature e suberificazioni superficiali) sono stati inizialmente imputati dagli agricoltori e tecnici a danni da rogna favoriti dal succedersi di lesioni dovute a numerosi eventi grandinigeni nel corso del 2019 che della gelata del 2018. Danni associati ad Euzophera spp. sono stati successivamente riconosciuti anche negli areali olivicoli del Sebino e Lario, con una prevalente diffusione, anche in questo caso, negli oliveti recidivi di sintomatologia associata a P. savastanoi pv savastanoi.

A questo proposito è giusto ribadire che esternamente le escrescenze sui fusticini sembravano somigliare ad attacchi di rogna, ma, al taglio, i tessuti non si mostravano affatto suberificati, ma turgidi, ricchi di linfa e cavi, essendo cresciuti attorno alle zone di scavo delle larve.

Cosa si è fatto in Liguria

A seguito delle segnalazioni giunte dal Tigullio e da altre realtà olivicole liguri il Centro di Agrometeorologia Applica Regionale (CAAR) della Regione Liguria ha innanzitutto predisposto e diffuso tramite i servizi informativi regionali un apposito questionario online, tuttora attivo con il quale rilevare informazioni a scala territoriale su diffusione e gravità dei danni ascrivibili a Euzophera spp. sopra descritti.

In circa due settimane sono pervenute oltre trenta risposte da tutte le province liguri tuttora in corso di valutazione. Inoltre, si è provveduto a:

  • definire una metodologia di monitoraggio, partecipato dalla Cooperativa Olivicoltori Sestresi, della presenza del volo degli adulti. Si è scelto di utilizzare il feromone di Euzophera pinguis;
  • individuare, in accordo con la Cooperativa Olivicoltori Sestresi, alcuni punti di monitoraggio (5) rappresentativi della variabilità pedoclimatica e di coltivazione dell’olivo nel Tigullio;
  • raccogliere alcune larve, reperite in rami colpiti dal personale della Cooperativa Olivicoltori Sestresi, e attualmente conservate in ambiente controllato per ottenere individui adulti;

Considerazioni conclusive

Il rinvenimento dei danni a carico dell’olivo come sopra descritti ha da subito coinvolto il gruppo di lavoro costituitosi nel cercare di dare risposte alle cause di una recrudescenza di questi fitofagi.

Il fatto che sia la prima segnalazione in aree olivicole del centro-nord Italia (Liguria e Lombardia) fa pensare che Euzophera spp. potrebbe averle raggiunte a seguito di un adattamento conseguente ai cambiamenti climatici in atto. Questo anche per il fatto che i danni sono stati rinvenuti con diverse intensità di attacco nelle diverse condizioni di coltivazione dell’olivo, il che avvalora l’ipotesi di un adattamento generalizzato delle specie ai territori olivati descritti.

L’intensità dei danni attuali, inoltre, potrebbe essere anche una conseguenza di recenti avversità atmosferiche. Infatti, siccome il lepidottero utilizza ferite preesistenti, la sua attività trofica potrebbe esser stata agevolata dalle fessurazioni seguite alla gelata verificatesi nel febbraio 2018, così come dai fenomeni grandinigeni che hanno interessato alcune zone lombarde nel corso dell’estate 2019, in concomitanza delle quali sono stati riscontrati gli attacchi più intensi. Infine, non sono da sottovalutare le conseguenze di operazioni colturali (tagli di ricostituzione della chioma, raccolta meccanica con agevolatori) che provocano lesioni di diverso grado e livello sulla chioma.

Quanto sopra fa pensare alla necessità di lavorare all’accertamento della o delle specie coinvolte come pure, contemporaneamente, di tenerne sotto controllo l’evoluzione della presenza e del danno.

Si ritiene pertanto importante procedere nel monitoraggio di Euzophera spp. nei territori coinvolti per una sempre migliore conoscenza sia della sua biologia come pure dei vari aspetti legati alla sua dannosità.

Appare importante, infine, avviare una serie di valutazioni dedicate al contenimento del fitofago, verificando l’efficacia di diverse tecniche già sperimentate in altre realtà olivicole.

Leggi l’articolo su Olivo e Olio n. 3/2020

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Hanno contribuito alla stesura di quest’articolo: Ruggero Petacchi1, Stefano Pini2, Giovanni Minuto3, Nicola Gandolfo4, Massimiliano Ghironi2, Federico Grillo2, Marien Morales Garcia2, Matteo Ghilardi5 Deborah Madernini5, Michele Dell’Oro6 e Giandomenico Borelli6

1 Scuola Sant’Anna di Pisa, Istituto Scienze della Vita; 2 Regione Liguria, Servizi alle Imprese Agricole e Florovivaismo; 3 Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola CeRSAA; 4 Cooperativa Olivicoltori Sestresi; 5 AIPOL Società Cooperativa Agricola e GAL GardaValsabbia2020; 6 Agronomi liberi professionisti del Gardesano.


 

Danni da Euzophera spp. in oliveti del nord Italia - Ultima modifica: 2020-05-25T11:52:33+02:00 da Barbara Gamberini

2 Commenti

  1. Al fine di intervenire con un corretto intervento chimico, è stato studiato un approfondito ciclo biologico del fitofago?
    Si conosce già il principio attivo, debitamente registrato e capace di contenere lo sviluppo del parassita?
    Grazie

    • Gentile Dante,
      La informo che in Liguria si è iniziato quest’anno a fare il monitoraggio dei voli per capire qualcosa di più del comportamento dell’insetto Euzophera spp in quei siti.
      In merito alle sue due domande possiamo dire che:
      1) non è ancora stato studiato un approfondito ciclo biologico del fitofago;
      2) al momento, siamo “lontani” dall’ipotizzare un qualche intervento di controllo del fitofago, soprattutto con prodotti chimici di sintesi.

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