Proporre una innovazione tecnica per realizzare negli oliveti liguri in sicurezza operazioni colturali attualmente eseguite manualmente, come la potatura e la raccolta, soprattutto se occorre effettuarle “in quota”, e nello stesso migliorare i risultati di tali operazioni. È l’obiettivo al quale sta lavorando il progetto di cooperazione Sicurezza INnovazione Olivicoltura Ligure - S.IN.O.L. (Soluzioni meccaniche e di automazione per lo svolgimento in sicurezza delle principali operazioni colturali dell’olivicoltura ligure).
Il progetto, realizzato nell’ambito della Misura 16.01 del Psr 2014-2020 della Regione Liguria (Aiuti per la costituzione e l'operatività dei gruppi operativi del Pei “Partenariato europeo per l'innovazione”), ha come capofila il Cipat-Centro istruzione professionale e assistenza tecnica della Cia di Imperia e come partner l’Università di Genova, l’Azienda agricola Valle Ostilia di San Bartolomeo al Mare (Imperia) e la Moirano Costruzioni meccaniche di Cisano sul Neva (Savona). A pochi mesi dalla conclusione, il prossimo agosto, un webinar ha tracciato l’attuale stadio di sviluppo del progetto.
Da Sinol maggiore sicurezza negli oliveti liguri
Il progetto Sinol punta a proporre soluzioni sicure, pratiche ed economiche, ha introdotto Riccardo Giordano, dirigente del Cipat-Cia di Imperia. «Ogni anno, negli oliveti disposti sui terrazzamenti tipici della Liguria, qualche produttore si fa male cadendo o dagli olivi su cui si è arrampicato o dalle scale utilizzate per la potatura o la raccolta. Sinol vuole sia evitare la necessità di salire su una scala per la potatura o la raccolta di un olivo e quindi eliminare i rischi di caduta, sia offrire agli olivicoltori una macchina economicamente sostenibile, pratica ed efficace per aiutarlo a eseguire queste operazioni».
«Il primo vincolo è la sicurezza, – ha aggiunto Giorgio Pietronave dell’Università di Genova – gli altri sono la praticità, l’efficienza e la sostenibilità economica. Se l’olivicoltore non troverà conveniente la macchina che stiamo elaborando, non la comprerà mai. Abbiamo perciò tralasciato tutta la parte relativa alla idraulica e ai controlli della motorizzazione per eventuali sviluppi futuri. Stiamo lavorando a un sistema esclusivamente meccanico, molto semplice, affinché la macchina abbia un costo accettabile. E poi la stiamo customizzando, cioè adeguando alle reali esigenze del possibile utilizzatore».
Dai modellini al prototipo da testare in campo
Sicurezza, economicità ed efficienza. Sono stato questi i criteri che hanno guidato i ricercatori genovesi nell’elaborazione di un modello da trasformare poi in macchina e trasferirla nella realtà olivicola ligure, ha spiegato Francesco Cepolina dell’Università di Genova. «Siamo partiti da modellini realizzati con i componenti Lego per arrivare a un prototipo a cui abbiamo cercato di garantire praticità d’uso e stabilità. Esso è costituito da una motocarriola e una “scala” con piattaforma. Adesso dobbiamo ottimizzarlo e poi testarlo in campo per valutarlo e migliorarlo ulteriormente, per poi delegare la produzione commerciale alla Moirano Costruzioni meccaniche».