Innovazione e ricerca per migliorare la sostenibilità della filiera olivicolo-olearia, questo il titolo della giornata di studio, organizzata dal Dipartimento DiSAAT dell’Università di Bari Aldo Moro e svolta a Bari in occasione di Enoliexpo 2022. La sostenibilità del settore agro-alimentare è ormai al centro del dibattito politico ed economico in Italia.
Il Piano d’azione europeo sull’economia circolare e la strategia “Farm to Fork” sono il fulcro del Green Deal europeo e puntano a un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse. Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Missione 2, componente 1 “Agricoltura sostenibile ed Economia circolare”, intende perseguire un percorso di piena sostenibilità ambientale con l’obiettivo di rendere l’economia sia più competitiva che più inclusiva, garantendo un elevato standard di vita alle persone e riducendo gli impatti ambientali.
Pertanto, in base a quanto stabilito dai piani strategici europei, in ottica di economia circolare, l’innovazione delle filiere agroalimentari e della filiera olivicolo-olearia in particolare, deve includere l’ammodernamento degli impianti olivicoli, del processo di trasformazione delle olive, stoccaggio e confezionamento dell’olio, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre o addirittura eliminare la generazione di rifiuti, favorire il riutilizzo a fini energetici.
Ricerca ed evoluzione del frantoio
Per quanto riguarda le innovazioni impiantistiche e di processo su due delle fasi di estrazione dell’olio, la frangitura e il condizionamento delle paste, è stato messo in evidenza il ruolo fondamentale che l’interazione tra Università ed impresa privata può generare in termini di nuove soluzioni.
L’estrazione dell’olio dalle olive ha, da anni, impegnato i ricercatori nella continua indagine su come eseguire il processo in maniera sempre più efficiente. La maggior parte dell’impegno è stato profuso nello sviluppo di macchine che potessero garantire, all’interno del processo di estrazione, il mantenimento qualitativo dell’olio e la possibilità di estrarre il più possibile l’olio contenuto nelle olive.
Sperimentazione sui frangitori meccanici
Alessandro Leone dell’Università di Bari, nella prima parte del suo intervento, ha riferito della ricerca scientifica e sperimentazione interuniversitaria svolta in partnership con l’azienda Amenduni Nicola S.p.a. sui frangitori meccanici.
La frangitura, svolta dai frangitori meccanici è un’operazione ottenuta sottoponendo le olive ad azioni meccaniche che rompono i noccioli, le pareti delle cellule vegetali e soprattutto i vacuoli cellulari che contengono le goccioline d’olio. Il risultato dell’operazione di frangitura è una pasta di olive semifluida e omogenea. L’olio uscendo liberamente dai vacuoli, sarà più facilmente separabile dagli altri costituenti del frutto nelle fasi successive di lavorazione. La frangitura dal punto di vista fisico è il risultato dell’applicazione sull’oliva di sforzo normale e di taglio, e della generazione di fenomeni di attrito.
L’intensità delle forze e come esse agiscono sull’oliva è funzione della geometria della macchina e della velocità degli organi rotanti. Attualmente il frangitore maggiormente utilizzato nel mondo è quello a martelli poiché rappresenta il miglior compromesso in termini di portata, omogeneità della pasta ottenuta, ingombro, facilità di pulizia e affidabilità.
L’obiettivo della collaborazione tra Università e l’azienda Amenduni è stato quello di sperimentare un frangitore modulare a martelli con la possibilità da parte dell’utilizzatore finale, di poter sostituire il rotore a martelli con il nuovo rotore a coltelli messo a punto. (...)
Leggi l’articolo completo pubblicato su Olivo e Olio n. 3/2022
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