Negli ultimi 30 anni si è assistito a notevoli cambiamenti nelle tipologie di impianto disponibili in olivicoltura. La diffusione di oliveti moderni con elevate densità di impianto è andata di pari passo con quella dell’irrigazione. Con circa 500.000 ettari di oliveti superintensivi nel mondo e la loro attuale espansione anche in Italia, è lecito domandarsi quali siano i consumi di tale tipologia di impianto rispetto agli oliveti intensivi, anche essi di solito irrigati (foto 1, 2).
Infatti, le aree vocate per l’olivicoltura in Italia e all’estero hanno, con qualche eccezione, limitata disponibilità di acqua e, di conseguenza, ai fini della sostenibilità dell’olivicoltura, è importante comprendere quanta acqua consumino e quali siano le migliori strategie per dosare i volumi e per risparmiare tale risorsa il più possibile.
Delle simulazioni modellistiche recenti hanno mostrato un generale aumento dei fabbisogni irrigui all’aumentare della densità di impianto e del grado di copertura della coltura. Tuttavia, una maggiore percentuale di area coperta significa anche una diminuzione della componente evaporativa rispetto a quella traspirativa e quindi potenzialmente una migliore utilizzazione dell’acqua per cui vale la pena approfondire l’argomento.
Tipologie di oliveto e consumi idrici
Gli oliveti tradizionali, caratterizzati da una limitata copertura del suolo da parte delle chiome e da alternanza di produzione, sono di solito privi di irrigazione per cui la crescita vegetativa e la produzione dipendono strettamente dalla pluviometria e dalle caratteristiche pedologiche. Dato che questi oliveti si trovano di solito in aree con limitate riserve idriche è opportuno valutare la convenienza ad introdurre l’irrigazione, da un lato per la necessità di non depauperare le risorse idriche, dall’altro perché i vantaggi economici per gli olivicoltori potrebbero essere inferiori a quelli attesi in oliveti con elevate densità di impianto.
L’aumento delle densità di impianto comporta l’introduzione dell’irrigazione soprattutto in zone aride. Un maggior numero di alberi, infatti, significa maggiore superficie traspirante e minore volume di suolo e quindi minore umidità disponibile per ciascun apparato radicale. Anche in oliveti intensivi vi è da domandarsi se l’irrigazione sia una pratica sostenibile e in ogni caso è obbligatorio cercare di risparmiare acqua. Sebbene gli apporti irrigui necessari per soddisfare il 100% del fabbisogno dipendano sempre da variabili pedo-climatiche, varietali e colturali, diverse sperimentazioni riportano apporti irrigui di 380-500 mm annui in ambienti aridi e di 100-200 mm in climi più umidi per raggiungere il 100% del fabbisogno idrico in oliveti di densità compresa tra 278 e 600 alberi ad ettaro. (…)
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su Olivo e Olio n. 3/2024
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