Domenica 21 luglio 2024, alle ore 10.00, presso il Centro Multimediale Mario Cacace di Anacapri, si terrà il convegno dal titolo Gli olivi secolari di Capri. La riscoperta di un tesoro abbandonato.
L’evento, a cura dell’Associazione L’Oro di Capri, si propone di presentare al pubblico gli esiti recenti di una ricerca dell’Istituto di Bioscienze e BioRisorse del Cnr di Perugia che fa luce sul paesaggio degli uliveti capresi, introducendo elementi di notevole interesse storico e scientifico.
Tutela del paesaggio olivicolo
L’Associazione L’Oro di Capri è nata nel 2014 con l’obiettivo prioritario di salvaguardare e valorizzare il paesaggio dell’isola e, da oltre dieci anni, si occupa di ricostituire antichi oliveti abbandonati reimpiantando varietà autoctone e preservando nello stesso tempo la biodiversità racchiusa negli oliveti antichi. Ha inoltre riavviato sull’isola la produzione di un olio extravergine di alta qualità con tecniche biologiche e ha contribuito a riaccendere la memoria e l’interesse della comunità locale intorno a tradizioni ormai dimenticate. Favorisce così la tutela della bellezza, la difesa del paesaggio, vero tesoro dal valore inestimabile, e lo sviluppo di pratiche sociali e turistiche sane e consapevoli.
Dna e datazione degli olivi secolari
Nel corso dell’incontro, moderato dal giornalista e storyteller de la Repubblica Pasquale Raicaldo, sono previsti interventi di
- Carlo Alessandro Lelj Garolla e Angelo Lo Conte, agronomi dell’Associazione L’Oro di Capri,
- dei ricercatori del Cnr Roberto Mariotti e Saverio Pandolfi che da anni studiano Dna e composizione molecolare degli olivi italiani e hanno condotto la ricerca per la datazione degli olivi secolari capresi.
Il genotipo degli olivi di Capri
Gli olivi secolari sono la prova vivente della lunghissima tradizione di coltivazione e, nella maggior parte dei casi, la loro genotipizzazione può rivelare forti differenze tra le varietà di olivo attualmente conosciute.
Il Cnr Ibbr di Perugia, commissionato dall’associazione L’Oro di Capri nel marzo 2021, ha pubblicato i risultati sulla caratterizzazione genetica degli esemplari di olivo più significativi presenti sull’isola di Capri e sulla datazione con il C14 degli esemplari monumentali. Il lavoro ha evidenziato l’esistenza di 21 varietà anticamente coltivate in quest’isola. Di queste diverse entità genetiche plurisecolari, due corrispondono a cultivar già conosciute:
- l’italiana dritta di Moscufo, abruzzese di origine, ma che in Campania viene da sempre denominata Minucciola
- e una greca, Thrombolia, recentemente descritta in altri lavori scientifici come progenitore di oltre il 60% delle varietà coltivate di tutto il mondo.
Recuperare l’olivicoltura di Capri
Dal 2014, sull’isola di Capri gli olivicoltori hanno intrapreso una attività di recupero piantando varietà di olive autoctone adatte alle condizioni pedoclimatiche dell’isola, cercando di riavviare la produzione di olio extravergine di oliva dopo decenni di abbandono, evitando così la perdita di questo prezioso germoplasma.
La preservazione e la valorizzazione della biodiversità presente negli oliveti antichi aiutano a preservare le tradizioni delle comunità locali e la bellezza della natura, contribuiscono alla difesa del paesaggio, un vero tesoro dal valore inestimabile, e contribuiscono allo sviluppo di un modo di vita sociale e turistica sano e consapevole. Il recupero di questi alberi antichi, che sono preziose fonti di diversità genetica e portatori di caratteri genetici in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, dovrebbe essere obbligatorio.
Scarica la brochure e l’invito al convegno.