Un nuovo Piano olivicolo nazionale per rilanciare l’intero settore

piano olivicolo nazionale
Obiettivi e priorità definiti in un convegno nazionale organizzato da Italia Olivicola, Legacoop Agroalimentare, Cia Agricoltori Italiani e Masaf presso la sede di Finoliva Global Service a Bitonto (Ba)

Potenziare la capacità produttiva italiana di olio extra vergine d’oliva, portandola gradualmente dalle attuali 200.000-300.000 t a 600.000 t. Questo dovrà essere l’obiettivo principale del nuovo Piano olivicolo nazionale (Pon), secondo Gennaro Sicolo, presidente di Italia olivicola e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani.

Occasione per affermare tale finalità è stata il convegno sul tema “Piano olivicolo nazionale: un nuovo rilancio per un settore strategico dell’agroalimentare italiano”, organizzato in collaborazione fra Italia Olivicola, Legacoop Agroalimentare, Cia Agricoltori Italiani e Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) presso la sede di Finoliva Global Service a Bitonto (Bari).

Un convegno di caratura nazionale che ha visto la presenza, fra gli altri, del sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, del presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani Cristiano Fini, del presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo, del presidente nazionale di Legacoop Cristian Maretti, del presidente di Finoliva Global Service Benedetto Fracchiolla e del direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone.

Sicolo: «Piano olivicolo nazionale, le priorità»

Gennaro Sicolo
Gennaro Sicolo

Nella prospettiva ineludibile del potenziamento della capacità produttiva olivicolo-olearia italiana Sicolo ha inserito i capisaldi ai quali, a suo avviso, il nuovo Pon dovrà ispirarsi.

«Innanzitutto deve dare priorità ai sistemi olivicoli professionali, specializzati e orientati al mercato, che già possiedono tracce più o meno consolidate di modernizzazione e sono suscettibili di riuscire competere con i più avanzati concorrenti a livello mondiale».

Il secondo principio irrinunciabile che deve orientare l’impostazione e l’attuazione del Pon deve consistere, per Sicolo, nella salvaguardia e nella valorizzazione delle varietà autoctone.

«Possiamo avere continuità di sviluppo produttivo e commerciale solo se puntiamo sulle nostre varietà, che sono uniche, riconosciute e apprezzate, e se lavoriamo con esse sugli oli Dop, Igp e monovarietali, come abbiamo fatto con i vini. Solo così possiamo distinguere la nostra offerta dalle tante porcherie a 3,00 o 5,00 €/litro che inflazionano e rovinano il mercato».

«Dal Pon spinta a irrigazione e meccanizzazione»

Tavolo relatori
Da sinistra: Rollo, Fini, La Pietra e Sicolo

Per Sicolo è altresì importante un’attenta e ottimale gestione delle risorse idriche a vantaggio delle imprese olivicole che utilizzano l’irrigazione, al fine di aumentare e stabilizzare le rese.

«La disponibilità di acqua irrigua garantisce la continuità di produzione, invece dove manca l’acqua ci sono alternanza di produzione e rese basse. Il Piano olivicolo nazionale (Pon) deve operare in tale direzione, per consentire alle aziende olivicole professionali e orientate al mercato di poter irrigare i propri olivi e sfuggire alla siccità causata favorita dal cambiamento climatico e quindi dal riscaldamento globale. Così come il Pon non dovrà trascurare lo sviluppo della meccanizzazione delle pratiche agronomiche, in primo luogo la potatura e la raccolta».

«Un commissario straordinario per la Xylella»

pubblico
Numerosi i partecipanti al convegno sul nuovo Piano olivicolo nazionale

Ma il Pon dovrà partire dalla Puglia, perché la Puglia è la regione italiana più importante per la produzione di olive e olio d’oliva, ma soffre la presenza del batterio Xylella fastidiosa, che ha “bruciato” l’olivicoltura delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.

«Chiediamo un commissario straordinario che possa coordinare le attività di contenimento della diffusione della Xylella. Oggi invece ognuno fa da sé con risultati non soddisfacenti. Un commissario straordinario che coordini anche, con adeguati investimenti, la ricerca scientifica, che finora ci ha fornito solo diagnosi, ma non terapie. Un commissario che, inoltre, spinga realmente non solo gli agricoltori ma anche e soprattutto le pubbliche amministrazioni ad adottare le necessarie misure fitosanitarie, quali arature, fresature, erpicature e trinciature previste dal Piano d’azione di controllo della Xylella, in ottemperanza anche alle circolari diramate dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia».

Fini: «Piano olivicolo nazionale per rilancio settore»

Cristiano Fini
Cristiano Fini

Anche il presidente nazionale di Cia Fini ha rimarcato l'urgenza sia di un Pon che rilanci il settore olivicolo-oleario sia di un commissario straordinario per la gestione dell'emergenza Xylella.

«Bisogna da un lato procedere con gli espianti delle piante malate che fanno proliferare il batterio e deturpano il paesaggio e dall'altro lato attivare un piano di rilancio del settore attraverso l'ammodernamento degli impianti olivicoli e dei macchinari di produzione e trasformazione e la promozione del consumo consapevole a tavola».

La Pietra: «Olivicoltura centrale per il Masaf»

La Pietra
Patrizio Giacomo La Pietra

L’olivicoltura è centrale nel percorso che il Masaf ha avviato, ha infine dichiarato il sottosegretario La Pietra.

«Abbiamo prima convocato un tavolo preliminare di confronto, seguito dalla manifestazione internazionale del Coi che dopo tanto tempo si è di nuovo svolta in Italia. Ora abbiamo inviato alle associazioni la richiesta di designare un loro rappresentante nei successivi tavoli tecnici che daranno forma al Piano olivicolo nazionale. In questo contesto verrà affrontato anche il tema della Xylella».

Un nuovo Piano olivicolo nazionale per rilanciare l’intero settore - Ultima modifica: 2024-07-22T08:38:20+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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