A seguito della revoca delle autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti fosmet, seguita al mancato rinnovo di questa sostanza attiva da parte del reg. Ue 2022/94, la distribuzione di prodotti a base di fosmet da parte dei rivenditori e/o distributori autorizzati è stata consentita fino al 31 luglio 2022, mentre l’utilizzo è ancora permesso solo fino al 1° novembre 2022.
Dopo la revoca del dimetoato, si è così ulteriormente assottigliata la lista dei prodotti fitosanitari utilizzabili per contrastare la mosca delle olive (Bactrocera oleae). Come fare allora per tenere sotto controllo le sue infestazioni nel nuovo, e più ristretto, scenario fitosanitario?
A questa domanda ha voluto rispondere un webinar organizzato da Hort@, che ha sottolineato, fra l’altro, l’utilità del Sistema di supporto alle decisioni olivo.net, sviluppato da Hort@ proprio per aiutare l’agricoltore e/o il tecnico a prendere decisioni per la gestione dell’oliveto e, in particolare, curare la lotta alla mosca delle olive.
Lotta alla mosca delle olive, cambia l’approccio
È un fatto che la revoca prima del dimetoato e dopo del fosmet sta costringendo olivicoltori e tecnici agricoli a modificare l’approccio nella gestione del controllo della mosca delle olive.
Il divieto d’impiego delle due sostanze attive ha ridotto di molto le possibilità di azione contro gli stadi di sviluppo della mosca olearia considerati finora principali bersagli dell’azione di controllo fitosanitario con interventi ovo-larvicidi ad effetto curativo.
Le sostanze attive attualmente disponibili non mostrano altrettanta efficacia contro uova e larve. Obiettivo principale diventa lo stadio adulto della mosca delle olive, contro il quale è necessario intervenire in maniera preventiva. Perciò assume fondamentale importanza conoscere la dinamica di popolazione della mosca delle olive durante tutto l’anno.
Primo picco di volo e voli successivi
Nel ciclo biologico annuale, ha introdotto Ruggero Petacchi della Scuola Sant’Anna di Pisa, «la mosca delle olive ha un primo picco di volo in primavera, verso marzo-aprile, epoca in cui per compiere la generazione completa ha necessità di olive residuali in oliveti abbandonati o non raccolti; da giugno-luglio in poi, a seconda delle aree olivicole italiane, mostra un andamento crescente dei voli, con infestazioni a carico delle olive. Trascorre parte del ciclo nel suolo, in forma di pupa, mediamente da novembre a febbraio».
I fattori di limitazione biotici e abiotici non bastano
I fattori di limitazione biotici e abiotici non sempre bastano a mantenere la popolazione di mosca delle olive, e quindi il relativo danno, al di sotto della soglia di intervento, ha sottolineato Petacchi.
«I dati provenienti da recenti prove sperimentali evidenziano che il controllo biologico conservativo, dovuto alla presenza sia di parassitoidi indigeni sia di predatori indigeni (antagonisti naturali come carabidi e stafilinidi, che hanno a volte un ruolo importante in autunno nella predazione delle pupe presenti nel terreno), non è tuttavia sufficiente a mantenere la popolazione di mosca delle olive, e quindi il relativo danno, al di sotto della soglia di intervento.
Anche la lavorazione superficiale del suolo, tra gennaio e febbraio, pur contribuendo ad aumentare la mortalità delle pupe nel terreno, non è però decisiva. Le temperature condizionano l’attività non solo degli adulti, ma anche delle larve, provocando una forte mortalità, come è accaduto nel 2021 e nel 2022 con oltre 32-33 °C.
Negli ultimi anni ci stiamo accorgendo che l’autunno è quindi sempre più favorevole all’attività della mosca delle olive, con temperatura media giornaliera di gran lunga superiore a 12 °C (soglia minima per le ovideposizioni delle femmine), che perciò consente alla femmina di ovideporre fino alla seconda metà di novembre.
La curva di volo e di infestazione si è perciò spostata in avanti, creando ogni anno dei problemi nella gestione del controllo dell’insetto soprattutto a fine campagna, a settembre-ottobre. Inoltre ciò comporta presenza di voli dell’insetto nella primavera dell’anno successivo: ad esempio, nel 2021 le catture si sono prolungate per un periodo più lungo del solito perché nell’autunno dell’anno precedente la mosca si è riprodotta per più tempo».
Monitoraggio dei voli e delle infestazioni
Alla luce di questi dati, ha aggiunto Petacchi, appare chiaro che:
- la mosca delle olive rappresenterà sempre più un problema a fine estate e inizio autunno (fine settembre-ottobre);
- sarà sempre più importante decidere quando è il momento di raccogliere le olive (la raccolta anticipata consente l’interruzione del ciclo della mosca e la riduzione delle popolazioni svernanti);
- sarà sempre più importante ridurre le superfici di eventuali oliveti abbandonati, perché la mosca delle olive, in presenza di olive non raccolte e con clima favorevole, si può riprodurre in continuo.
«Per conoscere la fenologia e l’entità delle popolazioni è fondamentale il monitoraggio dei voli e delle infestazioni. Per quanto riguarda i voli consigliamo agli olivicoltori di monitorarli anche in primavera per valutare l’entità di popolazione presente, perché popolazioni abbondanti in primavera significano che l’insetto ha svernato bene e ci mettono in allerta. E poi di osservare i voli da fine giugno-inizio luglio alla raccolta, disponendo almeno tre trappole a feromone per ettaro. L’incremento, fra giugno e luglio, del numero di mosche catturate fornisce l’indicazione su quando eseguire il primo intervento preventivo.
In generale i tecnici, per decidere se e quando consigliare all’olivicoltore di intervenire per controllare il fitofago, utilizzano, oltre al monitoraggio per ottenere i dati opportuni, soglie di intervento e modelli di simulazione, come il modello di previsione del volo primaverile, il modello di rischio di gravità di attacco della prima generazione estiva, modelli fenologici, il modello di mortalità da caldo».
Ottimi risultati con esche proteiche
Per il controllo della mosca delle olive si può optare per diverse metodologie, ha sostenuto Claudio Pucci, docente dell’Università della Tuscia.
«La metodologia adottata fino a qualche anno fa, prima della revoca del dimetoato, era in generale, anche se non dappertutto, la seguente: quando l’infestazione raggiungeva un livello del 10%, si trattava e quel trattamento forniva una garanzia per circa 20 giorni. Questo insetticida era idrosolubile, per cui da analisi effettuate dopo 20, 27 e 30 giorni è emerso che al 30° giorno non rimanevano residui nell’olio e tanto meno nell’acqua. Il dimetoato non ha mai creato fenomeni di chemioresistenza, né problemi di residui attenendosi ai tempi di carenza, ma è stato revocato e non si può più usare.
Il fosmet, anch’esso revocato e a breve ormai fuori uso, io non lo consiglio comunque. È un insetticida che uccide la larvetta neonata, ma non quelle di seconda e terza età, per cui bisogna riproporre il trattamento, e poi presenta problemi di tossicità abbastanza elevati nel tempo, per gli operatori e l’ambiente, quindi anche verso i pronubi.
In alternativa a questi prodotti però ce ne sono altri. Io tratterei con un’esca proteica addizionata, ad esempio, con deltametrina. Numerosi lavori provano che le esche proteiche permettono di ottenere ottimi risultati nella lotta adulticida alla mosca delle olive».
Le alternative a dimetoato e fosmet
Durante il webinar sei aziende agrochimiche hanno proposte le loro novità per la lotta adulticida alla mosca delle olive.
Leggi la descrizione dei prodotti attualmente sul mercato in Alternative a dimetoato e fosmet nella difesa dalla mosca delle olive.
Molto interessante