Durante la giornata organizzata dall’Aipp, Associazione Italiana per la protezione delle piante sul bilancio fitosanitario dell’olivo 2022-2023, sono stati dedicati due interventi specifici a cura di Nicola Mori, Università degli studi di Verona, e Antonio Guario, Agronomo fitosanitario, che rispettivamente hanno illustrato l’andamento della mosca per il centro nord e per il sud Italia e isole.
Mosca, andamento nel centro-nord
L’infestazione della mosca nel centro-nord Italia è stata molto diversa nelle due annate. Il 2022 a causa delle elevate temperature e delle condizioni di estrema siccità è stata una annata caratterizzata da una bassa infestazione di mosca dell’olivo. Al contrario del 2023 che è stata considerata una delle peggiori annate registrate. L’intervento a cura di Nicola Mori ha riassunto i punti focali per questo fitofago chiave.
2022-2023, annate a confronto
Il 2022 ha evidenziato elevate percentuali di mortalità con soglie di infestazione attiva nei mesi di luglio e agosto raramente superiori alla soglia di intervento. Solo alla fine della stagione estiva, all’inizio di settembre, con l’abbassamento delle temperature è ripresa l’attività della mosca che però è stata controllata da chi è riuscito a intervenire con prodotti adulticidi, larvicidi, con interventi preventivi nel caso dei biologici o con la raccolta anticipata.
Nel 2023 l’attività della mosca è iniziata molto presto, con infestazioni attive molto elevate fin dalle prime generazioni estive complice anche della scarsa carica produttiva di quest’anno. Dopo un rallentamento dell’attività dell’insetto a metà agosto. Con le temperature favorevoli di inizio settembre c’è stata una intensificazione degli attacchi.
Modelli di monitoraggio
Tutte le regioni del centro-nord hanno dei sistemi di monitoraggio basati su modelli fenologici del ciclo di sviluppo o su modelli demografici basati sull’andamento della popolazione. Come, ad esempio, il modello presentato dalla Regione Toscana, sviluppato da Ruggero Petacchi, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che mette in relazione le temperature medie registrate a fine inverno inizio primavera con un indice di rischiosità.
Altro modello, presentato dalla Fondazione Edmund Mach, mette in relazione l’entità dei voli primaverili e anche la presenza primaverile di olive sulla pianta con l’infestazione delle drupe alla raccolta, utilizzando dati raccolti su sette anni di indagine (2017-2023), mostrando una correlazione tra il livello di infestazione e la presenza di olive sulla pianta.
Le strategie di difesa
Per quanto riguarda le strategie di difesa attuate dalle regioni in esame, per la difesa integrata a parità di mezzi di difesa nel 2022 e 2023 (phosmet a parte), è stato rilevato quanto il 2023 abbia necessitato di interventi molto più numerosi (e onerosi), come riportato da alcune regioni che hanno registrato un aumento rispetto al 2022 del 50% di interventi larvicidi. Il 2023 è stato sicuramente un anno di stress per la gestione del controllo della mosca in cui è stato necessario testare l’efficacia dei diversi sistemi di controllo che abbiamo al momento a disposizione. Tutte le regioni per la gestione biologica hanno registrato difficoltà.
Notizie dalle regioni
- Il Friuli-Venezia Giulia ha sottolineato di utilizzare tutti i mezzi a disposizione con una necessità di rivalutare le soglie di intervento (attualmente IA <5%), dovuta alla mancanza di prodotti per la difesa integrata ad azione larvicida retroattiva.
- Il Trentino, ha segnalato che la difficile gestione dell’infestazione è stata anche aggravata dagli eventi dilavanti che si sono susseguiti nel 2023.
- Il Veneto ha sottolineato che, quando il controllo dell’infestazione diventa difficoltoso e oneroso, spesso gli agricoltori smettono di intervenire, soprattutto se associato ad annate di bassa carica. Per quanto riguarda le tecniche attract and kill risulta necessario per un corretto funzionamento un utilizzo più diffuso sul territorio di queste strategie di difesa per ottimizzare l’efficacia.
- La Liguria ha segnalato oltre alla difficoltà nella lotta biologica che, si traduce spesso nella raccolta anticipata, un problema legato al numero di interventi con prodotti larvicidi come l’acetamiprid che viene impiegato anche per altre avversità come Dasineura oleae e Prays Oleae.
- La Toscana ha invece ribadito la necessità di un corretto monitoraggio e uso di modelli DSS per prevedere la necessità di intervento.
- Le Marche hanno riscontrato la maggiore efficacia di interventi adulticidi rispetto ai larvicidi in quanto questi se fatti in maniera corretta e tempestiva consentono di ridurre il numero di adulti durante tutto l’anno.
Andamento del centro-sud e isole
L’intervento di Antonio Guario è cominciato con una importante riflessione sui cambiamenti climatici in relazione all’insetto.
Le variazioni climatiche, che sono state evidenziate da tutte le regioni, hanno delle ripercussioni strettamente correlate alla fisiologia della pianta ospite, così come hanno delle conseguenze
- sulla relazione di adattamento tra ospite e parassita,
- sull’adattamento dei nemici naturali
- e sul comportamento dell’entomofauna utile.
Gli insetti, di conseguenza, modificano la loro fenologia, riducono e aumento le generazioni e la loro durata e causando di conseguenza un disordine delle dinamiche della popolazione. Questi cambiamenti climatici possono dunque portare ad alterare i cicli di vita dei parassiti accelerandoli o rallentandoli così come far sviluppare nuovi parassiti fino a quel momento sotto controllo.
L’aumento delle temperature ha causato modifiche relative all’infestazione di Barctrocera oleae:
- espansione dell’areale di diffusione a nord,
- l’aumento della dannosità al centro nord rispetto al sud per l’aumento della temperatura.
Dunque, è fondamentale conoscere i cicli della mosca, i fattori biotici e abiotici che influiscono sull’infestazione. Per questo motivo tutti i sistemi di monitoraggio attraverso l’utilizzo di dss e i controlli in campo risultano fondamentali.
Notizie dalle regioni
- Sardegna: temperature alte e poche precipitazioni tra giugno e settembre 2022 hanno reso questo periodo sfavorevole alla mosca, le infestazioni hanno creato problemi solo in prossimità della raccolta. Nel 2023 invece ci sono stati una serie di infestazioni con una bassa-media presenza della mosca con qualche criticità nel periodo autunnale.
- Calabria: la diversificazione climatica regionale delle aree a indirizzo olivicolo ha influenzato anche la diffusione della mosca. Il 2022 ha avuto un andamento climatico che ha ostacolato la diffusione della mosca fino a settembre, ma sempre con percentuali di infestazione non significative. Nel 2023 invece c’è stata una maggiore infestazione nelle aree di fondovalle anche se le temperature elevate del periodo estivo hanno limitato l’infestazione.
- Basilicata: anche la diversificazione climatica a seconda delle zone ha influito sull’andmaneto dell’infestazione. Nel 2022 le basse precipitazioni e le alte temperature sui 35 °C da giugno fino a agosto hanno limitato gli attacchi fino al periodo autunnale. Nel 2023 le percentuali di infestazione si sono mantenute basse fino a settembre per aumentare sensibilmente nel periodo tra ottobre e novembre.
- Puglia: il 2022 è stata una annata che ha visto delle infestazioni con percentuali molto elevate fino al 30% soprattutto nel periodo autunnale da settembre in poi. Nel 2023 c’è stata una assenza totale di infestazione nel periodo estivo con un aumento leggero a settembre diventando più significativo con l’avvicinarsi della raccolta.
- Abruzzo: nel 2022 le prime catture sono state rilevate a luglio ma senza registrare situazioni critiche. Dalla seconda metà di agosto nelle zone costiere sono state raggiunte percentuali di infestazione intorno al 20%, e a causa delle condizioni climatiche siccitose e gli attacchi di mosca sono stati stimati cali produttivi di oltre il 30% rispetto alla media degli ultimi anni. Nel 2023 l’abbassamento delle temperature nella prima decade di agosto e le piogge hanno determinato infestazioni tali da consigliare l’esecuzione dei primi trattamenti, con una ripresa successiva delle infestazioni da settembre-ottobre.
- Umbria: nonostante le condizioni climatiche molto difficili, con piogge molto frequenti anche in luglio, il 2022 è stato comunque un anno che ha registrato una infestazione bassa o assente con picchi di massimo 4% di infestazione totale. Nel 2023 le precipitazioni si sono concentrate verso settembre, determinando una maggiore presenza di infestazione in alcune aree.
Considerazioni generali
In tutte le regioni sono state riscontrate difficoltà nel contenimento delle infestazioni per cui si rende necessario trovare le giuste modalità con i mezzi tecnici che abbiamo a disposizione. Sicuramente stiamo vivendo un riequilibrio climatico e di popolazione per cui sarà necessario rielaborare nuove strategie di controllo
Di seguito alcune considerazioni che sono state presentate dai relatori in relazione alla biologia e alla difesa della mosca dell’olivo:
Biologia:
- temperature invernali miti e olive non raccolte contribuiscono allo sviluppo di popolazioni estive,
- alte temperature estive influiscono sulla mortalità degli stadi giovanili riducendo il livello di infestazione delle popolazioni estive-autunnali,
- è stato registrato un anticipo dell’infestazione estiva.
Difesa:
- monitoraggio e modelli previsionali sono un supporto fondamentale per la pianificazione delle strategie di difesa,
- lotta con repellenti e antideponenti molto usata anche in integrato,
- lotta larvicida: necessità di rivedere soglie di intervento e maggiore attenzione nel posizionamento degli interventi,
- lotta adulticida: efficace per il controllo della densità di popolazione,
- necessità di integrare sistemi di difesa diversi,
- favorire lo sviluppo dell’entomofauna utile.
Vedi le slide degli interventi sul sito AIPP