Rogna dell’olivo, il caso Romagna

rogna olivo
1 - Iperplasie di tipo tumorale in fase precoce.
L’analisi dettagliata della diffusione di questa problematica successivamente alla gelata del febbraio 2018. Le manifestazioni più gravi sono state riscontrate nelle aree olivicole del riminese

È trascorso oltre un anno dall’ondata di freddo che ha colpito l’olivicoltura italiana, durante l’inverno 2018 più precisamente tra il 28 febbraio e il 2 marzo in alcune regioni italiane si sono manifestate temperature inferiori allo zero, accompagnate da venti freddi (Burian) e piogge gelate tali da definire l’evento “gelicidio” (…)

Effetti sull’olivo, i danni osservati nel riminese

Durante il monitoraggio delle temperature all’interno degli oliveti sperimentali seguiti da Ibimet-Cnr localizzati lungo la fascia collinare e pedecollinare dell’Emilia-Romagna, non sono mai emersi valori critici per l’olivo. I valori infatti non sono mai risultati inferiori a -4/-6 °C, mentre in alcune aree olivicole della Val Conca (Rimini) e della Val Marecchia (Rimini) le temperature sono scese fino a -9/-10 °C anche se per poche ore. (…)

Pur nella consapevolezza che i danni causati dalle minime termiche su olivo sono di norma visibili nella loro reale entità solo alla ripresa vegetativa della coltura, il personale di Arpo (Organizzazione Regionale Produttori Olivicoli, Arpo – Rimini) ha dato inizio, subito dopo l’evento, ai monitoraggi sul territorio finalizzati a costruire una mappa dei danni.

Solo in qualche raro caso sono stati evidenti da subito danni da freddo a carico dei tessuti lignificati (branche primarie e secondarie) e ciò è avvenuto nelle zone nelle quali gli abbassamenti termici sono stati più severi e in oliveti esposti a sud.

rogna olivo, caso romagna

Rogna dell’olivo: sintomi emersi nel corso del 2018

Con il passare del tempo si sono osservate nuove manifestazioni tardive, alcuni olivi che in una prima fase risultavano apparentemente indenni, a partire da fine maggio hanno mostrato disseccamenti dei rami produttivi soprattutto a causa della emissione di iperplasie di tipo tumorale (foto 1, in apertura), sintomatologia tipica della malattia batterica nota come rogna dell’olivo; di conseguenza, si sono verificati deperimenti e perdita di foglie e talvolta anche di mignole che, se pure presenti, sono abortite a causa del mancato passaggio di linfa nei rametti.

A giugno la situazione, in diverse aree del riminese, si è aggravata ulteriormente e le osservazioni si sono indirizzate verso problematiche di natura fitosanitaria e non solo sui danni causati dal gelicidio infatti, le micro ferite causate dal gelicidio possono creare siti di penetrazione per funghi e batteri.

La complessità e la gravità del quadro sintomatologico si sono manifestate solo dopo alcuni mesi dall’evento termico con l’arrivo delle temperature più calde del mese di maggio, le piante hanno dato impulso all’attività vegetativa con un forte richiamo di linfa che non ha trovato un adeguato passaggio nei vasi danneggiati dalla formazione di iperplasie più o meno evidenti.

Si poteva notare un vero e proprio “scoppio” dei tessuti (foto 2) in corrispondenza del quale si andavano a formare i tumori, con conseguente disseccamenti dei rami e, talvolta, dell’intera chioma.

A giugno 2018, la situazione dell’olivicoltura nelle zone colpite appariva molto preoccupante: risultavano colpite sia le piante dei nuovi impianti che le piante secolari (foto 3); al taglio dei rami e alla valutazione visiva delle condizioni del cambio si è osservato spesso un imbrunimento del cambio in prossimità delle fessurazioni e delle iperplasie (foto 4). A livello delle branche principali il tessuto cambiale era sano ma non si osservava ancora nessuna ripresa vegetativa.

A luglio la situazione risultava peggiorata: le piante erano quasi completamente defogliate soprattutto nelle parti distali dei rami dove si osservava il cambio imbrunito, procedendo con i tagli verso la parte interna della pianta la situazione appariva meno grave.

Dall’osservazione di alcuni olivi adulti localizzati nell’azienda Il Capannino a Monte Colombo (Rimini) si è osservata la presenza di iperplasie su polloni emessi alla base dei tronchi ed anche su porzioni di radici che risultavano completamente ricoperte di tumori (foto 5). (…)

Successive indagini fitosanitarie

La presenza di sintomi di rogna dell’olivo in questi areali dell’Emilia-Romagna non è una novità ma, vista la gravità dei sintomi comparsi nella primavera del 2018, si è proceduto ad effettuare alcuni sopralluoghi ispettivi a inizio estate e in autunno, per studiare la problematica dal punto di vista fitosanitario (…)

Leggi l’articolo completo su Olivo e Olio n. 4/2019

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Rogna dell’olivo, il caso Romagna - Ultima modifica: 2019-07-16T14:30:11+02:00 da Barbara Gamberini

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